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MIM- Convenevoli: antropologia applicata in montagna

  • MIM- Convenevoli 4/4: Metodi e strumenti di Montagne in Movimento

    19 FEB 2021 · Ma di preciso che cos’è Montagne in Movimento-MIM? Di che cosa si occupa? In che modo? Sono domande che hanno accompagnato il poliedrico cammino che MIM ha intrapreso ormai da più di un anno.A livello generale si potrebbe dire che Montagne in Movimento è un gruppo di ricerca-azione che parte dall’approccio dell’antropologia applicata (includendo anche altre discipline) per studiare, e interagire con i vari soggetti che popolano i territori montani. Al tempo stesso è anche un laboratorio didattico multidisciplinare in quanto da la possibilità a studenti universitari di mettere in pratica i contenuti appresi nei percorsi di studi. Tutto ebbe inizio a novembre 2019, in Abruzzo, con il progetto di tesi di Raffaele Spadano e tre giorni di immersione nei territori della Majella nel corso dei quali si svolsero svariate attività di dialogo e di riflessione con i territori e le comunità locali attraverso diverse modalità come l’etnografia collaborativa e lo sviluppo di processi partecipativi tramite focus group, trekking e momenti assembleari. Nel corso dei mesi sono state realizzate quelle che poi hanno preso il nome di tappe”: a febbraio 2020 in Piemonte nel comune di Valdilana dove il gruppo di MIM ha conosciuto e interagito con i diversi componenti della popolazione della nuova comunità sorta dalla fusione di comuni. Nella terza tappa, a settembre 2020, MIM si è spostato in Sicilia, nella provincia di Agrigento, nel comune di Cammarata sulla base del progetto di ricerca della tesi di Federico Viola. A partire da un ingente quantità di materiale cartaceo di vario genere (i cosiddetti “pizzini”) raccolto da Federico sul campo si sono svolte delle attività con la comunità locale utilizzando le potenzialità delle discipline artistiche e creative. Nel corso di questo quarto e ultimo “Convenevolo” il dialogo tra Giulia Ferrante e Matteo Volta fornirà una panoramica del gruppo MIM e attraverso la trattazione delle varie tappe verranno presentati i principali metodi, le riflessioni e le evoluzioni che riguardano il percorso MIM. Musica originale: Alessandro Zolt Voce: Simone Ferrante Sound editor: Francesco Puletti @Stasis. A cura di: Che succede in montagna? Mattia Branca, Michele Cancellara, Giulia Ferrante, Manuela Izzo, Consuelo Nocentini, Gabriele Orlandi, Virginia Patrussi, Valentina Porcellana, Raffaele Spadano, Matteo Volta.
    Played 15m 40s
  • MIM- Convenevoli 3/4: La ricerca-azione

    10 FEB 2021 · Ma l’antropologia si è mai interessata alla partecipazione? Davvero non c’è altro modo di descrivere la ricerca sul campo, oltre al racconto dell’eroico esploratore o del filosofo solitario nella foresta? Se l’incontro e la relazione sono alla base del processo di produzione della conoscenza antropologica, è altrettanto necessario riconoscere che questa vicinanza coinvolge, ad alta temperatura, corpi, menti e cuori, non lasciando indenne né chi incontra, né tantomeno chi è incontrato. Se diversi antropologi e antropologhe ci hanno riflettuto, provando a riequilibrare - nel loro modo di restituire i materiali raccolti - relazioni troppo spesso asimmetriche, altri hanno optato per forme collaborative e orizzontali di ricerca. Un approccio tra i più interessanti è sicuramente quello della ricerca-azione, nella quale l'antropologia può offrire quegli strumenti e quelle prospettive che, permettendo un lavoro autoriflessivo, migliorano le capacità d'azione e le condizioni di vita dei gruppi e delle comunità, al fine di renderli sempre più protagonisti del loro futuro. Più che una ricetta pronta all’uso, la ricerca-azione è un modo di fare, richiede disponibilità di adattamento, attenzione al contesto, correzioni in corso d’opera, passi in avanti, indietro e di lato, ma anche il dialogo tra competenze, interessi e punti di vista diversi. É quindi un processo tutt’altro che facile e scontato negli esiti e che, al contrario, genera spesso conflitti che non possono essere risolti se non con un lungo lavoro di negoziazione. In questa puntata, parlando di operatori sociali, sciamani e antropologi-specchio, Consuelo Nocentini e Gabriele Orlandi provano a tratteggiare le principali caratteristiche della ricerca-azione e a riflettere su come questo approccio metta in gioco la responsabilità che, come ricercatori e ricercatrici, abbiamo nei confronti delle popolazioni e degli individui che sono i nostri interlocutori. Musica originale: Alessandro Zolt Voce: Simone Ferrante A cura di: Che succede in montagna? Mattia Branca, Michele Cancellara, Giulia Ferrante, Manuela Izzo, Consuelo Nocentini, Gabriele Orlandi, Virginia Patrussi, Valentina Porcellana, Raffaele Spadano, Matteo Volta.
    Played 21m 56s
  • MIM- Convenevoli 2/4 - Antropologia alpina

