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L’11 marzo del 2004 era un giovedì. In sei minuti, fra le 7.36 e le 7.42 esplodono dieci bombe in diverse stazioni di pendolari a Madrid. Mancavano tre giorni alle...
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L’11 marzo del 2004 era un giovedì. In sei minuti, fra le 7.36 e le 7.42 esplodono dieci bombe in diverse stazioni di pendolari a Madrid. Mancavano tre giorni alle elezioni parlamentari. In sei minuti 190 vite si interrompono. Mille e quattrocento persone rimangono ferite la storia politica di Spagna vivrà una delle più grandi menzogne e un cambiamento inaspettato. Io ero là, come inviato per Radio popolare.
Perché raccontare Atocha venti anni dopo? perché le due grandi menzogne che vennero raccontate sono ancora attuali. il premier José Maria Aznar e il suo governo cercò di addossare a ogni costo la colpa all'organizzazione armata basca ETA, il nemico interno, cercando di sviare la pista islamica. Aznar era nelle foto delle Azzorre, con George Bush e Tony Blair, nell'ultimatum a Sadam Hussein realizzato con un'altra menzogna, quella della presenza delle armi di distruzione di massa.
Oggi siamo ancora ostaggi dell'elettoralismo che si gioca sulla pelle dei cittadini e delle guerre che si giustificano in nome dei profitti e dei rapporti di potere. Per questo è utile fare memoria.
Sono Angelo Miotto e sono un giornalista. Seguo la politica spagnola dagli anni Novanta e ho studiato e vissuto il nodo basco ai tempi della lotta armata di Eta. SU MADRID LA PIOGGIA È LACRIME attraversa 96 ore frenetiche vissute nella capitale spagnola il giorno degli attentati, l’11 marzo del 2004. Ero a Madrid, come inviato di radio popolare network. E questa è la ricostruzione della grande menzogna del governo Aznar e di come fu punito dal risultato delle urne che incoronò premier Josè luis rodriguez Zapatero.
Idea, testi, ricerca sonora, sound design e montaggio: Angelo Miotto
Editing: Sofia Nardacchione
Un ringraziamento a:
Radio Popolare per l'accesso agli archivi,
Cadena Ser, Telemadrid,
Marta Cadiz Poppema e José Luis Dominguez Real,
Giovanni Giacopuzzi
Un podcast pubblicato su www.qcodemag.it
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Perché raccontare Atocha venti anni dopo? perché le due grandi menzogne che vennero raccontate sono ancora attuali. il premier José Maria Aznar e il suo governo cercò di addossare a ogni costo la colpa all'organizzazione armata basca ETA, il nemico interno, cercando di sviare la pista islamica. Aznar era nelle foto delle Azzorre, con George Bush e Tony Blair, nell'ultimatum a Sadam Hussein realizzato con un'altra menzogna, quella della presenza delle armi di distruzione di massa.
Oggi siamo ancora ostaggi dell'elettoralismo che si gioca sulla pelle dei cittadini e delle guerre che si giustificano in nome dei profitti e dei rapporti di potere. Per questo è utile fare memoria.
Sono Angelo Miotto e sono un giornalista. Seguo la politica spagnola dagli anni Novanta e ho studiato e vissuto il nodo basco ai tempi della lotta armata di Eta. SU MADRID LA PIOGGIA È LACRIME attraversa 96 ore frenetiche vissute nella capitale spagnola il giorno degli attentati, l’11 marzo del 2004. Ero a Madrid, come inviato di radio popolare network. E questa è la ricostruzione della grande menzogna del governo Aznar e di come fu punito dal risultato delle urne che incoronò premier Josè luis rodriguez Zapatero.
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10 MAR 2024 · Bomba! Marta mi sveglia bussando alla porta. Hanno colpito i treni dei pendolari, in più stazioni.
Confusione, dirette radiofoniche, conta dei morti e una domanda su tutte: chi è stato?
Sono a Madrid per le elezioni politiche del 14 marzo 2004; il voto è fra tre giorni e mi ritrovo per steade deserte e sirene che suonano. È il più grande attentato mai accaduto in Spagna.
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Editing: Sofia Nardacchione
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10 MAR 2024 · Ci mettono poco glio uomini di Aznar a spingere sul sospetto generale che fossero bombe di ETA. Soffiano sul fuoco e poi iniziano le dichiarazioni ufficiali. La sinistra basca smentisce. Il modus operandi e il bersaglio non hanno nulla a che vedere con oltre 40 anni di storia dell'organizzazione armata. Ma il governo del Partido Popular inizia a chiedersi quale vantaggio può avere nell'incolpare il nemico storico. Le mie fonti dicono di no, con Giovanni Giacopuzzi ricostruiamo a Radio popolare tutti i particolari del perché quelle bombe non possono avere matrice basca.
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10 MAR 2024 · L'offensiva della destra di Anzar è totale: csei direttori ricevono la chiamata. Il premier rassicura: è stata ETA. Jesus Ceberio, allora direttore di EL Pais cambia il titolo e commette il più grande errore professionale della sua carriera titolando: Msacre de Eta en Madrid. Me lo racconta in una intervista in cui ricorda come fu ingannato dal presidente del governo lo stesso giorno della strage.
