Sono i bambini e gli adolescenti le nuove leve dell'Isis
Jun 6, 2023 ·
6m 10s
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Per gli investigatori che lo hanno fermato lo scorso 30 maggio era pronto a mettere in atto un attacco incendiario tra Bergamo e la Bassa Valle Brembana. Un minorenne di...
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Per gli investigatori che lo hanno fermato lo scorso 30 maggio era pronto a mettere in atto un attacco incendiario tra Bergamo e la Bassa Valle Brembana. Un minorenne di 17 anni cittadino italiano, d’origine camerunense, residente in provincia di Bergamo, è indagato per associazione con finalità di terrorismo, addestramento, apologia e istigazione a delinquere aggravate. Si tratta dell’ennesimo caso di un un minorenne affascinato dalla propaganda jihadista un chiaro segno che la nuova martellente strategia comunicativa dell’Isis funziona. La propaganda jihadista corre sulle strade digitali del web, con i canali Telegram, le chat riservate su Whatsapp, su Facebook, Twitter e persino su Tik Tok. Discorso diverso è quello relativo ai bambini chiamati “i cuccioli del califfato” ovvero i figli dei foreign figters arrivati nel “Siraq” da tutto il mondo nati sotto le bandiere nere dell’Isis e che nella loro giovane vita non hanno visto che violenza e sangue e che sono stati addestrati per diventare dei jihadisti. Nel campo profughi di Al-Hol, nel nord-est della Siria dove comanda l’Isis, vivono non meno di 70.000 persone e l’UNICEF stima che più del 90% di loro siano donne e bambini che nessuno vuole. Tra i bambini, solo 20.000 sono siriani. Gli altri, almeno 29.000, appartengono a ben 62 nazionalità diverse. Nessuno li vuole e per quanto vissuto e il contesto attuale sono delle vere e proprie bombe a orologeria pronte a esplodere.
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