Susan Finnell, Valentina Roselli

Mar 4, 2019 · 24m 40s
Susan Finnell, Valentina Roselli
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Susan Finnel, Valentina Roselli "Seeming Confines" David Ruff Spazio Don Chisciotte, Torino Fondazione Bottari Lattes Everything I’ve seen, everyone I’ve known, the great forest of visual, tactile experience, play a...

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Susan Finnel, Valentina Roselli
"Seeming Confines" David Ruff
Spazio Don Chisciotte, Torino
Fondazione Bottari Lattes


Everything I’ve seen, everyone I’ve known, the great forest of visual, tactile experience, play a part in the creation of my painting. Then with the craft of which I’m capable, my vision becomes manifest through the means of color and form to give life to a newly created reality.
David Ruff, 1997

Tutto ciò che ho visto, tutte le persone che ho conosciuto, la grande foresta dell’esperienza visuale e tattile, giocano un ruolo nella creazione della mia pittura. Poi con le abilità a mia disposizione, la mia visione diventa manifesta attraverso i mezzi del colore e della forma per dare vita a una realtà creata nuova.
David Ruff, 1997

Pittore, grafico, stampatore, poeta e intellettuale. Artista newyorkese nato nel Bronx, spesso associato all’espressionismo astratto statunitense, difficilmente collocabile in una precisa corrente o entro demarcati confini. Attivista impegnato nelle grandi campagne politiche per i diritti civili, in Alabama, Mississippi, Upstate New York e Washington D.C. Amante della natura (“una foglia dorata, un ciottolo, una crepa in un muro, una lumaca, la forma dei campi…”) e della forma creata (poesia, letteratura, musica e arti visive). David Ruff (New York, 1925 – Torino, 2007), che ha vissuto in Piemonte tra Baldissero, Bagnolo e Torino per oltre trentacinque anni, è al centro della mostra “Seeming Confines” allo Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes da venerdì 8 marzo a giovedì 18 aprile – Via della Rocca 37B – Torino).

Curata da Valentina Roselli e David Ruff Archive (presieduto dalla moglie Susan Finnel), l’esposizione intende portare all’attenzione del pubblico le opere degli anni Settanta di Ruff, per approfondire quale fu l’impatto che il trasferimento dagli Stati Uniti all’Europa ebbe sul suo lavoro. Una mostra che vuole indagare sul nuovo impulso creativo che l’incontro con il Vecchio Continente stimolò nell’artista. Nel 1969, infatti, Ruff e la moglie con la figlia piccola, lasciano New York per trasferirsi prima ad Amsterdam, poi, nel 1971 in Piemonte, stabilendosi in Europa, da dove le loro famiglie erano migrate all’inizio del Novecento per approdare negli Stati Uniti. Ruff sbarca in Europa cercando una nuova sensibilità espressiva, mettendosi alla prova nell’incontro con la cultura e la tradizione europea.

Il titolo della mostra “Seeming Confines” coincide con il titolo di un dipinto di Ruff ispirato all’opera Endymion (IV, 513) di John Keats, autore molto amato dall’artista e che nutre spesso la sua ricerca. È un titolo che richiama direttamente la passione per la letteratura e il carattere poetico e musicale che permea tutti i lavori di Ruff. Allo stesso tempo, il riferimento a confini apparenti intende sottolineare quanto sia difficile definire Ruff secondo uno stile preciso o una corrente artistica: la sua opera è un viaggio dai confini non demarcati, senza l’urgenza di una definizione. È stato spesso associato all’espressionismo astratto statunitense, relazione pittorica che Ruff arricchisce, ma dalla quale si distacca consapevolmente. Ruff ha saputo riflettere sulla tradizione artistica americana e su quella europea, influenzato anche da maestri italiani quali Botticelli, Tiziano, Veronese, Tintoretto e Giorgione, raggiungendo uno stile unico, dai caratteri avanguardistici per il suo saper guardare sempre oltre le sensibilità del suo tempo. In lui molto spiccato è il tratto coloristico, tra luce e vibranti atmosfere, tra tinte tenui e forti, che conferisce nuance e sfumature alla realtà, ai sogni, alle sensazioni, alle emozioni.



