Sala degli Stemmi
Jun 4, 2024 ·
2m 16s
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Audioguida a cura di eArs Sala degli Stemmi Chiunque avesse avuto il privilegio di accedere alla presenza di Uguccione Contrari avrebbe certamente sostato sotto le volte di questa ampia sala....
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Audioguida a cura di eArs
Sala degli Stemmi
Chiunque avesse avuto il privilegio di accedere alla presenza di Uguccione Contrari avrebbe certamente sostato sotto le volte di questa ampia sala. Proprio qui, infatti, il signore del castello concedeva udienza privata.Se ancora una volta ce ne fosse bisogno, per affermare senza dubbio la proprietà di questi spazi, le pareti e il soffitto sono interamente seminati con lo stemma di famiglia. Lo avrete ormai già visto in ogni dove, ma è ora di osservarlo più da vicino. Lo scudo da torneo è “inquartato”, vale a dire diviso in quattro. I due cantoni in alto a destra e in basso a sinistra riproducono lo stemma gentilizio dei Contrari, composto da una sequenza di losanghe alternate d’oro e d’azzurro: attributo definito in gergo araldico “fusato in banda”.Negli altri due cantoni, in posizione d’onore, dominano le armi estensi, cioè l’aquila d’argento su fondo azzurro. Si tratta di una concessione accordata dal marchese Nicolò III d’Este quale segno di ricompensa per lo svolgimento di speciali servigi.Il ramo verde intrecciato che avvolge lo stemma potrebbe alludere alla cosiddetta “corona ossidionale”, usata nell’antichità per cingere il capo dei condottieri.Anche lo stemma sopra il grande camino lo avrete già notato in altre sale. Sono le armi dei principi Boncompagni Ludovisi, proprietari della rocca dal 1577 al 1965. Nello scudo emerge la figura del drago d’oro. Secondo la leggenda, questo mitologico essere demoniaco si riteneva nascesse quando un serpente ne divorava un altro. Nel 1584, per esorcizzare quest’aura maligna, Giacomo Boncompagni, figlio di papa Gregorio XIII, adottò il motto “non devorato serpente”, cioè “non ha divorato un serpente”. Grazie a questa spiegazione, il drago assunse il carattere di creatura benevola, generata per volontà divina.
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Sala degli Stemmi
Chiunque avesse avuto il privilegio di accedere alla presenza di Uguccione Contrari avrebbe certamente sostato sotto le volte di questa ampia sala. Proprio qui, infatti, il signore del castello concedeva udienza privata.Se ancora una volta ce ne fosse bisogno, per affermare senza dubbio la proprietà di questi spazi, le pareti e il soffitto sono interamente seminati con lo stemma di famiglia. Lo avrete ormai già visto in ogni dove, ma è ora di osservarlo più da vicino. Lo scudo da torneo è “inquartato”, vale a dire diviso in quattro. I due cantoni in alto a destra e in basso a sinistra riproducono lo stemma gentilizio dei Contrari, composto da una sequenza di losanghe alternate d’oro e d’azzurro: attributo definito in gergo araldico “fusato in banda”.Negli altri due cantoni, in posizione d’onore, dominano le armi estensi, cioè l’aquila d’argento su fondo azzurro. Si tratta di una concessione accordata dal marchese Nicolò III d’Este quale segno di ricompensa per lo svolgimento di speciali servigi.Il ramo verde intrecciato che avvolge lo stemma potrebbe alludere alla cosiddetta “corona ossidionale”, usata nell’antichità per cingere il capo dei condottieri.Anche lo stemma sopra il grande camino lo avrete già notato in altre sale. Sono le armi dei principi Boncompagni Ludovisi, proprietari della rocca dal 1577 al 1965. Nello scudo emerge la figura del drago d’oro. Secondo la leggenda, questo mitologico essere demoniaco si riteneva nascesse quando un serpente ne divorava un altro. Nel 1584, per esorcizzare quest’aura maligna, Giacomo Boncompagni, figlio di papa Gregorio XIII, adottò il motto “non devorato serpente”, cioè “non ha divorato un serpente”. Grazie a questa spiegazione, il drago assunse il carattere di creatura benevola, generata per volontà divina.
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