Sei Anima o Spirito ?
Oct 5, 2022 ·
16m 33s
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Description
RIUSCIRAI A CONQUISTARE IL REGNO DELL'ALDILA' ? ... #Quanto credete possa pesare la vostra anima? Per gli egizi, la risposta a questa domanda non era una questione marginale. In base...
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RIUSCIRAI A CONQUISTARE IL REGNO DELL'ALDILA' ? ... #Quanto credete possa pesare la vostra anima?
Per gli egizi, la risposta a questa domanda non era una questione marginale. In base al peso dell’anima si stabiliva se un defunto poteva accedere all’aldilà (Duat) o essere perduto per l’eternità.
La lunghissima formula 125 contenuta nel #Libro dei morti descrive il rituale della psicostasia, detta comunemente “pesatura del cuore” o “pesatura dell’anima”. Con questo rituale si decideva se il defunto era degno di entrare nell’aldilà.
Dopo aver affrontato prove di coraggio e forza, il defunto giungeva davanti a Osiride e ai suoi 42 giudici accompagnato da Anubi, dio psicopompo (figura che ha il ruolo di accompagnatore delle anime dei morti nell’oltretomba; deriva dalla combinazione di due parole greche: psiche, anima, e pompós, colui che manda).
Ogni giudice corrispondeva a una delle prescrizioni della dea #Maat, prescrizioni che non bisognava infrangere durante la vita. I 42 giudici che erano seduti in una lunga fila rappresentavano anche i 42 peccati contro la giustizia e la verità che il defunto doveva negare uno alla volta, recitando le “Confessioni negative“.
Dopo che il defunto aveva dichiarato la sua innocenza, il suo cuore era pesato su una bilancia a due piatti: un piatto per il cuore, l’altro per la piuma di Maat (spesso simboleggiata da una piuma di struzzo, segno geroglifico del suo nome). In base al risultato della pesatura, il dio #Thot pronunciava il verdetto: in caso di colpevolezza, se cioè il cuore era più pesante della piuma, il cuore del defunto era mangiato da Ammit; in caso di innocenza, se cioè il cuore era più leggero o si equiparava al peso della piuma, il defunto poteva proseguire verso il regno di #Osiride e la sua anima era salva per l’eternità.
da fonte Web
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Per gli egizi, la risposta a questa domanda non era una questione marginale. In base al peso dell’anima si stabiliva se un defunto poteva accedere all’aldilà (Duat) o essere perduto per l’eternità.
La lunghissima formula 125 contenuta nel #Libro dei morti descrive il rituale della psicostasia, detta comunemente “pesatura del cuore” o “pesatura dell’anima”. Con questo rituale si decideva se il defunto era degno di entrare nell’aldilà.
Dopo aver affrontato prove di coraggio e forza, il defunto giungeva davanti a Osiride e ai suoi 42 giudici accompagnato da Anubi, dio psicopompo (figura che ha il ruolo di accompagnatore delle anime dei morti nell’oltretomba; deriva dalla combinazione di due parole greche: psiche, anima, e pompós, colui che manda).
Ogni giudice corrispondeva a una delle prescrizioni della dea #Maat, prescrizioni che non bisognava infrangere durante la vita. I 42 giudici che erano seduti in una lunga fila rappresentavano anche i 42 peccati contro la giustizia e la verità che il defunto doveva negare uno alla volta, recitando le “Confessioni negative“.
Dopo che il defunto aveva dichiarato la sua innocenza, il suo cuore era pesato su una bilancia a due piatti: un piatto per il cuore, l’altro per la piuma di Maat (spesso simboleggiata da una piuma di struzzo, segno geroglifico del suo nome). In base al risultato della pesatura, il dio #Thot pronunciava il verdetto: in caso di colpevolezza, se cioè il cuore era più pesante della piuma, il cuore del defunto era mangiato da Ammit; in caso di innocenza, se cioè il cuore era più leggero o si equiparava al peso della piuma, il defunto poteva proseguire verso il regno di #Osiride e la sua anima era salva per l’eternità.
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Author | Radio Alchimia |
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