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Ciao, sono Valentina e sono un'autrice in cerca di cura. La mia cura è l'ascolto e racconto per questo storie che curano. Puoi ascoltarmi qui e seguirmi sulla pagina fb...
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Ciao, sono Valentina e sono un'autrice in cerca di cura. La mia cura è l'ascolto e racconto per questo storie che curano. Puoi ascoltarmi qui e seguirmi sulla pagina fb Storie che curano: https://www.facebook.com/valentina.guzzardo.me/?modal=admin_todo_tour
Ogni settimana qui, insieme per tre minuti di cura in voce. Le mie storie che curano non sono mie ma di tutti e questo è uno spazio per me e per voi, per condividerle, scoprire che genere di cose ha il potere di curare e prenderci cura di noi.
La sfida: parlare ogni giorno di quello che c'è. Così forse impareremo a riconoscerlo per quello che è, a farci i conti, a andare oltre.
Ps! I commenti curano, in audio e in video anche di più, quindi siate generosi. Vale tutto ciò che risuona in risposta: un' immagine, una parola, un suono...Fantasia! E' questo che fa una rete di cura!
Un network di storie dove ognuno può cercare la propria cura. E offrirla all'altro.
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Ogni settimana qui, insieme per tre minuti di cura in voce. Le mie storie che curano non sono mie ma di tutti e questo è uno spazio per me e per voi, per condividerle, scoprire che genere di cose ha il potere di curare e prenderci cura di noi.
La sfida: parlare ogni giorno di quello che c'è. Così forse impareremo a riconoscerlo per quello che è, a farci i conti, a andare oltre.
Ps! I commenti curano, in audio e in video anche di più, quindi siate generosi. Vale tutto ciò che risuona in risposta: un' immagine, una parola, un suono...Fantasia! E' questo che fa una rete di cura!
Un network di storie dove ognuno può cercare la propria cura. E offrirla all'altro.
Explicit
6 MAY 2020 · 3,2,1...È la fine del lockdown e mentre tutto inizia a riaprire io mi chiedo: sono pronta a riaprirmi?
Bentornati a storie che curano!
—-
Quando tutto ha iniziato a fermarsi io ho iniziato a contare, alla rovescia, da molto lontano...
100, 99, 98...come nell'ipnosi... che poi a 3 2 1 clic (suono schiocco di dita) ti risvegli...In quale mondo?
Quando tutto questo è cominciato non pensavo certo che il sogno di nuovo che ci attendeva - dopo che chiuso in casa ognuno aveva fatto i conti con sé stesso - fosse con la mascherina sul viso…
E allora lo dico: ho paura. È allora l’ho detto, alla mia amica Pam, che ha risposto: ‘Io ho fiducia’.
E mi ha raccontato perché...
Qui Valentina Guzzardo, autrice in ascolto. Al servizio della cura umana e di tutte le sue forme in via di estinzione. Da rintracciare e condividere prima che sia troppo tardi, per salvarle: sono patrimonio dell'umanità, dna per non dimenticarsi di ciò che la rende tale.
AAA. Storie che curano è un prodotto d'autore che cerca casa in una radio.
In quest'epoca che sta cercando la sua cura è nata la serie podcast Storie che curano, per ricordare insieme, al di là dei farmaci, cosa ha il potere di curare e come prenderci cura di noi.
La serie ha una pagina facebook dedicata al progetto e la trasmetto da giornalista-autrice indipendente attraverso Spreaker, con l'intento di ricordare - in un mondo 'ammalato' di fretta, stress, onnipotenza - che siamo parte di una cura possibile e su misura, a misura umana. Che si declina in tante forme che abbiamo dimenticato, da riscoprire insieme: ogni puntata tre minuti di cura in voce.
Penso che l'intento di proteggere ciò che è radice comune dell'umanità - la cura - in tempi di epidemia possa essere sentito fortemente anche da una radio nazionale e per questo propongo il mio prodotto culturale. Forse in questo tempo che cambia c'è spazio per aprire al nuovo.
Valentina Guzzardo
https://www.facebook.com/valentina.guzzardo.me/
Explicit
11 APR 2020 · A Storie che curano, oggi, c'è un'autrice diventata mamma. Così quell'autrice in cerca di cura, per cui l'ascolto era la cura, ha iniziato anche a narrare fiabe, leggere a un bambino. E così, oggi, dopo un po' di Silenzio, leggo a voi la piccola storia di una patata tratta dal libro di Mike Boxhall, scomparso da poco tempo, grande insegnante cranio-sacrale, ma soprattutto insegnante dell'Essenza.
