Progetto Proust - 04 - Posterità
May 31, 2022 ·
10m 33s
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Description
Un giovane adulto Marcel si appresta a tornare alle origini d'un sentimento, attraverso le dita di Odette che, partendo da una tastiera musicale, abbattono le pareti del Tempo e della...
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Un giovane adulto Marcel si appresta a tornare alle origini d'un sentimento, attraverso le dita di Odette che, partendo da una tastiera musicale, abbattono le pareti del Tempo e della Memoria.
.
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https://www.instagram.com/andremenion/
Sul mio sito ufficiale
https://andrealuigirusso.wixsite.com/lessness
o sulla pagina Facebook
https://it-it.facebook.com/andremenion/
***TRASCRIZIONE EPISODIO***
del resto di solito non restavamo a casa
andavamo a passeggio a volte prima di
andare a vestirsi la signora
Swann si metteva al pianoforte
le sue belle mani uscendo dalle maniche rosa
o bianche spesso a colori molto vivaci della
vestaglia di crepe de Chine stendevano le
loro falangi sul pianoforte con la stessa
malinconia che era nei suoi occhi e non
nel suo cuore appunto uno di quei giorni le
avvenne di suonarmi la parte della sonata di
Vinteuil nin cui c'è la piccola frase che Swann
aveva tanto amata ma spesso se si tratta di
musica un po' complicata che ascoltiamo per la
prima volta non sentiamo niente eppure quando
poi ebbi udito due o tre volte quella suonata
m'accade di conoscerla alla perfezione perciò
non si ha torto di dire sentire per la prima
volta se davvero come si è creduto alla prima
audizione non si fosse distinto nulla la seconda
la terza sarebbero state altrettante prime e
non vi sarebbe ragione perché alla decima si
capisse qualcosa di più probabilmente la prima
volta manca non la comprensione ma la memoria
poiché la nostra memoria relativamente alla
complessità delle impressioni cui deve far
fronte mentre ascoltiamo è minima breve quanto
la memoria di un uomo che dormendo pensi mille
cose e subito le dimentichi o d'un uomo mezzo
rimbambito che non ricordi un minuto dopo quel
che gli è stato detto di queste impressioni
multiple la memoria non è capace di fornirci
immediatamente il ricordo ma questo si forma
in lei a poco a poco e riguardo alle opere
che si son sentite due o tre volte siamo come il
collegiale che abbia riletto a parecchie riprese
prima di addormentarsi una lezione che credeva di
non sapere e che recita a memoria la mattina dopo
solo fino a quel giorno io non avevo udito ancora
nulla di quella Sonata e dove Swann e la moglie
vedevano una frase distinta questa era lontana
dalla mia percezione chiara quanto un nome che
si cerchi di rammentare e in luogo del quale non
si trovi che il nulla un nulla in cui un'ora dopo
senza che ci si pensi si lanceranno da sole d'un
sol balzo le sillabe prima inutilmente sollecitate
e non solo non si ritengono subito le opere
veramente rare ma in ciascuna di queste opere
come mi avvenne per la Sonata di Vinteuil si
percepiscono per prime le parti meno preziose
dimodoché non solo m'ingannavo pensando che
l'opera ormai non mi riserbasse più nulla ragione
per cui passò molto tempo senza che cercassi di
ascoltarla dal momento che la signora Swann me
ne aveva suonata la frase più famosa ero stupido
in ciò come coloro che non sperano più di provare
sorpresa davanti a San Marco a Venezia perché la
fotografia ha mostrato loro la forma delle sue
cupole ma per di più anche quando ebbi ascoltato
la suonata dal principio alla fine essa mi restò
quasi interamente invisibile come un monumento
di cui la distanza o la nebbia lascino scorgere
solo labili parti di qui la malinconia che si
accompagna alla conoscenza di simili opere come
di tutto quello che si attua nel tempo quando il
senso più nascosto della sonata di Vinteuil si
scoperse già trascinato dall'abitudine fuori
dalla portata della mia sensibilità quel che
vi avevo distinto e preferito a tutta prima
cominciava a svanire a sfuggirmi non avendo
potuto amare che in tempi successivi tutto quanto
quella sonata mi dava non la possedetti mai per
intero rassomigliava la vita ma meno ingannevoli
della vita questi grandi capolavori non cominciano
col darci quanto hanno di meglio nella sonata di
Vinteuil le bellezze che prime si scoprono sono
anche quelle di cui ci stanchiamo più presto
e senza dubbio per la stessa ragione vale a
dire perché differiscono meno da quel che già
