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Si prendono cura da una vita e per la vita: si prendono cura sempre, anche quando sono loro ad avere bisogno di cure. Si prendono cura quando è festa, perché...
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Si prendono cura da una vita e per la vita: si prendono cura sempre, anche quando sono loro ad avere bisogno di cure. Si prendono cura quando è festa, perché dove c’è bisogno di cura, la festa non esiste e le ferie nemmeno si sa cosa siano. E così finisce, tante volte, che si ammalino. O che vivano di meno. A volte la vita se la tolgono, dopo averla tolta a chi, senza di loro, non potrebbe vivere. Ed è allora che, per qualche giorno, si parla di loro. Molti di più sono però quelli che amano vivere, nonostante le rinunce e la fatica, ma comunque la loro vita si accorcia. Secondo uno studio della premio Nobel Elizabeth Blackburn, vivono dai 9 ai 17 anni meno della media nazionale.
Sono circa 9 milioni in Italia, eppure sono così invisibili da non avere neanche un nome: lo prendono in prestito dagli anglosassoni e si chiamano caregiver familiari.
Il podcast nasce per dare voce a queste vite quasi sempre nascoste, silenziose, sconosciute, facendosi strumento non solo di conoscenza e di narrazione, ma anche di riscatto e di rivendicazione sociale. E permettendo ai caregiver familiari – ancora oggi privi di tutele, di diritti, di una legge nazionale - di raccontare la propria quotidianità, fatta di incombenze, ma anche di competenze, di paure ma anche di gioie, di battaglie e di vittorie, oltre che di fatiche e di preoccupazioni.
Ogni puntata è dedicata al racconto autobiografico di un caregiver, o di una caregiver: c'è Nicola, ormai anziano, che da più di 40 anni trascorre ogni minuto della sua giornata con un figlio gravemente autistico, percorrendo chilometri di strada a bordo della loro auto, tra le montagne e la costa della Calabria. C'è Sara, che vive chiusa in casa, da sola con suo figlio gravemente disabile, pronta a intervenire ogni volta che arriva, all'improvviso, una “crisi brutta”, una di quelle capaci di portarselo via, in un batter d'occhio. E per strapparlo, ogni volta, alla morte. E poi c'è Elena, che da quasi 30 anni combatte per i diritti di suo figlio e per lui ha lasciato tutto, perfino la sua amata Roma, inseguendo il sogno di un cohousing per quando lei non ci sarà più. Ma che oggi è condannata a pagare 300 milioni per una causa durata 27 anni.
Ogni nome è una storia a cui spesso è difficile credere: storie piene di sacrifici, di dedizione, di rinunce e di fatiche. Storie non di martiri e nemmeno di eroi, ma di uomini e donne di cui il nostro Paese non potrebbe fare a meno, perché prendersi cura di persone con gravi disabilità è un impegno che, oltretutto, costa. “Tenendo i nostri figli a casa, anziché ricoverarli in struttura, facciamo risparmiare bei soldini allo Stato”, osserva Nicola. Eppure, ancora oggi, i caregiver familiari, nel nostro Paese, non sono riconosciuti, né tutelati. Una legge non c'è: se ne parla da anni, ma non c'è. Mentre loro, i caregiver, per fortuna ci sono.
Un podcast di Chiara Ludovisi, realizzato grazie all'indispensabile contributo dei caregiver familiari.
Musiche libere da diritti. Attribuzione non richiesta
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Sono circa 9 milioni in Italia, eppure sono così invisibili da non avere neanche un nome: lo prendono in prestito dagli anglosassoni e si chiamano caregiver familiari.
Il podcast nasce per dare voce a queste vite quasi sempre nascoste, silenziose, sconosciute, facendosi strumento non solo di conoscenza e di narrazione, ma anche di riscatto e di rivendicazione sociale. E permettendo ai caregiver familiari – ancora oggi privi di tutele, di diritti, di una legge nazionale - di raccontare la propria quotidianità, fatta di incombenze, ma anche di competenze, di paure ma anche di gioie, di battaglie e di vittorie, oltre che di fatiche e di preoccupazioni.
