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Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole. Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di...
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Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole. Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
La storia, anzi, le storie che ci racconta Camilleri hanno origine da fatti di cronaca, in qualche caso da documenti storici. Ma lui da grande affabulatore , li rende meri “pretesti”, che gli favoriscono il piacere immenso di “divertirsi e divertire”. Ecco, mi ha ricordato il cantastorie della mia fanciullezza, quello più bravo, e ce ne erano tanti di bravi, quello che partendo da fatti di cronaca banali, per quanto cruenti e pieni di intrecci e intrighi, riusciva a farli diventare poesia, o sarebbe meglio dire poemi, utili a definire e a tramandare la memoria e l’identità di un popolo, di una civiltà. Ecco ciò che si è divertito a fare l’autore. Approfittando della sua innata capacità di inventare, ma anche della sua enorme capacità di interpretare con arguzia ed efficacia lo spirito e l’animo, la forza e le debolezze, degli esseri umani. Anche lui utilizzando il lenzuolo della pagina bianca del libro, dividendola in riquadri, geometrici, solo apparentemente semplici, disegnati con cura, con gli stessi colori decisi e gli stessi toni forti, gli stessi profili marcati, dei cantastorie suoi omologhi. Anche se lui, forse per umiltà, si schermisce definendosi piuttosto un conta-storie.
Camilleri dispone nel suo lessico di una quantità enorme di vocaboli, quasi infinita. Oltre ai vocaboli “ufficiali”, quelli sanciti dalle Accademie preposte, lui ha il privilegio e la scienza per permettersi l’uso di altre migliaia di termini, presi “a prestito” da dialetti, vernacoli, di tutta Italia, con qualche puntatina anche all’estero. E lo fa con una maestria e una accuratezza degna di un miniaturista, per non dire di un entomologo.
Intreccia frasi, parole, sillabe; le colora e ce le rende musicali.
Non ci sono protagonisti, ovvero lo sono tutti. E quindi non si trovano antagonisti. Ci saranno senz’altro personaggi a noi più simpatici e personaggi assolutamente insopportabili. Così troveremo Gaspàno Inclima, temerario e sensuale; Concetta Riguccio vedova Lo Russo, timida e curiosa; Emanuele Ferraguto, u zù Memé, viscido e feroce; il prefetto, fiorentino, Bortuzzi cavalier dottor Eugenio; e tanti tanti altri; tutti i soci del circolo cittadino di Vigàta, ad esempio, ognuno dei quali permetterebbe all’autore un paio di capitoli a parte. Il delegato Puglisi, il dottor Gammacurta; l’onorevole Paolino Fiannaca, rappresentazione oscena dei peggiori traffichini “politici” che ognuno di noi ha ben presente nel proprio bagaglio di esperienze. Ma una menzione speciale merita, a mio avviso, l’umile falegname, il padre di Minicuzzo Adornato. Egli ci racconta in due pregevoli paginette, il suo approccio, la sua fortuita conoscenza dell’opera lirica, alla tenera età di sei anni; è, a mio parere, il momento più tenero e commovente di tutto il libro.
“Potete scombinare l’ordine dei quadri, ognuno di voi può stabilire una sua personale sequenza”, ci suggerisce in calce al testo l’autore. E in effetti, per come è strutturato il libro, ciò e possibile, senza inficiare o intaccare il valore e il significato del testo. … non ve n’è bisogno!! Ma ci piace pensare che potremmo farlo. Personalmente mi piace di tanto in tanto riprendere in mano il libro, e leggere un capitolo a caso
Efficace e divertente il gioco degli incipit per ogni capitolo. Ma questa non la spiego, perché chi ha letto sa,chi non ha letto … è ora che lo faccia!!
