Una riflessione critica sui lavoretti
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In questo episodio riflettiamo insieme sulla criticità di proporre i "lavoretti" a bambini e bambine. Potete leggere anche qui sullo stesso tema https://percorsiformativi06.it/processo-o-prodotto/ e qui https://percorsiformativi06.it/il-bambino-esecutore/ "Un bambino che non...
show morePotete leggere anche qui sullo stesso tema
https://percorsiformativi06.it/processo-o-prodotto/
e qui
https://percorsiformativi06.it/il-bambino-esecutore/
"Un bambino che non è stimolato a pensare, progettare, ricercare, ipotizzare, ma solo ad eseguire sarà un bambino capace di fare tutto ciò quando si troverà a doverlo fare da solo? Quando avrà la libertà di poterlo fare? Spesso la risposta che vedo realizzarsi nei servizi è “no”.
Bambini abituati a essere fortemente orientati dagli adulti attraverso modalità relazionali direttive o attraverso strumenti di lavoro predeterminati e rigidi (schede, lavoretti…) sono bambini che si perdono laddove gli viene concessa la libertà di muoversi fra materiali, spazi, linguaggi.
Sono bambini che non mostrano interessi, non sperimentano in autonomia, non fanno connnessioni ma attendono che sia l’adulto a dire loro cosa debbano fare.
Attendono che sia l’adulto a fornire loro le risposte.
Cosa viene meno?
Non viene meno la creatività. Viene meno la possibilità di legittimare un pensiero creativo.
Non viene meno la capacità di risolvere problemi. Viene meno la possibilità del bambino di sentirsi “capace” nel ricercare soluzioni.
Non viene meno il pensiero divergente. Viene meno la possibilità del bambino di sentirsi accolto nel suo essere “divergente”, nel rompere gli schemi, nell’accogliere l’inatteso come possibilità e non come errore o limite.
Non viene meno il bambino. Viene meno la possibilità del bambino di sentirsi accompagnato ad esprimersi in modo unico e irripetibile.
Non vengono meno le strutture cognitive. Viene meno la possibilità del bambino di sentirsi abile a costruire da se’ quelle strutture, di modellarle, di diventare costruttore della sua conoscenza.
Non viene meno il sapere. Viene meno il piacere di conoscere, di ricercare, di scoprire di essere ricercatore nel mondo.
Si vede il bambino, ma non lo si mette al centro dei suoi apprendimenti, del suo muoversi incerto ma fertile; si vedono i bambini, uno accanto all’altro, in modo uniforme, come le loro performance, come i loro disegni attaccati al muro. Privi di identità.
Non si vedono i processi ma i prodotti. Si resta sulla superficie. Si galleggia. Si resta ancorati a ciò che appare. Tanti bravi bambini che stanno nei contorni senza mai uscire fuori. Ma forse, simbolicamente, questo s-confinare potrebbe essere fortemente generativo laddove ci fossero occhi pronti a cogliere le idee dei bambini e il loro valore." Carola Castoldi
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Author | Percorsi Formativi 06 |
Organization | Percorsi Formativi 06 |
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