La piccola storia della patata ha qualcosa da insegnarci in questo momento strano, che non è né bello né brutto e ci chiede soltanto apertura e disponibilità a vivere l'esperienza, ed essere trasformati.
La storia fa così: "La primavera sta arrivando - credetemi, lo fa sempre, qualsiasi forma scelhga di assumere - e io attendo con ansia questo periodo di grande attività nel mio orto.
Tradizionalmente le patate novelle vanno piantate il Lunedì di Pasqua. Questo naturalmente se non piove o nevica o se il terreno non è troppo duro o troppo morbido, oppure se non sono a letto con una qualche influenza!
In linea di massima le patate sanno quando crescere e come crescere. Possiedono l'intelligenza della patata. Tutto quello che noi dobbiamo fare è fornire loro lo spazio e le condizioni in cui crescere. Non sappiamo come far crescere una patata; sappiamo solo come facilitare il suo essere una patata.
Mi domando, quante delle nostre difficoltà sono frutto della nostra convinzione di dover sapere?
Una cura, un equilibrato stato dell'essere possono verificarsi solo se ho conoscenze sufficienti? Questo sarebbe vero e possibile soltanto se possedessi tutto il sapere.
L'altra possibilità, forse, è affidarsi all'intelligenza della patata. Lei sa!
Credo che a volte rimaniamo troppo coinvolti nel metodo a discapito del contatto con l'essenza, che non è il metodo e neppure una qualsiasi delle maree, ma l'intelligenza che esse portano in sé, come un tempio contiene lo Spirito.
Quanto fa paura rinunciare alla sicurezza del sapere, eppure soltanto rinunciando al personale, che è il sapere, siamo in grado di raggiungere il transpersonale, che è l'Essenza.
Nel frattempo le mie patate sono al buio e cominciano a buttar fuori i primi germogli, ciechi ma intelligenti".
E con una storia di patate al posto che di uova vi auguro buona Pasqua, o meglio buone tappe di rinascita per questa umanità che sta cercando un nuovo modo per essere se stessa. E rimanere umana.
Explicit
28 AUG 2019 · "Le forme della cura non sono nella cultura perchè non sono connesse ad optional culturali variabili nel tempo. I fondamenti della cura sono nella nostra fisicità biologica, nel nostro corredo ormonale. Il paradigma della cura materna è il paradigma della cura tout court che è utile in qualsiasi situazione ci sia un'imparità tra chi sa e chi non sa, tra chi è grande e chi piccolo, tra medico e persona da assistere...Non esiste cura senza coinvolgimento e non è vero che il coinvolgimento ti porta via la ragione, si tratta di mettere insieme le due cose ed è possibile farlo quando il fermminile ispira il maschile e il maschile limita il femminile".
Giuliana Mieli da un intervento per IRIS (Istituto Ricerca Intervento Salute)
IRIS si pone lo scopo di diffondere il diritto alla salute e al benessere; di promuovere una visione pluridisciplinare e multiculturale degli eventi fisiologici della vita tra gli operatori sanitari e i cittadini; di promuovere il valore dell’attività “di cura” delle persone, sia negli ambiti professionali che nella vita quotidiana.
Giuliana Mieli è laureata in Filosofia teoretica e in Psicologia clinica, dopo aver lavorato negli anni Settanta presso i primi Centri di Salute Mentale sul territorio, è stata consulente per vent'anni presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale S.Gerardo di Monza e successivamente per otto anni dell'ospedale S.Giuseppe di Milano. Oltre alla clinica, si è dedicata alla formazione affettiva del personale sanitario di varie ASL, ad attività di docenza e al tirocinio di psicologi neolaureati.
Explicit
29 MAY 2019 · Abbiamo tutti un momento in cui…andiamo in blocco, come le caldaie. E’ il caso allora di metterci in buone mani, anche solo per un’ora. Un trattamento benessere fa 'miracoli'! Quelli concreti, come restituire vitalità, stappare emozioni bloccate, recuperare un sonno rigenerante…e che altro? Ce lo raccontano sei Operatori bionaturali che condividono la passione e la professione dello Shiatsu. A Storie che curano, voglia di benessere!
Un trattamento benessere che incoraggi l’espressione della fiducia rinnova la motivazione verso il proprio scopo nella vita, che secondo gli studi più innovativi degli ultimi vent’anni è legato alla salute cerebrale!
Credit Music: frammenti ricomposti di Imagine Dragons - Bad Liar (Lyric Video)
Hanno partecipato (in ordine di ‘apparizione’): Consuelo Pedroni; Davide Albertini; Lucia Tomasi; Roberto Pandini; Daniela Parasca.
