Sala degli Anelli
Jun 4, 2024 ·
2m 9s
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Audioguida a cura di eArs Sala degli Anelli Giunti in questa sala, se vi guardate intorno, noterete che le pareti sono seminate con centinaia di anelli diamantati. Ecco perché, alla...
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Audioguida a cura di eArs
Sala degli Anelli
Giunti in questa sala, se vi guardate intorno, noterete che le pareti sono seminate con centinaia di anelli diamantati. Ecco perché, alla metà circa del Quattrocento, questo ambiente era noto come “Camera dei diamanti”. Se non riuscite a distinguerli esattamente, vi aiuterà sapere che gli anelli sono intrecciati a gruppi di tre, creando un nodo detto “triquetra”, con le estremità appuntite dal diamante. Questo antico simbolo – certamente allusivo alla Trinità – voleva inoltre suggerire l’indissolubilità di un’amicizia o di un amore. Ed anche i diamanti nel Medioevo si pensavano legati a questi due nobili sentimenti. Se incastonati su un anello d’oro donato da un amico, avevano il potere di allontanare le forze demoniache da chi li portava.
Non sorprende quindi che il marchese di Ferrara Nicolò III concedesse questa impresa araldica ai suoi più fedeli collaboratori, come Uguccione Contrari. Anche i colori scelti per gli anelli non sono casuali: il verde, il bianco e il rosso sono infatti le tinte distintive della casata Estense.Se ancora non fosse abbastanza, l’amicizia tra i signori di Ferrara e i proprietari della rocca viene ribadita nella volta. Lassù, lo stemma dei Contrari, all’incrocio dei costoloni del soffitto, è circondato da quattro medaglioni fioriti con l’impresa del leone degli Este, già incontrata nella sala precedente.
Osservate attentamente i quattro felini… mentre tre sono raffigurati con il muso di profilo in atto di camminare, secondo la consueta iconografia, uno guarda dritto verso di noi ed è seduto. Scartando l’idea che ci abbia puntato per divorarci, in araldica esso viene chiamato “leone in maestà”, simbolo di regalità e di sapienza. Si tratta di un esemplare unico: il leone estense, infatti, non è mai raffigurato altrove con questo particolare attributo araldico.
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Sala degli Anelli
Giunti in questa sala, se vi guardate intorno, noterete che le pareti sono seminate con centinaia di anelli diamantati. Ecco perché, alla metà circa del Quattrocento, questo ambiente era noto come “Camera dei diamanti”. Se non riuscite a distinguerli esattamente, vi aiuterà sapere che gli anelli sono intrecciati a gruppi di tre, creando un nodo detto “triquetra”, con le estremità appuntite dal diamante. Questo antico simbolo – certamente allusivo alla Trinità – voleva inoltre suggerire l’indissolubilità di un’amicizia o di un amore. Ed anche i diamanti nel Medioevo si pensavano legati a questi due nobili sentimenti. Se incastonati su un anello d’oro donato da un amico, avevano il potere di allontanare le forze demoniache da chi li portava.
Non sorprende quindi che il marchese di Ferrara Nicolò III concedesse questa impresa araldica ai suoi più fedeli collaboratori, come Uguccione Contrari. Anche i colori scelti per gli anelli non sono casuali: il verde, il bianco e il rosso sono infatti le tinte distintive della casata Estense.Se ancora non fosse abbastanza, l’amicizia tra i signori di Ferrara e i proprietari della rocca viene ribadita nella volta. Lassù, lo stemma dei Contrari, all’incrocio dei costoloni del soffitto, è circondato da quattro medaglioni fioriti con l’impresa del leone degli Este, già incontrata nella sala precedente.
Osservate attentamente i quattro felini… mentre tre sono raffigurati con il muso di profilo in atto di camminare, secondo la consueta iconografia, uno guarda dritto verso di noi ed è seduto. Scartando l’idea che ci abbia puntato per divorarci, in araldica esso viene chiamato “leone in maestà”, simbolo di regalità e di sapienza. Si tratta di un esemplare unico: il leone estense, infatti, non è mai raffigurato altrove con questo particolare attributo araldico.
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