Le due menzogne, racconta l'ex direttore, legano la strage di Atocha al patto delle Azzorre in cui José maria Aznar trascinò una Spagna anti intervento nella guerra di Iraq.
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10 MAR 2024 · L'attentato più grande di sempre e l'accusa a ETA rappresenta una minaccia quotidiana per le centinaia di prigionieri politici rinchiusi in tuta Spagna. Qui vi racconto cosa è successo a Loren, in Spagna e a Kai, detenuto in Francia. A Madrid, è il 12 marzo, inizia la grande manifestazione e dal cielo scendono le prime gocce di pioggia.
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10 MAR 2024 · Recita così un cartello che vedo nella grande manifestazione, immensa. NO LLUEVE; MADRID ESTA' LLORANDO. Due milioni per le strade di Madrid, ma i cartelli chiedono 'Chi è stato?'. la società civile non ha abboccato alla trappola del governo. 11 milioni di spagnoli scendono per le strade, a Barcellona i politici del partido popular devono scappare. È il punto di svolta.
Il giorno dopo, 13 di marzo, un SMS studiato da Pablo Iglesias, allora professore, e altri ricercatori dell'Università di Madrid farà la storia, convocando migliaia di persone nelle piazze di Spagna, davanti alle sedi del partido Popular al governo. Vogliamo sapere la verità, gridano.
Le cronache dalla piazza e le scoperte sui primi gravi indizi che portavano con certezza sulla pista fondamentalista islamista.
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10 MAR 2024 · la campagna del governo su ETA scatena un'ondatan di aggressioni: a Pamplona un panetterie viene ucciso e una donna muore durante la manifestazione di protesta proprio per l'omicidio del panettiere. Sono due delle tre vittime che vanno ad aggiungersi ai morti di Atocha.
La terza sarà uccisa alcune settimane dopo, quando i terroristi fondamentalisti si faranno saltare in un appartamento a Leganes, scoperti dalla polizia. Un agente delle teste di cuoio morirà nell'esplosione.
La grande menzogna ha aperto la porta della Moncloa ai socialisti di Josè Luis Rodriguez Zapatero. Finisce quell'era cupa e plumbea che Manuel Vazquez Montalban, in un bel saggiom, aveva battezzato l'Aznaridad.
Le testimonianze in spagnolo di una decina di persone che ricordano per questo podcast quei giorni e i loro sentimenti. Ricordo, memoria attuale per cercare di evitare le trappole del passato, e per ricordarsi, dal fronte giornalistico per giorni ostaggio della propaganda, che siamo cani da guardia del potere.
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L’11 marzo del 2004 era un giovedì. In sei minuti, fra le 7.36 e le 7.42 esplodono dieci bombe in diverse stazioni di pendolari a Madrid. Mancavano tre giorni alle elezioni parlamentari. In sei minuti 190 vite si interrompono. Mille e quattrocento persone rimangono ferite la storia politica di Spagna vivrà una delle più grandi menzogne e un cambiamento inaspettato. Io ero là, come inviato per Radio popolare.
Perché raccontare Atocha venti anni dopo? perché le due grandi menzogne che vennero raccontate sono ancora attuali. il premier José Maria Aznar e il suo governo cercò di addossare a ogni costo la colpa all'organizzazione armata basca ETA, il nemico interno, cercando di sviare la pista islamica. Aznar era nelle foto delle Azzorre, con George Bush e Tony Blair, nell'ultimatum a Sadam Hussein realizzato con un'altra menzogna, quella della presenza delle armi di distruzione di massa.
Oggi siamo ancora ostaggi dell'elettoralismo che si gioca sulla pelle dei cittadini e delle guerre che si giustificano in nome dei profitti e dei rapporti di potere. Per questo è utile fare memoria.
Sono Angelo Miotto e sono un giornalista. Seguo la politica spagnola dagli anni Novanta e ho studiato e vissuto il nodo basco ai tempi della lotta armata di Eta. SU MADRID LA PIOGGIA È LACRIME attraversa 96 ore frenetiche vissute nella capitale spagnola il giorno degli attentati, l’11 marzo del 2004. Ero a Madrid, come inviato di radio popolare network. E questa è la ricostruzione della grande menzogna del governo Aznar e di come fu punito dal risultato delle urne che incoronò premier Josè luis rodriguez Zapatero.
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Oggi siamo ancora ostaggi dell'elettoralismo che si gioca sulla pelle dei cittadini e delle guerre che si giustificano in nome dei profitti e dei rapporti di potere. Per questo è utile fare memoria.
Sono Angelo Miotto e sono un giornalista. Seguo la politica spagnola dagli anni Novanta e ho studiato e vissuto il nodo basco ai tempi della lotta armata di Eta. SU MADRID LA PIOGGIA È LACRIME attraversa 96 ore frenetiche vissute nella capitale spagnola il giorno degli attentati, l’11 marzo del 2004. Ero a Madrid, come inviato di radio popolare network. E questa è la ricostruzione della grande menzogna del governo Aznar e di come fu punito dal risultato delle urne che incoronò premier Josè luis rodriguez Zapatero.
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