Il Forum di Davos spinge per l'abolizione della proprietà privata

Dec 29, 2021 · 11m 26s
Il Forum di Davos spinge per l'abolizione della proprietà privata
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IL FORUM DI DAVOS SPINGE PER L'ABOLIZIONE DELLA PROPRIETA' PRIVATA di Tommaso Scandroglio
Il World Economic Forum (WEF) di Davos ha prodotto uno spot intitolato "8 pronostici per il mondo per il 2030". Questi pronostici, che nell'intento dei realizzatori dovrebbero essere tutti di segno positivo, sono stati indicati dai membri del World Economic Forum's Global Future Councils. Sulla piattaforma dedicata al WEF gli otto obiettivi per il 2030 sono introdotti da un'affermazione che la dice lunga sull'orientamento fortemente ideologico del WEF: "Come dimostrano la vittoria della Brexit e di Donald Trump, prevedere anche il futuro immediato non è un'impresa facile". Come a dire: i potenti della Terra avevano stabilito che il Regno Unito rimanesse in Europa e che un tizio come Trump non potesse mai sedere alla Casa Bianca, ma le cose, incredibile a dirsi, sono andate diversamente. Che non accada mai più! E dunque ecco che il WEF corre ai ripari e pone degli obiettivi che dovranno essere raggiunti senza se e senza ma.
Gli obiettivi sono: fissare un prezzo per la CO2 (la famigerata tassa sull'aria che respiriamo da battuta da bar si trasformerà a breve in realtà); il tramonto dell'egemonia Usa a favore di una coalizione di poteri nazionali tra alcune stati; privilegiare le cure domiciliari rispetto a quelle ospedaliere; diminuzione del consumo di carne; riorganizzazione mondiale dei piani di accoglienza degli immigrati; "i valori che hanno costruito l'Occidente saranno messi alla prova fino al punto di rottura" (ossia uccidere le ultime sacche di resistenza culturale fondate sul connubio tra filosofia classica di matrice greca, diritto romano e soprattutto cristianesimo); immigrazione verso Marte (sic). Ogni punto meriterebbe una tesi di dottorato, ma qui, per motivi di spazio, ci soffermiamo su un ottavo obiettivo che, in realtà, è il primo della lista che viene così presentato: "Tutti i prodotti diventeranno servizi. 'Non possiedo niente. Non possiedo un'auto. Non possiedo una casa. Non possiedo elettrodomestici o vestiti', scrive la deputata danese Ida Auken. Lo shopping è un lontano ricordo nella città del 2030, i cui abitanti hanno ottenuto energia pulita e preso in prestito ciò di cui hanno bisogno su richiesta". Il relativo claim nello spot sopra citato suona così: "Non possederai niente e sarai felice". Scritta che compare in sovraimpressione sopra il viso di un giovane dal sorriso beota.