Ogni puntata è dedicata al racconto autobiografico di un caregiver, o di una caregiver: c'è Nicola, ormai anziano, che da più di 40 anni trascorre ogni minuto della sua giornata con un figlio gravemente autistico, percorrendo chilometri di strada a bordo della loro auto, tra le montagne e la costa della Calabria. C'è Sara, che vive chiusa in casa, da sola con suo figlio gravemente disabile, pronta a intervenire ogni volta che arriva, all'improvviso, una “crisi brutta”, una di quelle capaci di portarselo via, in un batter d'occhio. E per strapparlo, ogni volta, alla morte. E poi c'è Elena, che da quasi 30 anni combatte per i diritti di suo figlio e per lui ha lasciato tutto, perfino la sua amata Roma, inseguendo il sogno di un cohousing per quando lei non ci sarà più. Ma che oggi è condannata a pagare 300 milioni per una causa durata 27 anni.
Ogni nome è una storia a cui spesso è difficile credere: storie piene di sacrifici, di dedizione, di rinunce e di fatiche. Storie non di martiri e nemmeno di eroi, ma di uomini e donne di cui il nostro Paese non potrebbe fare a meno, perché prendersi cura di persone con gravi disabilità è un impegno che, oltretutto, costa. “Tenendo i nostri figli a casa, anziché ricoverarli in struttura, facciamo risparmiare bei soldini allo Stato”, osserva Nicola. Eppure, ancora oggi, i caregiver familiari, nel nostro Paese, non sono riconosciuti, né tutelati. Una legge non c'è: se ne parla da anni, ma non c'è. Mentre loro, i caregiver, per fortuna ci sono.
Un podcast di Chiara Ludovisi, realizzato grazie all'indispensabile contributo dei caregiver familiari.
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15 NOV 2023 · “Arriva il compleanno di Mario, compirà 34 anni. Ed è arrivato quello che è il regalo più assurdo che la vita ci potesse riservare: l'atto di precetto di pignoramento dei beni di Mario da parte del ginecologo”: Elena Improta mi recapita la notizia con un audio Whatsapp, la voce le trema: dovrà pagare 60 mila euro entro 10 giorni. Dovrà poi pagarne altri, più di 100 mila. Per una causa persa, durata quasi 30 anni. Se non pagherà, ciò che è di Mario e ciò che per lui ha inventato e costruito, sarà pignorato. Mario ha una grave disabilità e la Casa di Mario è la casa di chi, come lui, cercava un posto nel mondo, per oggi ma soprattutto per domani. E qui l'ha trovato.
Questa è la storia di una madre, di un figlio, della Casa di Mario: di ciò che è e di ciò che deve continuare ad essere.
Per entrare in contatto con Elena Improta, potete cercarla sui social, o scrivere a ludovisichiara@gmail.com
Un podcast di Chiara Ludovisi, realizzato grazie all'indispensabile contributo dei caregiver familiari.
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1 SEP 2023 · Nicola ha i capelli bianchi, suo figlio Giuseppe ha superato i 40 anni e anche i suoi capelli iniziano a ingrigire. Trascorrono la giornata insieme, da quando Giuseppe è nato: in auto, per la maggior parte del tempo, perché è così che Giuseppe sta tranquillo e trova un po' di pace. Li seguiamo in auto, su e giù tra la collina, la montagna e il mare del loro piccolo paese calabrese, mentre Nicola ci racconta questa vita che, "fin quando ce la farò, voglio fare"
Un podcast di Chiara Ludovisi, realizzato grazie all'indispensabile contributo dei caregiver familiari.
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Attribuzione richiesta:
Bushwick Tarantella di Kevin MacLeod è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribution 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1300002
Artista: http://incompetech.com/
1 SEP 2023 · Sara si prende cura di SImone da 28 anni: dal giorno in cui è nato, fin da subito a un passo dalla morte. E con la morte vivono a braccetto, sfidandola giorno e notte, in una simbiosi che salta agli occhi e risuona, nelle parole con cui Sara ci parla della sua "vita bella" con Simone. E delle loro piccole, grandi imprese, perché sia bella fino all'ultimo respiro.
