Storia dei cappelli - terza puntata
Jan 5, 2024 ·
16m 7s
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Questo podcast, tratto dalla rubrica radiofonica "Uno sguardo sul giorno" di Radio Villa Centrale webradio/TV è dedicato alla terza puntata sulla Storia dei cappelli. Nella puntata vi racconterò dei cappelli...
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Questo podcast, tratto dalla rubrica radiofonica "Uno sguardo sul giorno" di Radio Villa Centrale webradio/TV è dedicato alla terza puntata sulla Storia dei cappelli. Nella puntata vi racconterò dei cappelli più tipici dal 1700 in poi. In particolare vi parlerò di questi:
- Il “Tricorno” : era popolare nel corso di tutto il XVIII secolo. La caratteristica distintiva del cappello è che i tre lati del bordo sono rialzati e attaccati, allacciati o abbottonati in modo da formare un triangolo attorno alla corona. Il cappello era tipicamente indossato con una punta rivolta in avanti, sebbene non fosse affatto insolito per i soldati, che spesso portavano un fucile o un moschetto sulla spalla sinistra, indossare il tricorno puntato sopra il loro sopracciglio sinistro. Il tricorno spaziava dal più semplice ed economico al più stravagante, incorporando occasionalmente pizzo e piume d'oro o d'argento. Le versioni militari e navali di solito portavano una coccarda o un altro emblema nazionale nella parte anteriore. Nell'iconografia classica è diventato, assieme alla benda sull'occhio, un carattere distintivo dei pirati. Alcune maschere della commedia dell'arte hanno il tricorno come copricapo, ad esempio Meneghino e Gianduia.
- Il “Bicorno” o “Feluca” :è una forma arcaica di cappello a partire dagli anni '70 del XVIII secolo ed all'inizio del XIX secolo . Indossato soprattutto in Europa e successivamente in America, in special modo nelle uniformi. E’ noto perché associato alla figura di Napoleone Bonaparte che era solito indossarla, per distinguersi, parallelamente alle spalle; i suoi generali invece l'indossavano perpendicolarmente alle spalle. È sopravvissuta nell'uso dell'uniforme militare sino al 1914. Con la nascita delle prime organizzazioni goliardiche nelle università, viene adottato, dagli studenti italiani, un copricapo detto anch'esso feluca. Proprio dall'ambiente goliardico universitario sembra trarre origine il termine feluca. Alcune maschere della commedia dell'arte hanno il bicorno come copricapo, ad esempio Arlecchino (in talune rappresentazioni), Stenterello e Rugantino.
- Il “Cilindro”: fu inventato nell’Ottocento, che possiamo considerare il secolo d’oro del cappello e fu, calzato anche dal presidente Usa Abraham Lincoln. Il primo che ci mise dentro un coniglio fu il celebre mago francese Comte, nel 1814. Siccome questo copricapo occupava molto spazio, venne realizzato anche in versione pieghevole, il gibus, che grazie a un sistema di molle si poteva appiattire e sistemare sotto il sedile quando si andava all’opera. Un cilindro doveva essere fatto a mano da un cappellaio esperto, e ciò in un periodo in cui i lavori artigianali erano in declino. Il cilindro cominciò quindi ad essere associato al ceto alto, diventando bersaglio di satira e critiche sociali. Con la fine della Prima guerra mondiale divenne una rarità nell'abbigliamento quotidiano Oggigiorno viene indossato soltanto con vestiti formali, come il Tight o il frac
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- Il “Tricorno” : era popolare nel corso di tutto il XVIII secolo. La caratteristica distintiva del cappello è che i tre lati del bordo sono rialzati e attaccati, allacciati o abbottonati in modo da formare un triangolo attorno alla corona. Il cappello era tipicamente indossato con una punta rivolta in avanti, sebbene non fosse affatto insolito per i soldati, che spesso portavano un fucile o un moschetto sulla spalla sinistra, indossare il tricorno puntato sopra il loro sopracciglio sinistro. Il tricorno spaziava dal più semplice ed economico al più stravagante, incorporando occasionalmente pizzo e piume d'oro o d'argento. Le versioni militari e navali di solito portavano una coccarda o un altro emblema nazionale nella parte anteriore. Nell'iconografia classica è diventato, assieme alla benda sull'occhio, un carattere distintivo dei pirati. Alcune maschere della commedia dell'arte hanno il tricorno come copricapo, ad esempio Meneghino e Gianduia.
- Il “Bicorno” o “Feluca” :è una forma arcaica di cappello a partire dagli anni '70 del XVIII secolo ed all'inizio del XIX secolo . Indossato soprattutto in Europa e successivamente in America, in special modo nelle uniformi. E’ noto perché associato alla figura di Napoleone Bonaparte che era solito indossarla, per distinguersi, parallelamente alle spalle; i suoi generali invece l'indossavano perpendicolarmente alle spalle. È sopravvissuta nell'uso dell'uniforme militare sino al 1914. Con la nascita delle prime organizzazioni goliardiche nelle università, viene adottato, dagli studenti italiani, un copricapo detto anch'esso feluca. Proprio dall'ambiente goliardico universitario sembra trarre origine il termine feluca. Alcune maschere della commedia dell'arte hanno il bicorno come copricapo, ad esempio Arlecchino (in talune rappresentazioni), Stenterello e Rugantino.
- Il “Cilindro”: fu inventato nell’Ottocento, che possiamo considerare il secolo d’oro del cappello e fu, calzato anche dal presidente Usa Abraham Lincoln. Il primo che ci mise dentro un coniglio fu il celebre mago francese Comte, nel 1814. Siccome questo copricapo occupava molto spazio, venne realizzato anche in versione pieghevole, il gibus, che grazie a un sistema di molle si poteva appiattire e sistemare sotto il sedile quando si andava all’opera. Un cilindro doveva essere fatto a mano da un cappellaio esperto, e ciò in un periodo in cui i lavori artigianali erano in declino. Il cilindro cominciò quindi ad essere associato al ceto alto, diventando bersaglio di satira e critiche sociali. Con la fine della Prima guerra mondiale divenne una rarità nell'abbigliamento quotidiano Oggigiorno viene indossato soltanto con vestiti formali, come il Tight o il frac
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Author | Augusta Casagrande |
Organization | Augusta Casagrande |
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