Totò Riina - Episodio 10 La Rete di Potere Gli Alleati e i Nemici di Riina

Aug 24, 2024 · 4m 41s
Totò Riina - Episodio 10 La Rete di Potere Gli Alleati e i Nemici di Riina
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Totò Riina - Episodio 10 La Rete di Potere Gli Alleati e i Nemici di Riina Benvenuti ad una nuova puntata del nostro podcast dedicato alla vita di Totò Riina....

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Totò Riina - Episodio 10 La Rete di Potere Gli Alleati e i Nemici di Riina Benvenuti ad una nuova puntata del nostro podcast dedicato alla vita di Totò Riina. Oggi analizzeremo la complessa rete di potere che Riina costruì durante la sua ascesa ai vertici di Cosa Nostra, esaminando chi furono i suoi alleati più fidati e i suoi nemici più temuti, sia all'interno dell'organizzazione mafiosa che nel mondo esterno. Totò Riina, nel consolidare il suo potere, si dimostrò non solo un leader spietato, ma anche un abile stratega, capace di tessere alleanze fondamentali per il controllo di Cosa Nostra. La sua capacità di creare una rete di fedelissimi fu cruciale per la sua ascesa e per il mantenimento del suo dominio. Tra i suoi alleati più importanti, spiccano figure come Bernardo Provenzano e Luciano Liggio. Provenzano, in particolare, fu il braccio destro di Riina, un uomo altrettanto spietato ma dotato di una discrezione che lo rese un partner ideale nelle operazioni più delicate. Insieme, Riina e Provenzano formarono un binomio indissolubile che governò Cosa Nostra con pugno di ferro per decenni. Liggio, invece, fu colui che introdusse Riina nei ranghi della mafia corleonese, riconoscendo in lui le qualità necessarie per diventare un leader. Sebbene Liggio finisse per essere arrestato e incarcerato, la sua influenza sul giovane Riina fu determinante. La rete di alleanze di Riina non si limitava solo ai Corleonesi. Egli riuscì a stringere accordi anche con altre famiglie mafiose, sia in Sicilia che sul continente. Queste alleanze erano spesso basate su interessi comuni, come il controllo del traffico di droga, degli appalti pubblici e delle estorsioni. Tuttavia, queste relazioni erano fragili e potevano facilmente trasformarsi in rivalità mortali. Oltre agli alleati, Totò Riina dovette affrontare numerosi nemici, sia all'interno di Cosa Nostra che al di fuori di essa. All'interno dell'organizzazione, i nemici più pericolosi furono i boss delle famiglie palermitane, come Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo, che rappresentavano la vecchia guardia mafiosa. Riina considerava questi boss come ostacoli al suo progetto di unificazione e controllo totale di Cosa Nostra, e per questo orchestrò la loro eliminazione durante la "Seconda Guerra di Mafia", che portò alla definitiva ascesa dei Corleonesi. Un altro nemico interno fu Tommaso Buscetta, che, dopo l’arresto e la decisione di collaborare con la giustizia, divenne il più famoso pentito di mafia. Le sue rivelazioni misero a nudo i segreti di Cosa Nostra e portarono allo storico Maxi Processo, causando un colpo durissimo all’organizzazione mafiosa e, indirettamente, a Riina stesso. All'esterno, i nemici più temibili di Riina furono i rappresentanti dello Stato che osarono sfidare Cosa Nostra. Tra questi, i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che attraverso le loro indagini e la loro determinazione nel perseguire la giustizia, inflissero colpi devastanti all'organizzazione mafiosa. Riina li considerava una minaccia esistenziale e per questo ordinò la loro eliminazione, portando a compimento le stragi di Capaci e via D'Amelio, eventi che scossero profondamente l’Italia e l’opinione pubblica mondiale. Infine, Riina dovette affrontare anche nemici nascosti, tra cui alcune fazioni all'interno dello Stato e della politica che, sebbene colluse con la mafia in passato, iniziarono a prendere le distanze da lui quando le sue azioni divennero troppo eclatanti e incontrollabili. Questi nemici silenziosi contribuirono, in qualche modo, alla sua cattura e alla fine del suo regno di terrore. La capacità di Totò Riina di costruire una rete di potere, fatta di alleati fedeli e di una gestione spietata dei nemici, fu uno dei segreti del suo successo come capo di Cosa Nostra. Tuttavia, fu anche questa stessa rete, con le sue inevitabili fragilità e contraddizioni, a contribuire alla sua caduta. Conclusione: In questo episodio abbiamo esplorato la rete di potere costruita da Totò Riina, fatta di alleati leali e nemici pericolosi. Nel prossimo episodio, ci concentreremo sulla vita familiare di Riina, in particolare sul ruolo di Ninetta Bagarella, sua moglie, e sulla loro famiglia. Grazie per averci ascoltato e continuate a seguirci per scoprire di più sulla vita di Totò Riina.
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