Un podcast di Chiara Ludovisi, realizzato grazie all'indispensabile contributo dei caregiver familiari.
Musiche libere da diritti. Attribuzione non richiesta
1 SEP 2023 · Si prendono cura da una vita e per la vita: si prendono cura sempre, anche quando sono loro ad avere bisogno di cure. Si prendono cura quando è festa, perché dove c’è bisogno di cura, la festa non esiste e le ferie nemmeno si sa cosa siano. E così finisce, tante volte, che si ammalino. O che vivano di meno: proprio così, deve essere la fatica ad accorciare le loro vite. A volte la vita se latolgono, dopo averla tolta a chi, senza di loro, non potrebbe vivere. Ed è allora che, per qualche giorno, si parla di loro. A volte, invece, amano vivere, nonostante la fatica, ma comunque la loro vita si accorcia. Secondo uno studio della premio Nobel Elizabeth Blackburn, vivono dai 9 ai 17 anni meno della media nazionale. In Italia non hanno tutele, né diritti, se non qualche ora di congedo, da dedicare sempre e comunque alla cura. Sono circa 9 milioni in Italia, eppure sono così invisibili da non avere neanche un nome: lo prendono in prestito dagli anglosassoni e si chiamano caregiver familiari.
Questo podcast racconta le loro storie, piene di sacrifici, di dedizione, di rinunce e di fatiche. Storie non di martiri e nemmeno di eroi, ma di uomini e donne di cui il nostro Paese non potrebbe fare a meno, perché prendersi cura di persone con gravi disabilità è un impegno che, oltretutto, costa. “Tenendo i nostri figli a casa, anziché ricoverarli in struttura, facciamo risparmiare bei soldini allo Stato”, osserva Nicola. Eppure, ancora oggi, i caregiver familiari, nel nostro Paese, non sono riconosciuti, né tutelati. Una legge non c'è: se ne parla da anni, ma non c'è. Mentre loro, i caregiver, per fortuna ci sono.
Un podcast di Chiara Ludovisi Riccardo Micalizio, realizzato grazie all'indispensabile contributo dei caregiver familiari.
Musiche libere da diritti. Attribuzione non richiesta
Si prendono cura da una vita e per la vita: si prendono cura sempre, anche quando sono loro ad avere bisogno di cure. Si prendono cura quando è festa, perché...
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Si prendono cura da una vita e per la vita: si prendono cura sempre, anche quando sono loro ad avere bisogno di cure. Si prendono cura quando è festa, perché dove c’è bisogno di cura, la festa non esiste e le ferie nemmeno si sa cosa siano. E così finisce, tante volte, che si ammalino. O che vivano di meno. A volte la vita se la tolgono, dopo averla tolta a chi, senza di loro, non potrebbe vivere. Ed è allora che, per qualche giorno, si parla di loro. Molti di più sono però quelli che amano vivere, nonostante le rinunce e la fatica, ma comunque la loro vita si accorcia. Secondo uno studio della premio Nobel Elizabeth Blackburn, vivono dai 9 ai 17 anni meno della media nazionale.
Sono circa 9 milioni in Italia, eppure sono così invisibili da non avere neanche un nome: lo prendono in prestito dagli anglosassoni e si chiamano caregiver familiari.
Il podcast nasce per dare voce a queste vite quasi sempre nascoste, silenziose, sconosciute, facendosi strumento non solo di conoscenza e di narrazione, ma anche di riscatto e di rivendicazione sociale. E permettendo ai caregiver familiari – ancora oggi privi di tutele, di diritti, di una legge nazionale - di raccontare la propria quotidianità, fatta di incombenze, ma anche di competenze, di paure ma anche di gioie, di battaglie e di vittorie, oltre che di fatiche e di preoccupazioni.