21 MAR 2019 · Una storia di vitalità che arriva da Chianciano Terme, primo comune Shiatsu friendly in Italia e apripista di un progetto più ampio: dare vita a una vera e propria rete di comuni della cura. Un progetto a cura di APOS, l’associazione professionale di riferimento per gli operatori Shiatsu, che insieme ai protagonisti del territorio - le amministrazioni comunali - sta generando un vero e proprio risveglio della partecipazione locale in attività 'vitality friendly' organizzate in sinergia e mirate a un'educazione al benessere che riattivi stili di vita sani, in armonia con l'ambiente e in equilibrio con risorse interiori che lo Shiatsu e le discipline bio-naturali sono in grado di rivitalizzare.
La puntata: a Storie che curano il segretario generale di APOS, Marco Ricci.
“Un comune Shiastu friendly è caratterizzato dall’attenzione verso stili di vita salutari che promuovono la persona come concetto di salute. Salute che non viene più vista come assenza di malattia, ma come un prendersi cura di sé, trovare un momento di equilibrio e di armonia, pensare al proprio benessere psicofisico e individuare un luogo anche fisico dove sentire che questo è possibile”.
Sono già cinque le Regioni conquistate da questa rivoluzione 'vitality friendly'. Alla Toscana, con Chianciano Terme che per primo ha detto sì nel 2018, si sta unendo il Veneto con Jesolo. E ancora: Basilicata, Puglia e Sicilia.
“Il nostro desiderio è creare una rete di comuni che promuovono lo Shiatsu in un paio d’anni circa, le cose si stanno muovendo molto velocemente. La mappa dei comuni della cura nelle nostre intenzioni dovrebbe averne almeno uno per regione”.
Veri e propri epicentri di cura in cui organizzare eventi che coinvolgono operatori, gente locale, paesi vicini per un’ondata di benessere ad ampio raggio.
“Questi eventi non sono eventi Shiatsu, ma coinvolgono anche altre discipline del benessere, - per esempio lo Yoga, il Tai Chi - utilizzando anche elementi dalla cultura orientale come per esempio il movimento del corpo, il respiro, un’alimentazione equilibrata e un buon equilibrio psicofisico”.
Un esempio concreto sono i mini corsi di Shiatsu per tutti – che verranno proposti a Jesolo, forse sulla spiaggia – dove poter imparare tecniche base per prendersi cura di parenti e amici. Ecco cosa è successo tra una madre e una figlia adottiva dopo uno di questi.
“…attraverso il linguaggio tonico emozionale trasmesso dal corpo ha sentito questa figlia veramente come sua. Ha detto che è stato un po’ come sbloccarsi e questo momento relazionale è proseguito anche dopo”.
E’ quanto accade attraverso quel linguaggio non verbale di cura che ci riporta alla prima cura, quella materna. E’ questo il tocco con cui Apos risveglia il territorio, facendo cultura della vitalità attraverso città shiastu friendly.
Io sono Valentina Guzzardo, questo spazio è storie che curano e la domanda con cui vi lascio non può essere che una: Chi è il prossimo comune della cura a entrare in rete?
Per saperne di più:
http://www.shiatsuapos.com/partner/285-comuni-shiatsu-friendly
https://www.facebook.com/watch/?v=958015121026606
Explicit
31 DEC 2018 · Quello che c’è oggi è un anno che inizia e una storia di sette passi per cominciarlo al meglio.
L’ho ascoltata nell’eremo di Quorle, in provincia di Arezzo, raccontata dal suo custode Wolfang Fasser, fisoterapista e musicoterapeuta, cieco dall’eta di 22 anni eppure guida sicura sulla via dei sette passi…
Il primo (passo) è stretto lungo un muro. Ci sono pezzi di vita da attraversare soli. Facendolo impari a lasciarti ispirare ma non prendere mai nessuno ‘a misurino di te’. Il primo passo insegna: sii la tua misura.
Ed eccoci a un gelso, tagliato perché stava male, da sui sbuca un nuovo germoglio pronto a crescere. In ogni ciclo che si chiude si trova un tesoro. E’ come un arcobaleno che atterra dall’altra parte e da lì ne nasce uno nuovo.
Ogni volta che devi ripartire, se vuoi sapere dove andare, ricorda da dove vieni perché è lì che è scritto: il tempo e le circostanze creano il nostro solco, in esso è impresso lo slancio della nostra direzione personale.