    2 FEB 2021 · Tutto cominciò quando Robert Hertz, allievo di Emile Durkheim, partecipò durante le sue vacanze estive ad una processione in onore di San Besso, tra Cogne e Campiglia, in Valle D’Aosta. Era il 1912 e quell’esperienza fu puro innamoramento; l’antropologo francese si incuriosì talmente tanto ai riti, alle lingue, ai rituali e ai costumi di quelle comunità che decise di studiare quei territori attraverso una ricerca etnografica. Non sappiamo se Hertz fosse stato consapevole di star dando vita ad un nuovo filone di ricerche antropologiche, ma è quello che avvenne da lì a poco. Nel tempo si sono susseguite diverse fasi. Si sono alternati oggetti, metodi, strumenti, interessi e domande di ricerca. Correnti e approcci sono cresciuti e si sono modificati confrontandosi vicendevolmente nel tempo e nello spazio, anche con cambiamenti repentini e a volte conflittuali, accompagnando le trasformazioni che negli anni hanno modellato i territori alpini. Poi c’è stata una svolta più grande di altre. Un cambiamento che ha generato approcci di ricerca fortemente innovativi. Un momento destabilizzante, un fenomeno inaspettato. Le Alpi, che avevano vissuto un vero e proprio esodo negli ultimi centocinquant’anni, legato alle migrazioni verso le città e verso l’estero, hanno iniziato ad invertire la rotta demografica, acquisendo nuovi abitanti. Ed ecco che le domande di ricerca all’interno della disciplina mutano, di nuovo, rapidamente. Perché sta accadendo? Chi sta tornando a vivere sulle montagne? Di chi si sono le montagne? Che cosa se ne farà chi arriva da fuori di saperi, usanze e patrimoni locali? Siamo di fronte a qualcosa che sta avvenendo solo nelle Alpi? E gli appennini invece? La pandemia ha acceso i riflettori sulle terre alte e le aree interne, offrendo narrazioni non sempre adeguate rispetto alla complessità dei fenomeni di neo-popolamento e, più in generale, relative all’abitare in zone marginali. Migrazioni climatiche, sanitarie, ambientali e culturali sono alcune delle etichette nate per descrivere tali spostamenti. In questa seconda puntata di Convenevoli proviamo a fare il punto della situazione con Roberta Clara Zanini, intervistata da Raffaele Spadano.
    Played 24m 37s
  • MIM- Convenevoli 1/4 - Antropologia pubblica ed applicata

    26 JAN 2021 · “Gli antropologi fanno chiacchiere da bar” sostengono gli scienziati “duri e puri” E come dare loro torto? L'ingresso sul campo si gioca spesso in luoghi informali, come può essere quell’unico, piccolo, bar di montagna sopravvissuto in una valle ormai semivuota. Non sarà un caso se alcuni dei nostri maestri ci hanno insegnato - ovviamente senza scriverlo nei loro manuali - che chi decide di dedicarsi all’attività etnografica non può permettersi di essere astemio. Negoziare il campo significa anche trovare il modo giusto per fare i primi convenevoli, ovvero quelle chiacchiere dapprima un po' formali che aiutano a entrare in confidenza. E come si fa a entrare in relazione con qualcuno che non si conosce se si inizia rifiutando un bicchierino che scioglie la lingua e apre le porte della comunità? Non potevano quindi che intitolarsi “Convenevoli” le nostre prime riflessioni sull’antropologia applicata in montagna, premesse a i ragionamenti che vogliamo fare da qui in avanti attraverso le tre rubriche di Terre Alte (Sentieri, Panorami e Crinali). Nelle quattro puntate di “Convenevoli” discuteremo di antropologia applicata e pubblica, di antropologia alpina, di ricerca- azione e dei metodi e degli strumenti partecipativi che abbiamo sperimentato sul campo all’interno del progetto “Montagne in Movimento”.Nella prima puntata di “Convenevoli” due antropologhe, Valentina Porcellana e Silvia Stefani, delineano alcune differenze tra antropologia pubblica, antropologia applicata e antropologia trasformativa. Fino a tempi recenti, l’antropologia applicata è stata guardata con una certa diffidenza dalla comunità scientifica. É solo negli ultimi anni che, anche in Italia, grazie alla creazione della SIAA - Società Italiana di Antropologia Applicata e dell’ANPIA - Associazione Nazionale Professionale di Antropologia si è potuto iniziare a discutere in maniera più articolata sul ruolo dell’antropologia in contesti esterni all'accademia. Sempre più spesso, infatti, antropologi e antropologhe sono chiamati/e a lavorare all'interno di contesti socio-sanitari, educativi, ma anche all'interno di organizzazioni, a collaborare con amministrazioni pubbliche ed enti privati, con comunità locali per affiancare processi di trasformazione e di valutazione. Questi posizionamenti esterni all'accademia hanno portato a importanti riflessioni su aspetti etici e metodologici della pratica antropologica. Quali sono le caratteristiche che deve avere un/una antropologo/a applicato/a o che intende contribuire effettivamente al cambiamento? Quali caratteristiche deve avere un intervento antropologico di questo tipo? Quali strumenti sono più funzionali? A queste e altre domande cercheremo di dare risposta non soltanto nelle quattro puntate di “Convenevoli”, ma soprattutto nel corso degli approfondimenti che saranno sviluppati all'interno delle rubriche di Terre Alte…... vi fermate a bere qualcosa? Musica originale: Alessandro Zolt Voce: Simone Ferrante Sound editor: Francesco Puletti @Stasis. A cura di: Che succede in montagna? Mattia Branca, Michele Cancellara, Giulia Ferrante, Manuela Izzo, Consuelo Nocentini, Gabriele Orlandi, Virginia Patrussi, Valentina Porcellana, Raffaele Spadano, Matteo Volta.
    Played 19m 51s