ELIMINARE LA PROPRIETÀ PRIVATA
Dunque i potenti della Terra vogliono eliminare la proprietà privata e noi tutti saremo contenti di questo. Qualche breve riflessione. Questo obiettivo ha una matrice chiaramente comunista: l'abolizione della proprietà privata è un must del pensiero dei teorici del comunismo puro. Ogni bene sarà messo in comune, dunque ognuno, come indicato dal WEF prenderà a prestito ciò che gli servirà. Non si paga nulla e dunque nessun bene è di proprietà di nessuno. Ecco perché i prodotti spariranno, intesi come merce acquistabile, e diventeranno servizi: come uso del treno per spostarmi, ma il treno non è mio, parimenti userò un'auto per spostarmi, ma quell'auto non sarà mia. Lo sharing diventerà universale, ossia riguarderà tutti, e generale, cioè interesserà tutti i beni. Si tratta di un attacco frontale al diritto naturale e al diritto divino che prevedono in capo ai singoli il diritto alla proprietà privata. In tal modo lo Stato si impossesserà dei tuoi beni gestendo in modo ancor più pervasivo e asfissiante la tua libertà personale. Non solo, ma i membri del WEF preconizzano che noi non ci ribelleremo a questo esproprio non più proletario ma statale, bensì ne saremo entusiasti. La proprietà, evidentemente per questi signori, è un cappio al collo, un legame che soffoca, un vincolo che porta solo crucci, conflitti interpersonali. Ritorniamo invece al felice stato di natura dove nessuno possiede nulla perché non vi sono leggi, con il piccolo aggiustamento che sarà lo Stato ad occuparsi di te dalla culla, se ci arrivi, alla fossa. Nulla di nuovo: è il pensiero illuminista giacobino che con la forza ha tolto i beni all'aristocrazia e al clero e che trova le sue radici culturali nell'empirismo inglese del '500. Pensiamo al filosofo Thomas Hobbes (1588-1679) che, nel suo De Cive, raffigura l'uomo nello stato di natura come un soggetto che potenzialmente ha diritto su tutto. Un diritto dunque assoluto. Una volontà di potere che non si appalesa solo nel diritto di proprietà, ma è anche e soprattutto nel diritto ad un'esistenza pacifica e serena. Però predicare la possibilità di avere e fare tutto ciò che si desidera porta inevitabilmente ad un conflitto globale: il mio diritto che vuole essere assoluto incontra il limite del tuo diritto, che anche nelle tue intenzioni pretenderebbe di essere assoluto. Questo contrasto può solo essere evitato tramite la potestas, che genera effetti coattivi, dello Stato. Prezzo da pagare per garantirsi simile tutela è quello della cessione in mano al princeps dei propri diritti personali, un principe che diventa così Leviatano, figura che preconizza lo Stato hegeliano come suprema e assoluta entità morale.

LA DECRESCITA FELICE
Dunque l'invito, che diventerà una vera e propria imposizione in futuro, sarà quello di cedere il diritto di proprietà agli Stati e vivere così una vita spensierata: sarà l'approdo del fenomeno socio-politico conosciuto come decrescita felice. Una sorta di povertà generalizzata e coatta che ci dovrebbe rendere più sereni. Prova che il favore delle masse verso l'esproprio volontario diventerà realtà è almeno duplice. Da quasi due anni le popolazioni mondiali devono attenersi, chi più chi meno, a forme di restrizioni della libertà personali molto accentuate a motivo della pandemia. In alcuni casi tali misure sono giustificate, in altri appaiono irragionevoli. Eppure anche in quest'ultima ipotesi buona parte della collettività appoggia non solo senza fiatare, ma addirittura in modo entusiasta la privazione della libertà personale assumendo poi il ruolo di delatrice di chi non si allinea. Il nemico del popolo deve essere stanato e processato. Simile dinamica avviene anche per i temi ambientali: si rinuncia a prodotti che costano meno per optare per quelli più costosi e in genere meno performanti, però green. La rinuncia anche in questo caso è entusiasta perché viene rivestita di alto valore etico. Dunque lo scenario futuro prossimo sarà quello di una massa di persone volontariamente povere e felici di esserlo, verso cui non servirà la spada per convincerla a cedere i propri beni, ma solo la persuasione mass mediatica. I cittadini obbediranno scodinzolanti, felici di obbedire. È l'apice del totalitarismo non più duro e sanguinario, bensì soft e mellifluo. Aldous Huxley, autore de ll mondo nuovo, ebbe a scrivere: "La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno mai di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù".

Nota di BastaBugie: leggendo un articolo come questo potrebbe sembrare che siamo sull'orlo del baratro e che ci siamo senza possibilità di fuggire. Un destino ineluttabile sembra essere minaccioso davanti a noi. In realtà se quelli descritti sono i piani veri di chi vorrebbe sovvertire il mondo, e questo è indubitabile, però è altrettanto indubitabile che i piani potrebbero fallire. Spesso nella storia i piani dei cattivi sono falliti. Sembravano vincenti, ma è bastato poco a farli crollare. Insomma non è detta l'ultima parola. I buoni dovranno lottare per quanto possibile ciascuno al proprio posto e se lotteranno hanno buone probabilità di ribaltare i progetti dei cattivi. Inoltre i credenti hanno dalla loro parte il Dio che "ha rovesciato i potenti dai troni". (Giano Colli, direttore di BastaBugie)
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