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La storia, anzi, le storie che ci racconta Camilleri hanno origine da fatti di cronaca, in qualche caso da documenti storici. Ma lui da grande affabulatore , li rende meri “pretesti”, che gli favoriscono il piacere immenso di “divertirsi e divertire”. Ecco, mi ha ricordato il cantastorie della mia fanciullezza, quello più bravo, e ce ne erano tanti di bravi, quello che partendo da fatti di cronaca banali, per quanto cruenti e pieni di intrecci e intrighi, riusciva a farli diventare poesia, o sarebbe meglio dire poemi, utili a definire e a tramandare la memoria e l’identità di un popolo, di una civiltà. Ecco ciò che si è divertito a fare l’autore. Approfittando della sua innata capacità di inventare, ma anche della sua enorme capacità di interpretare con arguzia ed efficacia lo spirito e l’animo, la forza e le debolezze, degli esseri umani. Anche lui utilizzando il lenzuolo della pagina bianca del libro, dividendola in riquadri, geometrici, solo apparentemente semplici, disegnati con cura, con gli stessi colori decisi e gli stessi toni forti, gli stessi profili marcati, dei cantastorie suoi omologhi. Anche se lui, forse per umiltà, si schermisce definendosi piuttosto un conta-storie.
Camilleri dispone nel suo lessico di una quantità enorme di vocaboli, quasi infinita. Oltre ai vocaboli “ufficiali”, quelli sanciti dalle Accademie preposte, lui ha il privilegio e la scienza per permettersi l’uso di altre migliaia di termini, presi “a prestito” da dialetti, vernacoli, di tutta Italia, con qualche puntatina anche all’estero. E lo fa con una maestria e una accuratezza degna di un miniaturista, per non dire di un entomologo.
Intreccia frasi, parole, sillabe; le colora e ce le rende musicali.
Non ci sono protagonisti, ovvero lo sono tutti. E quindi non si trovano antagonisti. Ci saranno senz’altro personaggi a noi più simpatici e personaggi assolutamente insopportabili. Così troveremo Gaspàno Inclima, temerario e sensuale; Concetta Riguccio vedova Lo Russo, timida e curiosa; Emanuele Ferraguto, u zù Memé, viscido e feroce; il prefetto, fiorentino, Bortuzzi cavalier dottor Eugenio; e tanti tanti altri; tutti i soci del circolo cittadino di Vigàta, ad esempio, ognuno dei quali permetterebbe all’autore un paio di capitoli a parte. Il delegato Puglisi, il dottor Gammacurta; l’onorevole Paolino Fiannaca, rappresentazione oscena dei peggiori traffichini “politici” che ognuno di noi ha ben presente nel proprio bagaglio di esperienze. Ma una menzione speciale merita, a mio avviso, l’umile falegname, il padre di Minicuzzo Adornato. Egli ci racconta in due pregevoli paginette, il suo approccio, la sua fortuita conoscenza dell’opera lirica, alla tenera età di sei anni; è, a mio parere, il momento più tenero e commovente di tutto il libro.
“Potete scombinare l’ordine dei quadri, ognuno di voi può stabilire una sua personale sequenza”, ci suggerisce in calce al testo l’autore. E in effetti, per come è strutturato il libro, ciò e possibile, senza inficiare o intaccare il valore e il significato del testo. … non ve n’è bisogno!! Ma ci piace pensare che potremmo farlo. Personalmente mi piace di tanto in tanto riprendere in mano il libro, e leggere un capitolo a caso
Efficace e divertente il gioco degli incipit per ogni capitolo. Ma questa non la spiego, perché chi ha letto sa,chi non ha letto … è ora che lo faccia!!
Un gran bel libro!
Un gran bel libro!
8 DEC 2020 · E’ chiaro che l’autore si è molto divertito a scrivere questo libro.
Da piccolo (sono nato e cresciuto in un paesino dell’entroterra siciliano), ricordo il cantastorie, che periodicamente arrivava e montava il suo piccolo teatrino nella piazza del paese, un telo grande come un lenzuolo da letto, riquadrato; in ogni riquadro c’era la rappresentazione a disegni di quanto si apprestava a raccontare.
