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Ascolta i podcast di OPEN 336 e scopri come uno spazio ripensato e sostenibile si integra con un nuovo modo di vivere il quartiere!
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OPEN 336 [ITA]
OPEN 336 [ITA]
#1 [ITA] L'edificio e il quartiere
14 SEP 2022 · OPEN 336 | L'EDIFICIO E IL QUARTIERE
Speaker: Storia, comunità e sostenibilità. In queste tre parole è racchiusa la genesi del palazzo di viale Sarca 336. Siamo nel quartiere Milano Bicocca che sin dai primi del Novecento ha rappresentato il cuore dell’industria lombarda, con gli stabilimenti di Pirelli, Ansaldo, Breda e altri: la cosiddetta “locomotiva d’Italia”. Dismesse le grandi fabbriche pesanti, a partire dagli anni ’80 inizia a prendere forma un progetto nuovo, innovativo, grazie alla visione dello studio Gregotti. Ce ne parla l’Architetto Valeria Falcone, Head of Value Add Investing Europe di Barings.
VF: Noi di Barings abbiamo creduto molto nell’idea di investire in un immobile in questa zona di Milano. E, quando abbiamo avuto l’opportunità di farlo, non potevamo non tenere conto di un tessuto urbano così fortemente connotato. La Bicocca è uno degli esempi più riusciti di rigenerazione urbana. Un quartiere dalla forte personalità in cui si ritrova un mix assolutamente unico tra uffici – per la maggior parte attivi nel settore della tecnologia –, zone residenziali e verdi, aree per lo shopping e l’aggregazione, senza trascurare anche gli spazi della cultura – come l’Hangar Bicocca, il Teatro degli Arcimboldi e l’università degli studi di Milano –; il tutto perfettamente collegato, grazie alle infrastrutture, con il centro della città e con la periferia.
Speaker: Ma nella composizione urbanistica di questo quartiere esisteva una ferita, un lotto di terreno abbandonato che doveva ancora trovare il proprio senso. Ed è qui che è sorto il palazzo Open 336, che prosegue e integra il progetto più ampio di Gregotti.
VF: È vero. Volevamo che l’edificio dialogasse a tutti i livelli con l’identità del contesto, con l’intenzione che fosse un ponte di collegamento fra la storia e la contemporaneità. Abbiamo spinto molto sulla tecnologia e sull’innovazione al servizio della sostenibilità e della fruibilità.
Speaker: Al centro del progetto c’è l’uomo, sia come individuo che come comunità. Oltre a favorire il benessere di chi lavorerà al suo interno, l’edificio si preoccupa anche dell’impatto che il progetto architettonico avrà sul contesto esterno.
VF: Per questo motivo la concezione dell’immobile è partita da un approccio olistico alle tematiche della sostenibilità. Il presupposto è stato quello di voler risarcire la comunità dell’occupazione del terreno realizzando un edificio che avesse il minore impatto possibile sul territorio, in tutte le fasi: dalla sua costruzione al futuro mantenimento. E in questo, l’implementazione di una tecnologia innovativa è stata un elemento cardine. Inoltre, volevamo che l’edificio fosse uno degli strumenti attraverso i quali le aziende che lo occuperanno potranno perseguire i propri obiettivi di “carbon zero” e “carbon neutrality”.
Speaker: Tutto questo è sinonimo di investire in modo responsabile. Vivere gli spazi di Open 336 vuol dire affacciarsi a un orizzonte ben più ampio che abbraccia la storia, l’innovazione ma anche l’attenzione per l’ambiente e per la comunità. Significa lavorare per un futuro che è già qui.
#2 [ITA] L'architettura
14 SEP 2022 · OPEN 336 | L’ARCHITETTURA
Speaker: La progettazione di Open 336 è partita da un ascolto rispettoso del luogo in cui il futuro edificio sarebbe sorto: il quartiere Bicocca, caratterizzato da connotati unici. Ce ne parla l’architetto Michele Rossi, partner e co-fondatore dello studio Park Associati.