“Gli antropologi fanno chiacchiere da bar” sostengono gli scienziati “duri e puri” E come dare loro torto? L'ingresso sul campo si gioca spesso in luoghi informali, come può essere quell’unico,...

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“Gli antropologi fanno chiacchiere da bar” sostengono gli scienziati “duri e puri” E come dare loro torto? L'ingresso sul campo si gioca spesso in luoghi informali, come può essere quell’unico, piccolo, bar di montagna sopravvissuto in una valle ormai semivuota. Non sarà un caso se alcuni dei nostri maestri ci hanno insegnato - ovviamente senza scriverlo nei loro manuali - che chi decide di dedicarsi all’attività etnografica non può permettersi di essere astemio. Negoziare il campo significa anche trovare il modo giusto per fare i primi convenevoli, ovvero quelle chiacchiere dapprima un po' formali che aiutano a entrare in confidenza. E come si fa a entrare in relazione con qualcuno che non si conosce se si inizia rifiutando un bicchierino che scioglie la lingua e apre le porte della comunità?
Non potevano quindi che intitolarsi “Convenevoli” le nostre prime riflessioni sull’antropologia applicata in montagna, premesse a i ragionamenti che vogliamo fare da qui in avanti attraverso le tre rubriche di Terre Alte (Sentieri, Panorami e Crinali). Nelle quattro puntate di “Convenevoli” discuteremo di antropologia applicata e pubblica, di antropologia alpina, di ricerca- azione e dei metodi e degli strumenti partecipativi che abbiamo sperimentato sul campo all’interno del progetto “Montagne in Movimento”.Nella prima puntata di “Convenevoli” due antropologhe, Valentina Porcellana e Silvia Stefani, delineano alcune differenze tra antropologia pubblica, antropologia applicata e antropologia trasformativa. Fino a tempi recenti, l’antropologia applicata è stata guardata con una certa diffidenza dalla comunità scientifica. É solo negli ultimi anni che, anche in Italia, grazie alla creazione della SIAA - Società Italiana di Antropologia Applicata e dell’ANPIA - Associazione Nazionale Professionale di Antropologia si è potuto iniziare a discutere in maniera più articolata sul ruolo dell’antropologia in contesti esterni all'accademia. Sempre più spesso, infatti, antropologi e antropologhe sono chiamati/e a lavorare all'interno di contesti socio-sanitari, educativi, ma anche all'interno di organizzazioni, a collaborare con amministrazioni pubbliche ed enti privati, con comunità locali per affiancare processi di trasformazione e di valutazione. Questi posizionamenti esterni all'accademia hanno portato a importanti riflessioni su aspetti etici e metodologici della pratica antropologica. Quali sono le caratteristiche che deve avere un/una antropologo/a applicato/a o che intende contribuire effettivamente al cambiamento? Quali caratteristiche deve avere un intervento antropologico di questo tipo? Quali strumenti sono più funzionali?
A queste e altre domande cercheremo di dare risposta non soltanto nelle quattro puntate di “Convenevoli”, ma soprattutto nel corso degli approfondimenti che saranno sviluppati all'interno delle rubriche di Terre Alte…... vi fermate a bere qualcosa?


Musica originale: Alessandro Zolt
Voce: Simone Ferrante
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