Ogni puntata è dedicata al racconto autobiografico di un caregiver, o di una caregiver: c'è Nicola, ormai anziano, che da più di 40 anni trascorre ogni minuto della sua giornata con un figlio gravemente autistico, percorrendo chilometri di strada a bordo della loro auto, tra le montagne e la costa della Calabria. C'è Sara, che vive chiusa in casa, da sola con suo figlio gravemente disabile, pronta a intervenire ogni volta che arriva, all'improvviso, una “crisi brutta”, una di quelle capaci di portarselo via, in un batter d'occhio. E per strapparlo, ogni volta, alla morte. E poi c'è Elena, che da quasi 30 anni combatte per i diritti di suo figlio e per lui ha lasciato tutto, perfino la sua amata Roma, inseguendo il sogno di un cohousing per quando lei non ci sarà più. Ma che oggi è condannata a pagare 300 milioni per una causa durata 27 anni.
Ogni nome è una storia a cui spesso è difficile credere: storie piene di sacrifici, di dedizione, di rinunce e di fatiche. Storie non di martiri e nemmeno di eroi, ma di uomini e donne di cui il nostro Paese non potrebbe fare a meno, perché prendersi cura di persone con gravi disabilità è un impegno che, oltretutto, costa. “Tenendo i nostri figli a casa, anziché ricoverarli in struttura, facciamo risparmiare bei soldini allo Stato”, osserva Nicola. Eppure, ancora oggi, i caregiver familiari, nel nostro Paese, non sono riconosciuti, né tutelati. Una legge non c'è: se ne parla da anni, ma non c'è. Mentre loro, i caregiver, per fortuna ci sono.
Un podcast di Chiara Ludovisi, realizzato grazie all'indispensabile contributo dei caregiver familiari.
Musiche libere da diritti. Attribuzione non richiesta
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Sono circa 9 milioni in Italia, eppure sono così invisibili da non avere neanche un nome: lo prendono in prestito dagli anglosassoni e si chiamano caregiver familiari.
Il podcast nasce per dare voce a queste vite quasi sempre nascoste, silenziose, sconosciute, facendosi strumento non solo di conoscenza e di narrazione, ma anche di riscatto e di rivendicazione sociale. E permettendo ai caregiver familiari – ancora oggi privi di tutele, di diritti, di una legge nazionale - di raccontare la propria quotidianità, fatta di incombenze, ma anche di competenze, di paure ma anche di gioie, di battaglie e di vittorie, oltre che di fatiche e di preoccupazioni.
Ogni puntata è dedicata al racconto autobiografico di un caregiver, o di una caregiver: c'è Nicola, ormai anziano, che da più di 40 anni trascorre ogni minuto della sua giornata con un figlio gravemente autistico, percorrendo chilometri di strada a bordo della loro auto, tra le montagne e la costa della Calabria. C'è Sara, che vive chiusa in casa, da sola con suo figlio gravemente disabile, pronta a intervenire ogni volta che arriva, all'improvviso, una “crisi brutta”, una di quelle capaci di portarselo via, in un batter d'occhio. E per strapparlo, ogni volta, alla morte. E poi c'è Elena, che da quasi 30 anni combatte per i diritti di suo figlio e per lui ha lasciato tutto, perfino la sua amata Roma, inseguendo il sogno di un cohousing per quando lei non ci sarà più. Ma che oggi è condannata a pagare 300 milioni per una causa durata 27 anni.
Ogni nome è una storia a cui spesso è difficile credere: storie piene di sacrifici, di dedizione, di rinunce e di fatiche. Storie non di martiri e nemmeno di eroi, ma di uomini e donne di cui il nostro Paese non potrebbe fare a meno, perché prendersi cura di persone con gravi disabilità è un impegno che, oltretutto, costa. “Tenendo i nostri figli a casa, anziché ricoverarli in struttura, facciamo risparmiare bei soldini allo Stato”, osserva Nicola. Eppure, ancora oggi, i caregiver familiari, nel nostro Paese, non sono riconosciuti, né tutelati. Una legge non c'è: se ne parla da anni, ma non c'è. Mentre loro, i caregiver, per fortuna ci sono.
Un podcast di Chiara Ludovisi, realizzato grazie all'indispensabile contributo dei caregiver familiari.
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Author | Chiara Ludovisi |
Organization | chiara ludovisi |
Categories | Society & Culture |
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