Scioperiamo contro il sistema predatorio neoliberista – Paolo Maddalena
Sep 18, 2020 ·
30m 54s
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La Borsa Italiana è in vendita e ancora una volta saranno gli stranieri a contendersi le azioni e le attività del listino di Milano. Dopo tredici anni di detenzione da...
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La Borsa Italiana è in vendita e ancora una volta saranno gli stranieri a contendersi le azioni e le attività del listino di Milano. Dopo tredici anni di detenzione da parte degli inglesi della London Stock Exchange, sono state presentate tre offerte di acquisto: dalla svizzera Six, dai tedeschi di Deutsche Börse e dai francesi di Euronext.
La Borsa italiana “è rientrata nella serie di privatizzazioni che hanno sconvolto il sistema economico nel quale l'Italia agisce”, ha detto Paolo Maddalena, giudice emerito della Corte Costituzionale.
Fu Romano Prodi, quando era presidente del consiglio dei ministri, con il d. lgs. 23 luglio 1996 n. 415, ad avviare le operazioni di privatizzazione della Borsa italiana, per trasformarla da ente pubblico in società per azioni.
“Con un semplice tratto di penna della legge, i beni del patrimonio pubblico del popolo italiano, che sono beni di proprietà pubblica a titolo di sovranità, furono trasferiti al patrimonio di una società per azioni”.
Le privatizzazioni hanno dato luogo, secondo Paolo Maddalena, al sistema predatorio neoliberista dal quale bisogna difendersi, “perché è un sistema che premia i ricchi e danneggia i poveri”.
Come difendersi? Nella Costituzione ci sono gli strumenti per farlo: il diritto di sciopero generale, previsto all'articolo 40, e il diritto di ricorrere in via incidentale alla Corte Costituzionale.
Insieme a questo, secondo il giudice, sarebbe necessaria “l'emissione di una moneta di Stato, che non è vietata, contrariamente a quanto si fa credere, dai Trattati europei e dallo Statuto della BCE”.
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La Borsa italiana “è rientrata nella serie di privatizzazioni che hanno sconvolto il sistema economico nel quale l'Italia agisce”, ha detto Paolo Maddalena, giudice emerito della Corte Costituzionale.
Fu Romano Prodi, quando era presidente del consiglio dei ministri, con il d. lgs. 23 luglio 1996 n. 415, ad avviare le operazioni di privatizzazione della Borsa italiana, per trasformarla da ente pubblico in società per azioni.
“Con un semplice tratto di penna della legge, i beni del patrimonio pubblico del popolo italiano, che sono beni di proprietà pubblica a titolo di sovranità, furono trasferiti al patrimonio di una società per azioni”.
Le privatizzazioni hanno dato luogo, secondo Paolo Maddalena, al sistema predatorio neoliberista dal quale bisogna difendersi, “perché è un sistema che premia i ricchi e danneggia i poveri”.
Come difendersi? Nella Costituzione ci sono gli strumenti per farlo: il diritto di sciopero generale, previsto all'articolo 40, e il diritto di ricorrere in via incidentale alla Corte Costituzionale.
Insieme a questo, secondo il giudice, sarebbe necessaria “l'emissione di una moneta di Stato, che non è vietata, contrariamente a quanto si fa credere, dai Trattati europei e dallo Statuto della BCE”.
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