La storia, anzi, le storie che ci racconta Camilleri hanno origine da fatti di cronaca, in qualche caso da documenti storici. Come quelle del cantastorie. che partendo da fatti incidentali, per quanto cruenti e pieni di intrecci e intrighi, riesce a farli diventare poesia, o sarebbe meglio dire poemi, utili a definire e a tramandare la memoria e l’identità di un popolo, di una civiltà.
Camilleri interpreta con arguzia ed efficacia lo spirito e l’animo, la forza e le debolezze, degli esseri umani. Anche lui utilizzando il lenzuolo della pagina bianca del libro, dividendola in riquadri, disegnati con cura, con gli stessi colori decisi e gli stessi toni forti, gli stessi profili marcati, dei cantastorie suoi omologhi. Anche se lui, forse per modestia, si schermisce definendosi piuttosto un conta-storie.
Dispone nel suo lessico di una quantità enorme di vocaboli, ma non gli bastano, e perciò utilizza anche altre migliaia di termini, presi “a prestito” da dialetti, vernacoli, di tutta Italia. E lo fa con una maestria e una accuratezza degna di un miniaturista, per non dire di un entomologo.
Intreccia frasi, parole, sillabe; le colora e ce le rende musicali.
Non ci sono protagonisti, ovvero lo sono tutti. E quindi non si trovano antagonisti. Ci saranno senz’altro personaggi a noi più simpatici e personaggi assolutamente insopportabili. Gaspàno Inclima, temerario e sensuale; Concetta Riguccio vedova Lo Russo, timida e curiosa; Emanuele Ferraguto, u zù Memé, viscido e feroce; il prefetto, fiorentino, Bortuzzi cavalier dottor Eugenio; e tanti tanti altri; tutti i soci del circolo cittadino di Vigàta, ad esempio, ognuno dei quali permetterebbe all’autore un paio di capitoli a parte. E l’umile falegname, don Ciccio che ci racconta in due pregevoli paginette, la sua fortuita conoscenza dell’opera lirica alla tenera età di sei anni; è, a mio parere, il momento più tenero e commovente di tutto il libro.
“potete scombinare l’ordine dei quadri, ognuno di voi può stabilire una sua personale sequenza”, ci suggerisce in calce al testo l’autore. E in effetti, per come è strutturato il libro, ciò è possibile, senza inficiare o intaccare il valore e il significato del testo. … non ve n’è bisogno!! Ma ci piace pensare che potremmo farlo.
Efficace e divertente il gioco degli incipit per ogni capitolo. Ma questa non la spiego, perché chi ha letto sa,chi non ha letto … è ora che lo faccia!!
8 DEC 2020 · "Era una notte che faceva spavento". L'inizio di questo magnifico Libro. Con l'incipit che ha ormai scavalcato montagne e attraversato oceani, per quanto è diventato famoso.
Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole.
Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
Questo è il Capitolo 1; in tutto il libro è composto da 24 capitoli.
Invito tutti ad ascoltarli, hanno una durata media intorno ai 20 minuti minuti.
Ho curato anche le musiche e gli effetti sonori.
Saranno molto graditi i vostri commenti. Grazie 😊
8 DEC 2020 · "C'è un fantasima che fa tremare". Circolo cittadino di Vigata “Famiglia e Progresso” , dove facciamo conoscenza con i soci intenti a dirimere questioni relative a musica e “musicanti”, con la consueta e riconoscibile veemenza e potenza linguistica della provincia siciliana.
Ritrovano unità e piena concordia quando qualcuno, forestiero per giunta, vuole imporre il proprio gusto e la propria volontà. È dunque il momento di passare all'azione.
Il destino si compie! Si compie con forza, senza scampo.
Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole.
Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
Questo è il Capitolo 2; in tutto il libro è composto da 24 capitoli.
Invito tutti ad ascoltarli, hanno una durata media intorno ai 20 minuti minuti.
Ho curato anche le musiche e gli effetti sonori.
Saranno molto graditi i vostri commenti. Grazie 😊
13 DEC 2020 · ChiamatemI Emanuele. Ecco il prefetto Bortuzzi. Riconosciamo subito la sua protervia e l'arroganza che lo contaddistinguono. Ed ecco anche don Memè, bandito e farabutto. Com'è possibile che i due siano in combutta e complici?
Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole.
Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
Questo è il Capitolo 4; in tutto il libro è composto da 24 capitoli.
Invito tutti ad ascoltarli, hanno una durata media intorno ai 20 minuti minuti.
Ho curato anche le musiche e gli effetti sonori.
Saranno molto graditi i vostri commenti. Grazie 😊
25 DEC 2020 · Avrebbe tentato d'alzare la muschittera?
Una parentesi rosa, fra il giallo il nero e il grigio della nostra Storia: passione e amore sbocciati e consumati nel silenzio delle parole.
Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole.
Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
Questo è il Capitolo 3; in tutto il libro è composto da 24 capitoli.
Invito tutti ad ascoltarli, hanno una durata media intorno ai 20 minuti minuti.
Ho curato anche le musiche e gli effetti sonori.
Saranno molto graditi i vostri commenti. Grazie 😊
3 JAN 2021 · La matinata del giorno in cui
L'autore ci porta a teatro, dove ci propone un assaggio di cosa succede la sera della rappresentazione. E già intuiamo che la situazione è grave! Ma non seria. Pertanto, come spesso avviene nelle tragedie, c'è anche il lato comico.
Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole.
Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
Questo è il Capitolo 5; in tutto il libro è composto da 24 capitoli.
Invito tutti ad ascoltarli, hanno una durata media intorno ai 20 minuti minuti.
Ho curato anche le musiche e gli effetti sonori.
Saranno molto graditi i vostri commenti. Grazie 😊
7 JAN 2021 · Egregie signore e diciamolo pure
All' esimio preside di Fela, professor Carnazza, viene chiesto di tenere una conferenza su Luigi Ricci, l'autore delle musiche dell'opera “Il Birraio di Preston”. Riuscirà, il poverino, a portare a termine il suo ingrato compito?
Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole.
Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
Questo è il Capitolo 6; in tutto il libro è composto da 24 capitoli.
Invito tutti ad ascoltarli, hanno una durata media intorno ai 20 minuti minuti.
Ho curato anche le musiche e gli effetti sonori.
Saranno molto graditi i vostri commenti. Grazie 😊
15 JAN 2021 · Turiddru Macca, il figlio
Dove l'autore ci conduce nei pressi del Teatro, subito dopo gli incidenti che hanno provocato un pericoloso incendio.
L'ingegner Hoffer, con la sua prodigiosa machina spegnifoco, si da da fare; e incappa in una famiglia molto particolare.
Il delegato Puglisi più confuso che persuaso partecipa attivamente. Turiddru alle prese col fuoco, salva la madre, la gnà Nunzia.
Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole.
Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
Questo è il Capitolo 7; in tutto il libro è composto da 24 capitoli.
Invito tutti ad ascoltarli, hanno una durata media intorno ai 20 minuti minuti.
Ho curato anche le musiche e gli effetti sonori.
Saranno molto graditi i vostri commenti. Grazie 😊
20 JAN 2021 · Solo chi è picciotto può avere
nel presentarci il lato storico/sociale della Vigata di quegli anni, l'autore mostra anche il suo lato sentimentale e passionale. La storia a volte si ripete; ed è facile qui fare un parallelo con fatti e avvenimenti storico/sociali a noi più vicini.
Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole.
Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
Questo è il Capitolo 8; in tutto il libro è composto da 24 capitoli.
Invito tutti ad ascoltarli, hanno una durata media intorno ai 20 minuti minuti.
Ho curato anche le musiche e gli effetti sonori.
Saranno molto graditi i vostri commenti. Grazie 😊
23 JAN 2021 · Lei sa home la penso
assistiamo allo scontro dialettico tra il prepotente prefetto Bortuzzi e il galantuomo colonnello Vidusso: l'argomento è sempre lo stesso: la caparbietà del primo nel voler imporre l'opera Il Birraio di Preston per l'inaugurazione del nuovo teatro di Vigata. Anche la stampa locale avrebbe preso una posizione contraria, ma l'intevento del farabutto Memè Ferraguto, complice del prefetto, gli fa cambiare rotta.
Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole.
Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
Questo è il Capitolo 9; in tutto il libro è composto da 24 capitoli.
Invito tutti ad ascoltarli, hanno una durata media intorno ai 20 minuti minuti.
Ho curato anche le musiche e gli effetti sonori.
Saranno molto graditi i vostri commenti. Grazie 😊
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Ascoltate la mia lettura, sono certo che la troverete piacevole. Ogni capitolo è divertente e compiuto di per sé, ma sono certo che se inizierete non avrete più voglia di smettere.
La storia, anzi, le storie che ci racconta Camilleri hanno origine da fatti di cronaca, in qualche caso da documenti storici. Ma lui da grande affabulatore , li rende meri “pretesti”, che gli favoriscono il piacere immenso di “divertirsi e divertire”. Ecco, mi ha ricordato il cantastorie della mia fanciullezza, quello più bravo, e ce ne erano tanti di bravi, quello che partendo da fatti di cronaca banali, per quanto cruenti e pieni di intrecci e intrighi, riusciva a farli diventare poesia, o sarebbe meglio dire poemi, utili a definire e a tramandare la memoria e l’identità di un popolo, di una civiltà. Ecco ciò che si è divertito a fare l’autore. Approfittando della sua innata capacità di inventare, ma anche della sua enorme capacità di interpretare con arguzia ed efficacia lo spirito e l’animo, la forza e le debolezze, degli esseri umani. Anche lui utilizzando il lenzuolo della pagina bianca del libro, dividendola in riquadri, geometrici, solo apparentemente semplici, disegnati con cura, con gli stessi colori decisi e gli stessi toni forti, gli stessi profili marcati, dei cantastorie suoi omologhi. Anche se lui, forse per umiltà, si schermisce definendosi piuttosto un conta-storie.
Camilleri dispone nel suo lessico di una quantità enorme di vocaboli, quasi infinita. Oltre ai vocaboli “ufficiali”, quelli sanciti dalle Accademie preposte, lui ha il privilegio e la scienza per permettersi l’uso di altre migliaia di termini, presi “a prestito” da dialetti, vernacoli, di tutta Italia, con qualche puntatina anche all’estero. E lo fa con una maestria e una accuratezza degna di un miniaturista, per non dire di un entomologo.
Intreccia frasi, parole, sillabe; le colora e ce le rende musicali.
Non ci sono protagonisti, ovvero lo sono tutti. E quindi non si trovano antagonisti. Ci saranno senz’altro personaggi a noi più simpatici e personaggi assolutamente insopportabili. Così troveremo Gaspàno Inclima, temerario e sensuale; Concetta Riguccio vedova Lo Russo, timida e curiosa; Emanuele Ferraguto, u zù Memé, viscido e feroce; il prefetto, fiorentino, Bortuzzi cavalier dottor Eugenio; e tanti tanti altri; tutti i soci del circolo cittadino di Vigàta, ad esempio, ognuno dei quali permetterebbe all’autore un paio di capitoli a parte. Il delegato Puglisi, il dottor Gammacurta; l’onorevole Paolino Fiannaca, rappresentazione oscena dei peggiori traffichini “politici” che ognuno di noi ha ben presente nel proprio bagaglio di esperienze. Ma una menzione speciale merita, a mio avviso, l’umile falegname, il padre di Minicuzzo Adornato. Egli ci racconta in due pregevoli paginette, il suo approccio, la sua fortuita conoscenza dell’opera lirica, alla tenera età di sei anni; è, a mio parere, il momento più tenero e commovente di tutto il libro.
“Potete scombinare l’ordine dei quadri, ognuno di voi può stabilire una sua personale sequenza”, ci suggerisce in calce al testo l’autore. E in effetti, per come è strutturato il libro, ciò e possibile, senza inficiare o intaccare il valore e il significato del testo. … non ve n’è bisogno!! Ma ci piace pensare che potremmo farlo. Personalmente mi piace di tanto in tanto riprendere in mano il libro, e leggere un capitolo a caso
Efficace e divertente il gioco degli incipit per ogni capitolo. Ma questa non la spiego, perché chi ha letto sa,chi non ha letto … è ora che lo faccia!!
