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Fondazione Summa
Fondazione Summa
1 - Ingresso
12 JUN 2024 · Audioguida a cura di eArs
1 - INGRESSO
Chi è stato Franco Summa?
Potremmo darvi una definizione da dizionario e dire che è stato un artista italiano, noto per le sue pratiche di arte nel sociale, arte urbana e partecipativa; attivo dal 1964 al 2020.
Avremmo detto tutto… Ma non avremmo detto niente. Meglio invece comprenderlo attraverso queste stanze, ancora arredate nella maniera voluta da Summa prima di aprire le porte della sua casa e del suo studio alla collettività.
Già all’ingresso, ci accoglie una personalità sfaccettata in molti mezzi espressivi. Nelle sue parole: “Non so se sono un designer, un architetto, un artista… Comunque, sicuramente, forse un poeta e un filosofo. Cioè qualcuno che cerca di capire ciò che è la vita, ciò che significa per lui la vita, ciò che significa per gli altri la vita. E, soprattutto che cosa ciascuno di noi, ciascun uomo, fa sulla terra”. La sua pratica incrocia pittura, lettere, architettura, urbanistica, design…
Lo vediamo nelle 5 grandi tele sulla parete frontale e di destra: la serie Sui Domina. In questo lavoro, sua moglie - l’architetto Adina Riga - vestita dall’artista si trasforma in Vittoria Colonna, la poetessa 500esca sullo sfondo del suo borgo abruzzese, Pescocostanzo.
La moglie Adina è spesso a fianco di Franco. Ad esempio, con lui disegna i gioielli esposti nella teca subito al di sotto delle tele di Sui Domina della parete laterale.
In alto, la scritta Amare, progettare, essere, che ritroviamo nella tela sulla parete di sinistra, tra le due vetrinette - anch’esse disegnate da Summa. Queste parole nascono nel ‘94, quando l’artista interviene in un capannone industriale di Pescara dove, sotto la vernice di un muro, emerse la scritta, risalente al ventennio fascista: “Credere, Obbedire, Combattere”. Summa vi oppose questa nuova triade, per ribaltare l’essenza negativa del luogo.
Ancora molto ci sarebbe da dire, ma non temete: Natalia e Mauro sono qui per voi. Durante la visita, potrete chiedere loro tutti gli approfondimenti e le curiosità che vi vengono in mente!
Vi attendiamo nella prossima stanza.
2 - Sala da pranzo
12 JUN 2024 · Audioguida a cura di eArs
2 - SALA DA PRANZO
Le sale da pranzo sono sia luoghi d’incontro sia ambienti riservati e Summa era solito invitare qui solo pochi amici intimi.
In questa sala, incontriamo Franco faccia a faccia, o meglio, troviamo il suo ritratto guardando la parete dell’ingresso, sulla destra: l’Autoritratto genealogico.
Si raffigura sullo sfondo del Partenone, il volto mutato in quello di un Efebo; sul fondo aureo, i poliedri di Leonardo da Vinci, un tetto a capanna e un sole multicolore. È la sua trasfigurazione attraverso l’arte, le cui origini si radicano nei secoli passati.
Spazio di convivialità, la sala da pranzo ospita anche opere di altri artisti: di fronte all’autoritratto, in basso, vediamo alcuni dei 28 omaggi inviati nel 2016 da amici tra cui Ugo La Pietra ed Ettore Spalletti.
Per le persone con cui sentiva affinità, Summa realizzò una maglia arcobaleno rappresentata nei dipinti in alto. Questo arcobaleno nasce per la prima volta a Città Sant’Angelo, nel 1975, con Un Arcobaleno in fondo alla via, ricordato dalla tela sulla parete opposta, a sinistra. L’artista colora la scalinata del sagrato della chiesa settecentesca con un arcobaleno che non è naturale, ma culturale: “È costituito da 12 colori in doppia serie, incastrati secondo un ordine programmato. Quindi è un’opera: è un’elaborazione intellettuale, quindi artistica” Vuole significare l’elevazione spirituale possibile attraverso l’arte.
È un’opera di arte nel sociale, vale a dire nata nel contesto urbano, con lo scopo di attivare e coinvolgere l’intera comunità. A volte anche con degli imprevisti… per quest’opera, ad esempio, Franco ha rischiato persino una denuncia per imbrattamento e ha subito molte resistenze da parte della municipalità. Anche queste, in fin dei conti, sono forme di partecipazione!
3 - Camera da letto
12 JUN 2024 · Audioguida a cura di eArs
3 - CAMERA DA LETTO
È singolare come nella parte forse più intima di una dimora - la camera da letto - si trovi una delle opere più esemplari di arte urbana di Summa, Segnaletica Spirituale, dove la città entra nell’opera e l’opera a sua volta invade la città. Sono le 4 tele disposte sopra la testata del letto. Summa le ha realizzate utilizzando un dispositivo da lui definito generatore di immagini: un cilindro riflettente che lui appoggiava in determinati luoghi della città. Questi luoghi, specchiandosi sulla superficie circolare del cilindro, generavano le forme peculiari che vedete, poi fotografate e dipinte. Summa ne ricavò delle serigrafie che posizionò poi in vari punti della città: come se fossero una segnaletica alternativa a quella stradale o pubblicitaria, che invece di imporre un comando o un discorso, stimolava l’immaginazione.