Arriviamo a una pietraia, dove si annidano le serpi. Se hai paura ricorda di fare un passo indietro, stare fermo e guardare meglio. Prendere consapevolezza della paura non la fa passare ma ti permette poi di andare oltre, fare un passo in avanti per attraversarla e non perdere la vita. Ti permette di essere libero.
….
Con queste ispirazioni vi auguo buon inizio, con cura!
Qui Valentina Guzzardo, autrice in cerca di cura. La mia cura è l’ascolto. Grazie per dare voce alla cura che siamo.
Explicit
29 DEC 2018 · Ogni cosa che facciamo abitualmente, con regolarità, dandogli valore diventa rito e dunque acquista sacralità, proprio come ogni parola, detta con la consapevolezza di ciò che si dice, può sortire l’effetto di una benedizione.
Quelle che chiamiamo abitudini, e ripetiamo come automi, sono invece le azioni a cui abbiamo smesso di riconoscere un qualche valore che le lega a noi.
Ciò che eleviamo a rito ha il potere di lasciare una traccia, un segno di noi – e di noi insieme – nel tempo.
Ogni cosa può essere rito. Persino una scatola. Questo episodio è la storia di una scatola regalo, che contiene il tempo. E aiuta a ricordare perché ha ancora senso, oggigiorno, parlare di riti. E tenere vivi quelli familiari, personali o tradizionali.
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14 DEC 2018 · Quello che c’è oggi, sarà l’aria di Natale, è un mare di desideri. Quel genere di desideri che non c’è un negozio dove li puoi comprare. E’ come se l’atmosfera di questo tempo dell’anno autorizzasse a desiderare senza freni.
Ma cosa è davvero importante? A Storie che curano, oggi, c’è questa domanda sotto l’albero. E me, seduta, ad ascoltare…
Ha gli occhi intensi, Sabrina Servucci, e i capelli lunghi madreperla. Da anni è operatrice Shiatsu in strutture di riabilitazione post coma, silenziosa curatrice, attraverso il corpo, degli stati di minima coscienza e custode dei desideri di chi si trova su una soglia.
“Vorrei raccontare una cosa che mi ha scosso, mi ha divertito, mi ha commosso perché mi ha riportato sull’essenzialità. Mi è capitato di lavorare con lo Shiatsu in Hospice con persone più o meno consapevolmente vicine alla fine, ma ci sono stati anche dei casi in cui le aspettative che volgevano a una certa gravità non si sono poi rivelate esatte. Penso in particolare a una donna con cui ho avuto un rapporto profondo grazie allo Shiatsu – che offre un contatto da pelle a pelle, da calore a calore, dove senti la paura ma anche l’abbandono, insomma tutto quello che sta nella profondità del contatto manuale, quindi anche una certa confidenza un po’ ‘guascona’ in qualche modo – mi è venuto spontaneo chiederle: Qual è la prima cosa che fai uscita da qui? Perché comunque era stata una degenza abbastanza lunga… la sua risposta è stata: andare in una certa osteria in Brianza dove c’è quel tipo di formaggio lì, che mi piace tanto… e mi ha colpito tantissimo l’essenzialità del desiderio, la fattibilità. Un desiderio piccolo, essenziale, felice, senza vie di fuga e possibile. Mi aveva colpito questa essenzialità che nelle condizioni difficili si raggiunge sempre”.
E’ bello ricordare che ciò che conta è proprio lì dove non lo cerchiamo perché sembra troppo semplice.
Qui Valentina Guzzardo, autrice in cerca di cura. La mia cura è l’ascolto. Grazie per dare voce alla cura che siamo.
E nella prossima puntata un’idea regalo intitolata ‘il segno del tempo’. A presto!
Buon ascolto e condividete cura!
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26 NOV 2018 · Una storia di mamma per scoprire che, sotto sotto, non è un bambino il punto, ma solo una metafora per riscoprire che in fondo è l’occuparsi di qualcun altro, che cura: è questa la medicina naturale per smettere di rimuginare e uscire dal loop dei propri conflitti, diventati gabbie.
Quando si è in lotta con se stessi sembra di non sentire né capire più niente. Appena ci si mette in ascolto dell’altro e dei suoi bisogni si riconquista come per magia la capacità di mettersi in contatto coi propri. D’improvviso, dentro si fa silenzio. E in quel silenzio, ri-eccoci.
Esserci per l’altro, chiunque esso sia, non solo un bimbo, ci permette di tornare ad esserci anche per noi.
C’è cura ogni volta che una spinta d’amore (la forza della vita) ci chiama fuori da noi stessi, per dare supporto all’altro, chiunque esso sia, quando ne ha bisogno: nel farlo torniamo presenti, i pensieri ripetitivi in cui di solito siamo immersi passano in secondo piano e ci riscopriamo capaci di accogliere e sostenere la vulnerabilità, permettendole di crescere.