MR: Si, in primo luogo ci siamo fatti ispirare proprio dalle suggestioni cromatiche e materiche degli edifici del quartiere: nell’area Bicocca, ricca di storia industriale, sono fortemente presenti sia il rosso del mattone che il colore scuro del ferro. E per Open 336 Ia scelta del cemento alleggerito GRC usato come materiale di facciata va esattamente a rispondere alla nostra volontà di reinterpretare in modo contemporaneo questa storia materica presente nell’area. I cementi riciclati di cui è composto donano a questo materiale un che di "artigianale": proprio come un cotto, ogni elemento ha infatti delle leggere differenze e sfumature rispetto agli altri, tali da rendere le facciate delle superfici mosse e vibranti.
Le costruzioni industriali del quartiere si distinguono inoltre per un altro tratto tipico: i volumi interni ampi e liberi grazie alle strutture portanti lungo il perimetro. Questa impostazione è stata ripresa nel design degli spazi interni di Open 336, che sono perfettamente personalizzabili dalle aziende perché privi di elementi strutturali vincolanti nel mezzo e quindi aperti a innumerevoli soluzioni di layout. Tuttavia, diversamente dalle fabbriche che sono quasi sempre sigillate nei confronti dell'esterno- abbiamo voluto che il palazzo avesse una struttura aperta. In questo caso abbiamo Iavorato a contrasto, per suggerire un'idea nuova del concetto di lavoro in ufficio, perchè l'immobile potesse vivere non come spazio industriale ma come un laboratorio di esperienze e di idee!
Speaker: Il dialogo con il quartiere, raccontato nel podcast 1, viene attivato anche grazie alle facciate completamente vetrate e al grande atrio, trasparente e luminoso, introdotto da una pensilina che crea uno spazio esterno coperto a uso della collettività. Un’ottima anticipazione della qualità degli ambienti interni.
MR: Era fondamentale offrire una ricchezza di spazi molto diversi fra loro a supportare quelle che sono le diverse necessità di un ufficio contemporaneo, anche e soprattutto al servizio del benessere di chi alla fine lavorerà in questo edificio. Fra questi un posto importante spetta alle terrazze alberate. Infatti, se in passato il terrazzo era riservato esclusivamente agli uffici dei top manager, o addirittura etichettato come uno spreco di spazio, oggi invece, si richiede uno spazio aperto ad ogni piano - proprio come succede in Open 336!
Non si tratta solo di un'apertura verso l'esterno per consentire il relax e la socializzazione ma anche di un vero e proprio luogo di lavoro per tutti.
Questo uso nuovo degli spazi suggerisce un cambio di paradigma nel mondo del lavoro: un approccio nuovo e moderno al management e al "fare impresa".
#3 [ITA] L'albero del futuro
21 SEP 2022 · OPEN 336 | L'ALBERO DEL FUTURO
Speaker: Ci credereste se vi dicessimo che Open 336… respira?
Non solo il palazzo: grazie ai suoi “polmoni” garantisce un’eccellente qualità dell’aria per chi lo vive internamente, con risvolti positivi anche per la comunità! L’edificio è stato concepito con una rigorosa impronta green, modellata sui valori del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità. Ed è soprattutto l’apparato tecnologico integrato a contribuire a questi obiettivi. Ma lasciamolo raccontare all’ingegner Alessandro Belloni, CEO del Gruppo Fervo.
AB: Uno dei dispositivi più innovativi adottati è il filtro Eco2Air®, sviluppato dal Gruppo Fervo negli ultimi anni. Come funziona?
Si tratta di un sistema per il trattamento dell’aria capace di catturare e immagazzinare gran parte dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera esterna immettendo poi nell’edificio aria più pulita e ricca di ossigeno. Il filtro funziona come una spugna, realizzata con materiale organico e biodegradabile, inclusi i fondi di caffè, in grado di operare per circa 600 ore: il che vuol dire all’incirca un intervento di sostituzione al mese. Una volta saturo, il filtro può essere svuotato della CO2 accumulata, rigenerato e riutilizzato tranquillamente fino a sette anni. Ma l’anidride carbonica raccolta non viene rilasciata nuovamente nell’ambiente, tornando a inquinare… viene invece recuperata e impiegata per diversi usi, diventando così una nuova risorsa.
Speaker: Sono anni che gli edifici sono costruiti secondo i principi di sostenibilità, eppure mancava ancora qualcosa… Immaginiamo che il palazzo sia un albero: se le fondamenta rappresentano le radici e la struttura la corteccia… il filtro Eco2Air® ne costituisce finalmente le foglie.