I colori accesi, se da un lato richiamano proprio i segnali tipici del contesto urbano, dall’altro sono un carattere distintivo di Summa. I colori, agendo a livello pre-logico, istintivo, instaurano un dialogo immediato con chi li guarda. L’artista sceglie tonalità forti, perché è come se volesse far gridare le sue opere gioiosamente. Che cosa? Che la città stessa può essere vissuta come un’opera d’arte, che l’uomo può costruire il proprio spazio guidato dalla bellezza.
E, se il colore può gridare, perché no, può anche cantare.
A fianco del letto, trovate Canto la Vita: una tavoletta per lavare i panni che l’artista decora con una poesia ed il suo arcobaleno culturale. L’oggetto rievocava nella sua mente i canti delle donne al lavoro presso la fonte. Di fronte al letto, le due tele intitolate Canto dell’Accoglienza, ultima serie pittorica di Summa. Qui il colore si associa direttamente allo spartito, in particolare quello del canto gregoriano dell’XI secolo, caratterizzato dalle note di forma quadrata, richiamate nella tela.
4 - Fanciulle d'Abruzzo
12 JUN 2024 · Audioguida a cura di eArs
4 - FANCIULLE D'ABRUZZO
Appena saliti i gradini che portano allo studio di Summa, undici figure longilinee e ricche di colore, alte un metro e venti, si impongono al nostro sguardo. Sono le sculture della serie Fanciulle D’Abruzzo.
Se già ad un primo impatto possiamo scorgere in queste forme essenziali i tratti sintetici di una figura femminile, chi conosce il folklore abruzzese può identificare, nell’alternarsi del colore, gli stessi toni che adornavano gli abiti tradizionali di questa Regione.
L’estrema sintesi formale, la mancanza di tratti somatici identificabili, l’assenza di un punto di vista specifico - che le rende in grado di essere osservate e osservare da qualsiasi prospettiva - denota le Fanciulle come delle immagini eterne, portatrici di valori che travalicano il tempo.
È un aspetto che diventa ancora più chiaro se scorgiamo, a pochi passi da esse, le loro versioni in piccolo, intitolate Korai. Korai era il nome delle sculture di epoca greca raffiguranti giovani donne: non ritratti, quanto piuttosto rappresentazioni ideali.
Il dialogo di Summa con il passato si muove, appunto, su due binari: quello dell’antichità classica e quello della tradizione popolare.
La variazione di scala dell’opera produce altresì un cambio di significato. Dalle piccole Korai, Summa arriva a progettare delle versioni monumentali delle Fanciulle, di oltre quattro metri, pensate appositamente per lo spazio urbano. In questo contesto, la Fanciulla è come se cristallizzasse una parte dell’essenza dei luoghi, dando corpo all’impronta del passato e della nostra cultura negli spazi in cui viviamo ancora oggi. La prima di queste, realizzata nel 2019, quando Summa era ancora in vita, si trova a Borgotufi. Oggi è la Fondazione Summa a portare avanti nel tempo il progetto dell’artista, curando l’installazione delle Fanciulle nei luoghi pubblici, come a Piazza del Sacro Cuore qui a Pescara - realizzazioni finanziate dalla Fondazione Pescarabruzzo.
5 - Atelier
12 JUN 2024 · Audioguida a cura di eArs
5 - ATELIER
Ci troviamo nell’atelier di Franco Summa, dove era solito ricevere le visite di colleghi, collezionisti, committenti e curatori.
Giriamo a sinistra delle scale e soffermiamoci su uno dei progetti più imponenti di arte nel sociale realizzato dall’artista. A sua testimonianza, restano alcuni mattoni colorati ed una tela dove si vedono accatastati in una montagna. L’opera è Architettura del 1981.
In una prima fase, Summa radunò circa 15.000 mattoni nella pineta di Pescara, invitando i cittadini a dipingerli con i suoi caratteristici colori, producendo, in trenta giorni, questa gigantesca catasta. Dopo la pittura, nei mesi successivi i mattoni vennero impiegati dalle persone, soprattutto dai bambini, per creare liberamente delle costruzioni.
In queste operazioni, l’intento di Summa era liberare nelle persone la loro capacità di essere artefici del proprio contesto, di ridefinire i propri spazi attraverso la bellezza.
La consapevolezza di sé, dell’importanza di ciò che facciamo, sta alla base della maglia con il suo arcobaleno culturale. Donata ai propri colleghi artisti, indossarla significava da un lato diffondere l’arte e la bellezza nello spazio circostante, dall’altro prendere atto dell’importanza spirituale del proprio ruolo.
Il legame con la società si concretizzò per Summa anche nell’insegnamento al Liceo Artistico di Pescara e non era raro che i suoi studenti, affascinati dal suo metodo, si offrissero di partecipare ai suoi lavori. Muoviamoci nella stanza successiva, dove ci aspetta una grande tela con una ferrovia dalle traversine colorate.
È Railway Rainbow. In questa azione, Franco e i suoi studenti hanno portato l’arcobaleno culturale in un vecchio tratto ferroviario di Pescara, dove oggi c’è la Strada Parco.
Concludiamo il nostro percorso, dirigendoci ora nell’ultima sala, dove c’è una tela della serie Canto dell’Accoglienza, ancora sul cavalletto… Come se Franco avesse posato il pennello e si fosse alzato per un attimo, prima di tornare nuovamente a dipingere.
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