San Luigi IX, re di Francia: un modello per politici e capi di stato

Nov 6, 2019 · 21m 24s
San Luigi IX, re di Francia: un modello per politici e capi di stato
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5871 SAN LUIGI IX, RE DI FRANCIA: UN MODELLO PER POLITICI E CAPI DI STATO di Corrado Gnerre Il Regno di San Luigi IX fu un grande...

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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5871

SAN LUIGI IX, RE DI FRANCIA: UN MODELLO PER POLITICI E CAPI DI STATO di Corrado Gnerre
Il Regno di San Luigi IX fu un grande dono di Dio e della Vergine Maria alla Francia, ma anche alla cristianità e al mondo intero.
Il cuore di una madre, se risponde alla missione che Dio le affida, riceve tutte le grazie, tutte le delicatezze per deporre nelle anime dei suoi fanciulli le virtù al punto di farne dei Santi. Bianca di Castiglia si mostrò la degna madre d'un figlio quale fu San Luigi IX. Si può ben affermare che senza le ammirabili qualità di energia di cuore e di intelligenza di questa regina, rischiarata da una fede profonda e da una confidenza ammirabile in Maria -il modello di tutte le Madri - il mondo, forse, non avrebbe mai potuto conoscere il tipo ideale di Re e di Governo Cristiano.
Volendo dare alla Francia un sovrano degno di questo bel regno, Bianca confidò le sue speranze a Nostra Signora recitando sempre il Rosario con le persone pie della sua Corte. Il 25 aprile del 1215, a Poissy, il suo voto si realizzò.
San Luigi comprese la dignità che gli era stata conferita nel Battesimo, al punto che si fece chiamare Luigi di Poissy, dal nome del villaggio dove era stato battezzato e quindi diventato cristiano.
L'odio per il peccato caratterizzò l'infanzia di Luigi IX e lo spinse alla vigilanza e alla preghiera, che poi sarà la grande passione della sua vita. Egli, un giorno, sentì sua madre dire queste parole: "Dolce figlio, voi sapete che niente mi è più caro di voi; ma preferisco sapervi morto piuttosto che macchiato di peccato mortale." E' ai piedi degli altari e nella lettura di libri spirituali, che Luigi apprende tanto i suoi doveri di cristiano quanto la sua missione di Re.
Attorno a lui i lutti si moltiplicarono al punto che lo avvicinarono al trono: suo fratello primogenito morì nel 1218, suo padre nel 1226, designando nel suo testamento la Regina Bianca come reggente. A quel tempo Luigi aveva 12 anni.
RE A 12 ANNI
La consacrazione di Luigi ebbe luogo il 29 novembre del 1226.
La Regina reggente non aveva solamente inculcato a suo figlio la bellezza della fede cristiana e una grande devozione alla Vergine Immacolata, ma aveva voluto che tutto questo fosse solidamente sostenuto da una conoscenza profonda delle verità eterne. Ella aveva scelto per la sua formazione religiosa e intellettuale i migliori teologi e le più alte personalità in tutti i campi dell'insegnamento.
Luigi IX si mostrò degno di una tale madre e di tali maestri. La preghiera era il costante alimento della sua anima anche nelle imprese di guerra. Recitava costantemente le ore canoniche. Nonostante il suo alto rango, era aggregato al Terz'ordine di San Francesco, di cui poi sarebbe diventato patrono del ramo maschile.
Per rendere omaggio alla Vergine, ogni sabato radunava i poveri nel suo palazzo, lavava loro i piedi che baciava con rispetto, dopo averli asciugati con le sue stesse mani; li serviva lui stesso a tavola e a loro distribuiva una ricca elemosina. Ogni giorno recitava l'Ufficio della Santa Vergine.
In esecuzione di un voto fatto dal Re suo padre, fondò l'abbazia di Royaumont, e volle partecipare manualmente, con il sudore della sua fronte, alla costruzione, servendo i muratori e portando la carriola carica di pietre. Faceva soggiorni frequenti all'Abbazia, conducendo la vita dei monaci. Assisteva al capitolo quotidiano, ma, considerandosi indegno di essere trattato come religioso, si sedeva sulla paglia. Aiutava i muratori, prendeva i suoi pasti nel refettorio, visitava gli ammalati dell'infermeria. Si racconta questo episodio: una domenica, accompagnato dall'Abate, volle far mangiare i lebbrosi, i quali avevano le mani mutilate dal morbo, tanto che non le potevano usare; fu il Re a tagliare la carne e a metterla in bocca con grande precauzione, avendo cura di asciugare il sale che potesse procurare dolore sulle labbra piagate; Luigi si teneva in ginocchio dinanzi ai malati, convinto che quelle carni piagate rappresentassero le piaghe di Gesù, costringeva in tal modo anche l'Abate a fare lo stesso.
A 19 ANNI LUIGI SPOSÒ MARGHERITA DI PROVENZA
La giovane Regina era degna del suo sposo. Un cronista del tempo la descrive in questo modo: "Non esiste giovane più nobile, più gentile, meglio educata, dotata di rare perfezioni, dalle più amabili virtù, di intelligenza precoce, di spirito molto retto, di giudizio molto sicuro, di generosità reale, di bontà squisita." Margherita ebbe da Luigi undici figli.