AB: È un ottimo paragone visivo! Pensate che 10 kg di materiale filtrante, a ciclo continuo, hanno una capacità di assorbimento della CO2 dalle 10 alle 15 volte superiore a quella ad esempio di una magnolia o di un pino. Ma c’è di più. Tutti gli elementi di cui è composto l’impianto di trattamento dell’aria sono connessi da remoto a una piattaforma chiamata FEAMS che attraverso dei sensori verifica in ogni istante lo stato di salute dell’edificio anche in termini di consumi energetici e di sostenibilità ambientale. FEAMS legge in tempo reale tutti i parametri del sistema e dell’ambiente, segnalando non solo eventuali anomalie, ma arrivando addirittura a predire gli interventi sugli impianti grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale.
Speaker: D’altronde, prevenire è meglio che curare! Intervenire al momento giusto può contribuire a mantenere o addirittura aumentare il valore dell’asset. Una tecnologia come questa influisce positivamente su molti aspetti: se da un lato riduce il costo totale di gestione dell’edificio, dall’altro mostra un risultato tangibile sulla curva di decarbonizzazione andando a compensare il debito di CO2 che inevitabilmente la costruzione e la vita dell’edificio accumulano nel corso del tempo. Ecco perché Open 336 è un edificio resiliente preparato per il futuro: un vero e proprio “smart building”!
#4 [ITA] Sostenibilità e benessere
21 SEP 2022 · OPEN 336 | SOSTENIBILITÀ E BENESSERE
Speaker: Se Open 336 fosse un atleta, ne avrebbe di medaglie da sfoggiare! L’edificio è stato infatti concepito per essere un vero campione di sostenibilità a tutto tondo, seguendo i dettami del protocollo internazionale di riferimento – il più utilizzato al mondo – chiamato LEED al livello platinum: il massimo ottenibile. Ne parliamo con l’ingegnere e architetto Francesca Galati Bolognesi, Fondatrice e CEO di FGB Studio.
FGB: Per raggiungere questo obiettivo, sono state messe in atto rigorose strategie a livello di progettazione e di costruzione, anche in ottica della futura fase di gestione. Per ottenere la certificazione LEED è importante vigilare con molta attenzione sulla gestione delle attività di cantiere affinché tutto quello che avviene all’interno del sito non impatti con le zone confinanti: quindi il contenimento delle polveri, la gestione dei rifiuti, e l’attenzione alla qualità dell’aria durante le diverse fasi e lavorazioni.
Nell’ottica di realizzare un edificio sostenibile si è scelto di impiegare materiali provenienti da risorse rinnovabili controllate – come ad esempio il legno – oppure con un elevato contenuto di riciclato, come il calcestruzzo, le ceramiche, alcune lane ed il cemento GRC. Quest’ultimo, utilizzato per gli esterni, è un materiale composito contenente un’alta percentuale di cementi riciclati provenienti dalle demolizioni, andando perfettamente a sposare anche la circolarità.
I suoi vantaggi sono numerosi anche dal punto di vista tecnico: alta resistenza e durevolezza tale da allungare anche la vita degli immobili, oltre a facilità e rapidità nella prefabbricazione e nell’assemblamento. Nel palazzo sono stati messi in opera molteplici materiali certificati che concorrono alla riduzione dell’impronta di carbonio, ed inoltre prodotti chimici basso emissivi – come le pitture, gli adesivi, i sigillanti, gli isolanti e gli intonaci – oltre a pavimenti, cartongessi, eccetera, che non rilasciano in ambiente sostanze inquinanti e tossiche per l’organismo, i Composti Organici Volatili, contribuendo a garantire la salubrità dell’aria.
Speaker: Sono tutte azioni che riportano al centro dell’attenzione il benessere dell’uomo. E persino il benessere – il well-being – può essere misurato, con la certificazione internazionale WELL. Anche in questo Open 336 è esemplare: assicurandosi il livello gold.
FGB: Sensori di monitoraggio posizionati nel palazzo e collegati ad una App misurano i parametri della qualità dell’aria quali temperatura, umidità, CO2, e dei particolati inquinanti: qualora un valore esca dalla scala di riferimento, un allarme verrà inviato al team di facility per apportare gli adeguati e pronti correttivi.