David Ruff nasce nel Bronx (New York City) nel 1925. Tra il 1945 e 1950, vive a Greenwich Village, studia pittura con Yasuo Kunyoshi alla Art Students’ Leauge, lavora e insegna all’Atelier 17 di S. W. Hayter. Nel 1950 si trasferisce a San Francisco, dove fonda e dirige un atelier grafico, The Print Workshop (TPW), che rimane in attività fino al 1955 producendo opere destinate a divenire testi fondativi della poesia d’avanguardia statunitense. Tornato sulla costa Est nel 1955, nei dieci anni successivi è uno dei fondatori del gruppo CORE (Congress of Racial Equality) nella città di Kingston, NY. Nel 1965 prende parte alla marcia da Selma a Montgomery, Alabama; nell’estate partecipa alla lotta per i diritti civili, come volontario COFO (Council of Federated Organizations) nella Mississippi Freedom Summer. Oltre ad aver vissuto a Woodstock NY, dove ha costruito il suo studio, ha vissuto a Washington D.C., New York City, Amsterdam e negli ultimi trentasei anni della sua vita in Piemonte. Le sue mostre personali si sono tenute nelle città di San Francisco, New York, Woodstock, Torino, Milano, Napoli e altre città italiane. Muore a Torino nel giugno 2007. Una sua mostra antologica si è tenuta presso la Sala Bolaffi a Torino nel 2008. Recentemente l’opera “Jackson Fairgrounds” (un titolo che fa riferimento alla detenzione di manifestanti per i diritti civili, Ruff compreso, nel capoluogo dello stato del Mississippi), dipinto nel 1966, è stato donato alla Charles R. Drew University of Medicine and Science, Los Angeles. Dal 2017 è in corso la creazione di un archivio storico dell’opera di Ruff.

Valentina Roselli, artista nata a Torino nel 1986, si è formata in Arti Visive all' Università IUAV di Venezia, Kuvataideakatemia di Helsinki e Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Dal 2017 collabora come archivista al David Ruff Archive. Ha fatto parte di programmi di residenza come Fondazione Bevilacqua La Masa (BLM) e Fondazione Spinola Banna per l'Arte, con Alberto Garutti, The Otolith Group, Peter Friedl e Benjamin Weil. Tra i progetti espositivi: Doris, pubblicazione a cura di Soft Fiction Project (2018); Going West a cura di CHAN e Atelier A (Apricale, 2017); Teatrum Botanicum (PAV, Torino, 2016); Un'idea Brillante a cura di Francesco Urbano Ragazzi (Künstlerhaus Frise, Hamburg, 2014); Crepaccio@Yoox.com durante la 55° Biennale di Venezia a cura di Caroline Corbetta (2013); Time Geometry a cura di HR-Stamenov e Bora Petkova, (Plovdiv, Bulgaria, 2012); Mirroring, promosso da Emirates Foundation, a cura di Francesco Urbano Ragazzi (Venezia, 2011); Beyond Death, per la 54° Biennale di Venezia a cura di OCA-Office for Contemporary Art Norway, guidato da Bjarne Melgaard (Venezia, 2011).


La Fondazione Bottari Lattes è nata nel 2009 a Monforte d’Alba (CN), su volontà di Caterina Bottari Lattes (presidente), e non ha scopo di lucro. Ha come finalità la promozione della cultura e dell’arte e l’ampliamento della conoscenza della figura di Mario Lattes. Tra le principali attività: mostre di arte e fotografia, il Premio internazionale Bottari Lattes Grinzane, il progetto per l’infanzia Vivolibro, convegni, spettacoli e concerti di musica da camera. Nel 2013 ha aperto l’attività espositiva del nuovo Spazio Don Chisciotte a Torino, voluto da Caterina Bottari Lattes. Nel 2015 ha inaugurato la Biblioteca-Pinacoteca “Mario Lattes” a Monforte d’Alba.


David Ruff Archive, creato a Torino nel 2017, intende raccogliere e catalogare l’archivio storico delle opere dell’artista. A oggi è stato possibile rintracciare quasi 600 dipinti e circa 400 opere su carta, oltre a incisioni e libri d’artista. La rete di collezionisti, in Italia e all’estero, collabora con grande generosità alla buona riuscita di questa impresa.


Info: 011.1977.1755; segreteria@spaziodonchisciotte.it
fondazionebottarilattes.it
FB Fondazione Bottari Lattes
TW @BottariLattes
YT FondazioneBottariLattes



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