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La storia, anzi, le storie che ci racconta Camilleri hanno origine da fatti di cronaca, in qualche caso da documenti storici. Ma lui da grande affabulatore , li rende meri “pretesti”, che gli favoriscono il piacere immenso di “divertirsi e divertire”. Ecco, mi ha ricordato il cantastorie della mia fanciullezza, quello più bravo, e ce ne erano tanti di bravi, quello che partendo da fatti di cronaca banali, per quanto cruenti e pieni di intrecci e intrighi, riusciva a farli diventare poesia, o sarebbe meglio dire poemi, utili a definire e a tramandare la memoria e l’identità di un popolo, di una civiltà. Ecco ciò che si è divertito a fare l’autore. Approfittando della sua innata capacità di inventare, ma anche della sua enorme capacità di interpretare con arguzia ed efficacia lo spirito e l’animo, la forza e le debolezze, degli esseri umani. Anche lui utilizzando il lenzuolo della pagina bianca del libro, dividendola in riquadri, geometrici, solo apparentemente semplici, disegnati con cura, con gli stessi colori decisi e gli stessi toni forti, gli stessi profili marcati, dei cantastorie suoi omologhi. Anche se lui, forse per umiltà, si schermisce definendosi piuttosto un conta-storie.
Camilleri dispone nel suo lessico di una quantità enorme di vocaboli, quasi infinita. Oltre ai vocaboli “ufficiali”, quelli sanciti dalle Accademie preposte, lui ha il privilegio e la scienza per permettersi l’uso di altre migliaia di termini, presi “a prestito” da dialetti, vernacoli, di tutta Italia, con qualche puntatina anche all’estero. E lo fa con una maestria e una accuratezza degna di un miniaturista, per non dire di un entomologo.
Intreccia frasi, parole, sillabe; le colora e ce le rende musicali.
Non ci sono protagonisti, ovvero lo sono tutti. E quindi non si trovano antagonisti. Ci saranno senz’altro personaggi a noi più simpatici e personaggi assolutamente insopportabili. Così troveremo Gaspàno Inclima, temerario e sensuale; Concetta Riguccio vedova Lo Russo, timida e curiosa; Emanuele Ferraguto, u zù Memé, viscido e feroce; il prefetto, fiorentino, Bortuzzi cavalier dottor Eugenio; e tanti tanti altri; tutti i soci del circolo cittadino di Vigàta, ad esempio, ognuno dei quali permetterebbe all’autore un paio di capitoli a parte. Il delegato Puglisi, il dottor Gammacurta; l’onorevole Paolino Fiannaca, rappresentazione oscena dei peggiori traffichini “politici” che ognuno di noi ha ben presente nel proprio bagaglio di esperienze. Ma una menzione speciale merita, a mio avviso, l’umile falegname, il padre di Minicuzzo Adornato. Egli ci racconta in due pregevoli paginette, il suo approccio, la sua fortuita conoscenza dell’opera lirica, alla tenera età di sei anni; è, a mio parere, il momento più tenero e commovente di tutto il libro.
“Potete scombinare l’ordine dei quadri, ognuno di voi può stabilire una sua personale sequenza”, ci suggerisce in calce al testo l’autore. E in effetti, per come è strutturato il libro, ciò e possibile, senza inficiare o intaccare il valore e il significato del testo. … non ve n’è bisogno!! Ma ci piace pensare che potremmo farlo. Personalmente mi piace di tanto in tanto riprendere in mano il libro, e leggere un capitolo a caso
Efficace e divertente il gioco degli incipit per ogni capitolo. Ma questa non la spiego, perché chi ha letto sa,chi non ha letto … è ora che lo faccia!!
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Author | Giovanni Lanieri |
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