Grazie a Cinzia per ricordare che siamo ‘mamma cura’ ogni volta che riusciamo a farlo.
Il testo integrale della puntata:
Vi ho promesso autenticità e dato che mi piace mantenere le promesse quello che c’è oggi, per la verità, un bel raffreddore che ancora non se ne va. Che mi fa sempre pensare alla mamma, che invece non c’è.
La prima volta che ho preso l’influènza e non c’era più, mi sono chiesta: e adesso, chi mi cura?
A Storie che curano, oggi, la pagina di diario di una mamma.
Cara bimba, scrive Cinzia, la mamma si era persa, tutto appariva buio, ma tu l’hai riacceso…
“…quando un bambino nasce...hai tra le mani un esserino che dipende completamente da te per poter vivere e sopravvivere…dunque passi le tue giornate a vedere se mangia abbastanza dorme abbastanza…quindi non puoi fare altro che concentrarti sull’unico obiettivo che hai che è la sua sopravvivenza quindi tutte le tue angosce, problemi, sofferenze, vengono messe da parte perché la nascita di un bambino, il diventare madre è un’esperienza così totalizzante che ti fa dimenticare te stessa e quelle che potevano essere prima esigenze diventano solo dettagli in un quadro più ampio.
Ogni giorno quando mi riguardo indietro mi rendo conto di quanto poco importante fosse quel dolore che sentivo, che invece ai tempi era enorme, indescrivibile e causato da drammi irrisolvibili e poi invece di fronte alla vita che s’impone non era niente”.
Quando guardi un neonato, ti dimentichi di te e ti ricordi di tutto. Una medicina naturale, dice qualcuno. Ma non per tutti un bimbo lo è. E allora la medicina naturale dentro questa storia qual è?
“…nel mio caso quello che mi ha guarito è stata la vita, nel senso che la vita mi ha riportato alla vita, nel senso che mi ha permesso di spostare totalmente l’attenzione da me stessa ad altro che poi era come ritornare a me stessa per poi uscirne di nuovo e vedere tutto dall’alto”.
Sotto sotto, non è un bambino il punto. Lo sembra, perché rappresenta la spinta più forte, quella della specie umana, ad andare oltre se stessa e le proprie ‘gabbie’ per nutrire e sostenere la vita.
Un bambino non è il punto ma solo una metafora per riscoprire che l’occuparsi di qualcun altro, chiunque altro, grazie al fatto che l’amore ci ha spinto fuori da noi stessi, può curare.
Esserci per lui, supportarlo, soprattutto quando è vulnerabile come un bimbo, ci permette di tornare ad esserci anche per noi, forse perché improvvisamente, scopriamo di esserne capaci.
Explicit
15 NOV 2018 · 'Dentro storie che curano' è il dietro le quinte di 'Storie che curano'. In questa puntata vi racconto come un vostro audio-dono diventa una storia che cura.
'Dentro storie che curano' è una sezione di contenuti speciali per approfondire – anche con interviste e stralci da testi di riferimento - i fondamenti terapeutici delle forme di cura accennate in puntata.
In pragmatica della comunicazione si dice Meta-comunicare quando si parla di come è fatta la comunicazione cui facciamo riferimento. 'Dentro Storie che curano' è meta-comunicazione sulla cura per interrogarci insieme su tutti gli 'attori' della cura, scomporre i processi, osservarli da più prospettive e dunque arricchirli.
Il tutto, come in un gioco di profondità di campo a più sguardi. Per questo ho associato a ‘Dentro storie che curano’ questa foto in cui la pittrice messicana Frida Kahlo dipinge il proprio autoritratto mentre Diego Rivera, suo marito, la osserva e un quarto paio d’occhi, quelli del fotografo Silberstein Bernard, scatta dall’esterno.
'Dentro storie che curano' propone puntate di approfondimento per costruire insieme un senso espanso e comune di questa magia che è la cura umana, quella della relazione, precedente a qualsiasi medicina e perciò talmente ancestrale, basica, trasversale da riguardare tutti ed essere precorritrice di ogni altra disciplina terapeutica.
Ciao, sono Valentina e sono un'autrice in cerca di cura. La mia cura è l'ascolto e racconto per questo storie che curano. Puoi ascoltarmi qui e seguirmi sulla pagina fb...
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Information
Author | Valentina Guzzardo |
Organization | Valentina Guzzardo |
Categories | Health & Fitness |
Website | www.valentinaguzzardo.com |
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