Modello per gli sposi, Luigi seppe esserlo per i padri: il Re non approfittò per l'educazione dei suoi figli della cura dei loro istitutori, egli stesso si assumeva l'incarico di istruirli e di educarli al disprezzo dei piaceri e della vanità mondane, e a spingerli all'amore di Dio. Dopo compieta, li faceva andare nella sua stanza per ricevere dalla sua bocca le sue lezioni. A riguardo sono conservate alcune istruzioni che egli scrisse per la figlia Isabella, la futura Regina di Navarra: "Cara figlia, obbedite umilmente a vostro marito e a vostro padre e a vostra madre, nelle cose che sono secondo Dio; voi dovete dare a ciascuno ciò che gli appartiene, per l'amore che voi dovete avere ad essi; ed inoltre dovete fare il meglio per amore di Nostro Signore, che così ordinò; contro Dio non dovete obbedire a nessuno. (...). Cara figlia, mettete così grande impegno, da essere così perfetta in tutto il bene, in modo che quelli che vi vedranno e intenderanno parlare di voi possano prendere un buon esempio; e mi è d'avviso che sarebbe bene che non occupaste troppo tempo, né troppo studio a ornarvi e ad adornarvi; e guardatevi bene di non eccedere nei vostri ornamenti."
San Luigi IX amministrò la giustizia con meticolosità. Ogni volta che si spostava, lo precedevano un prelato e un signore per raccogliere tutte le lagnanze; e così egli rendeva giustizia agli oppressi e agli infelici.
IL RE CROCIATO
Un episodio importante della sua vita fu quando fu preso da una dissenteria che lo condusse sull'orlo della morte. Restò privo di sensi per molte ore. I medici cercarono di rianimarlo, ma non vi fu nulla da fare; tant'è che fecero anche la dichiarazione di morte. Improvvisamente si risvegliò e poco dopo si alzò dal letto dichiarando: "Dall'alto del Cielo la luce dell'Oriente si è sparsa su me, e il Signore mi richiamò dai morti. Signore, siate benedetto e ricevete il giuramento che io faccio di me crociato". Il Re poi spiegò che in quei momenti aveva ricevuto in visione l'ordine di andare nella Terra Santa a prelevare lo stendardo cristiano abbattuto dai musulmani.
Successivamente il Vescovo di Parigi cercò di distogliere il Re dal suo progetto, ma inutilmente. Luigi IX rispose: Voi dite, mio Vescovo, che io non ero in me quando ho deciso di prendere la Croce. Ebbene, eccola, io ve la ridò". Poi aggiunse: "Miei amici, ora io sono perfettamente in me. Ebbene, io chiedo che mi si renda la mia Croce. Dio, che sa ogni cosa, sa bene che nessun alimento entrerà nella mia bocca fino a quando la Croce non mi sia rimessa." Il Vescovo dovette ovviamente recedere.
Completamente guarito, il re Luigi preparò tutto affinché il Regno fosse bene amministrato durante la sua assenza.
Il 12 giugno 1248 si consegnò, a piedi nudi, alla Vergine Maria, partecipò alla Messa e ricevette l'Eucaristia. Poi andò a Pontoise, dinanzi all'immagine miracolosa della Madonna, per affidare a Lei le sorti della Francia, dei suoi soldati e della sua stessa persona.
Il 25 agosto dello stesso anno s'imbarcò ad Aigues-Mortes. I crociati trascorsero l'inverno nell'isola di Cipro, ma la peste decimò l'armata.
Il 25 maggio 1249, Luigi IX dette il segnale di partenza al grido di "Dio lo vuole!". La flotta s'indirizzò verso l'Egitto dove giunse il 4 giugno.
Il giorno successivo, dopo essersi confessati, i crociati attaccarono le navi musulmane. I nemici indietreggiarono per l'improvvisa sortita e la città di Damietta fu conquistata.
Il 6 giugno, nel primo pomeriggio, Luigi IX, a piedi nudi, entrò nella città deserta, seguito dai suoi soldati, anch'essi a piedi nudi. L'antica chiesa della città, che era stata trasformata in moschea dai musulmani, venne restituita al culto cristiano: s'intonò il Te Deum.
Dopo varie manifestazioni di valore - egli era ovunque vi fosse pericolo e sempre al primo posto- Luigi venne catturato insieme ad altri. Nel mezzo delle sofferenze della prigionia, delle epidemie e delle esecuzioni ordinate dal Sultano, richiamava continuamente i suoi soldati alla santa rassegnazione, alla fedeltà e al dovere.
Durante la prigionia, l'Emiro ammirò la fierezza di re Luigi e gli chiese di poter essere ordinato cavaliere. Ma Luigi - giustamente - aveva un'idea troppo alta di questa dignità e, non riconoscendo degno colui che non fosse cristiano, gli rispose:" Io non conferirei mai la cavalleria ad un infedele. Diventate cristiano, e io vi farò cavaliere!." Il Musulmano ne rimase meravigliato e non si offese: " Tu sei il Franco più fiero che noi abbiamo mai visto!"
A Luigi fu concessa la libertà, ma al prezzo di un riscatto. Attese a San Giovanni d'Acri la liberazione degli ultimi prigionieri e fortificò alcuni posti in possesso ancora sotto il governo dei cristiani; poi, essendo venuto a conoscenza della morte della Regina reggente, dopo aver liberato tutti i prigionieri, decise di ritornare in Francia.
Malgrado vinto, la Francia lo vide agire come grande Re. Riordinò il Regno e sottomise tutti i baroni ribelli.
RIEMPÌ LA FRANCIA DI CHIESE E DI OSPEDALI
Il Re voleva governare solo per lavorare seriamente ai miglioramenti e al benessere della Francia. Egli si fece allora preparare delle liste esatte di tutti i lavoratori i quali erano nel bisogno, degli artigiani senza lavoro, delle vedove e degli orfani senza soccorso, e delle figlie povere che erano da maritare.
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