Inoltre, la certificazione WELL valuta anche l’implementazione di strategie con impatto positivo per la quotidianità dei lavoratori: dall’uso di diverse tipologie di scrivanie alla qualità dell’illuminazione, dalle agevolazioni per l’utilizzo di trasporti alternativi – come le auto elettriche ed il car pooling – all’incentivo di comportamenti positivi per la salute ed il benessere a 360 gradi – come preferire le scale piuttosto che utilizzare sempre l’ascensore, bere molta acqua, mangiare scegliendo i giusti nutrienti ed imparare tecniche di gestione dello stress.
Speaker: Attenzione per l’ambiente e per l’uomo: questo è Open 336!
#5 [ITA] Una giornata ideale
21 SEP 2022 · OPEN 336 | UNA GIORNATA IDEALE
Milano, viale Sarca 336, ore 7.30 del mattino.
«Oggi vado in ufficio. Passo prima a prendere due colleghe: devo ammettere che il car pooling è davvero pratico.
Lavorare da casa va bene ma quando vengo qui sono più concentrata. A settembre fa ancora caldo a Milano, ma fortunatamente sia la qualità dell’aria che la temperatura sono ottimali in tutti gli spazi del palazzo.
Aaaah, che benessere!
Fin da quando l’ho attraversata per la prima volta sono rimasta colpita dalla trasparenza di questa hall: è uno dei luoghi più vivi di tutto il palazzo, c’è sempre tanta gente che la frequenta.
Dai, oggi prendo le scale, qualche gradino non può farmi che bene... poi, con questo spettacolo di piante in fiore si è ancora più invogliati a salire! L’ufficio è ancora vuoto. Mi piace la tranquillità di queste prime ore della giornata. La luce che entra dalle finestre mi dà sempre la carica.
Ma guarda un po' laggiù in strada… c’è già molta vita qui intorno: studenti, abitanti del quartiere, lavoratori.
Nel frattempo sono arrivati tutti, qualcuno invece ci segue in collegamento: prima riunione, si parte!
Direi che me la sono meritata una pausa caffè in terrazza con i colleghi. Ah che relax, un po’ di verde. È bello chiacchierare non solo di lavoro: per fortuna abbiamo tanti spazi dove poterci incontrare. Sai che c’è? Rimango un altro po’ qui in terrazza a rispondere alle email.
Ma quanto è comodo l’open space? Mi permette di confrontarmi velocemente con tutti i colleghi. Non ho la mia scrivania, ma in effetti non ne ho bisogno: è super pratico collegare il portatile in qualunque punto dell’ufficio ed essere subito operativa. Posso scegliere addirittura se lavorare da seduta o in piedi… se sono di fretta mi appoggio un attimo alle standing desk.
Adoro fare tutto con questa agilità. La mia azienda ha sposato in pieno i valori di chi ha immaginato e costruito questo palazzo, sia per un’attenzione alla sostenibilità ambientale, sia per adeguarsi a una nuova concezione di lavoro: “...è anche così che vogliamo attrarre i nuovi talenti di oggi!” mi hanno detto quando sono stata assunta. Quindi… eccomi qui! Flessibilità è la parola chiave, così lavoro per obiettivi senza sacrificare la mia vita privata. A proposito, dopo pranzo passa mia sorella per un caffè: non vedo l’ora di farle vedere quanto è smart il posto in cui lavoro!
Faccio un salto in centro per un meeting con un cliente; prendo la metro così arrivo prima. Rientro giusto per scambiare due parole con il mio capo visto che oggi è in ufficio e poi scappo.
Forse sembrerà sciocco… ma ogni volta ho come l’impressione che il palazzo abbia lavorato con me, che mi abbia dato una mano ad affrontare le sfide della giornata. A volte mi sembra quasi di abitare in un organismo vivo.
Alle 16 sono rimasta in parola con un amico che insegna alla facoltà universitaria qui accanto per andare a vedere la nuova mostra all’Hangar Bicocca, poi ceneremo in un ristorantino che ha aperto qui vicino.
E se gli facessi una sorpresa? Ma sì, dai vado a prendere i biglietti per lo spettacolo all’Arcimboldi. Magari ci andiamo insieme… Domani si riparte e la giornata sarà ancora diversa».
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