ci era noto ma quando queste bellezze si sono
dileguate ci rimane da amare una certa frase che
il suo ordine troppo nuovo per offrire al nostro
spirito qualcosa oltre la confusione ci aveva reso
indiscernibile e conservata intatta allora essa
dinanzi a cui passavamo ogni giorno senza saperlo
e che si era tenuta in serbo che per il solo
potere della sua bellezza era divenuta invisibile
e rimasta sconosciuta viene a noi per ultima
ma anche noi la lasceremo per ultima e l'ameremo
più a lungo delle altre perché avremmo messo più
tempo ad amarla del resto il tempo necessario ad
un individuo come fu necessario a me per la sonata
per intendere un'opera un po' profonda è solo
il compendio è come il simbolo degli anni dei
secoli a volte che devono trascorrere prima che
al pubblico possa piacere un capolavoro veramente
nuovo quindi l'uomo di genio per risparmiarsi
le incomprensioni della folla si dice forse
che i contemporanei mancano della necessaria
prospettiva che le opere scritte per i posteri
dovrebbero essere lette solo da loro come certe
pitture che si giudican male troppo da vicino
ma in realtà ogni vile precauzione per evitare
giudizi falsi è inutile essi sono inevitabili
la ragione per cui un'opera di genio difficilmente
è ammirata subito è che chi l'ha scritta è un uomo
straordinario e che pochi gli somigliano sarà la
sua stessa opera fecondando i rari ingegni capaci
di comprenderla a farli crescere e moltiplicare i
quartetti di Beethoven (i quartetti 12 13 14 e
15) hanno messo 50 anni a far nascere a ingrossare
il pubblico dei quartetti di Beethoven attuando
così come tutti i capolavori un progresso
se non nel valore degli artisti almeno nella
società degli spiriti largamente composta oggi
di quel che era introvabile quando il capolavoro
apparve ossia di esseri capaci di amarlo quel che
chiamano la posterità è la posterità dell'opera
bisogna che prescindendo per semplificare
dai geni che nello stesso tempo possono
parallelamente preparare per l'avvenire un
pubblico migliore da cui altri geni trarranno
beneficio l'opera si crei da sè la propria
posterità se dunque l'opera fosse tenuta
in serbo non fosse conosciuta che dai posteri
questi per quell'opera non sarebbero i posteri
ma un'assemblea di contemporanei
vissuti semplicemente 50 anni dopo
show less
.
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del resto di solito non restavamo a casa
andavamo a passeggio a volte prima di
andare a vestirsi la signora
Swann si metteva al pianoforte
le sue belle mani uscendo dalle maniche rosa
o bianche spesso a colori molto vivaci della
vestaglia di crepe de Chine stendevano le
loro falangi sul pianoforte con la stessa
malinconia che era nei suoi occhi e non
nel suo cuore appunto uno di quei giorni le
avvenne di suonarmi la parte della sonata di
Vinteuil nin cui c'è la piccola frase che Swann
aveva tanto amata ma spesso se si tratta di
musica un po' complicata che ascoltiamo per la
prima volta non sentiamo niente eppure quando
poi ebbi udito due o tre volte quella suonata
m'accade di conoscerla alla perfezione perciò
non si ha torto di dire sentire per la prima
volta se davvero come si è creduto alla prima
audizione non si fosse distinto nulla la seconda
la terza sarebbero state altrettante prime e
non vi sarebbe ragione perché alla decima si
capisse qualcosa di più probabilmente la prima
volta manca non la comprensione ma la memoria
poiché la nostra memoria relativamente alla
complessità delle impressioni cui deve far
fronte mentre ascoltiamo è minima breve quanto
la memoria di un uomo che dormendo pensi mille
cose e subito le dimentichi o d'un uomo mezzo
rimbambito che non ricordi un minuto dopo quel
che gli è stato detto di queste impressioni
multiple la memoria non è capace di fornirci
immediatamente il ricordo ma questo si forma
in lei a poco a poco e riguardo alle opere
che si son sentite due o tre volte siamo come il
collegiale che abbia riletto a parecchie riprese
prima di addormentarsi una lezione che credeva di
non sapere e che recita a memoria la mattina dopo
solo fino a quel giorno io non avevo udito ancora
nulla di quella Sonata e dove Swann e la moglie
vedevano una frase distinta questa era lontana
dalla mia percezione chiara quanto un nome che
si cerchi di rammentare e in luogo del quale non
si trovi che il nulla un nulla in cui un'ora dopo
senza che ci si pensi si lanceranno da sole d'un
sol balzo le sillabe prima inutilmente sollecitate
e non solo non si ritengono subito le opere
veramente rare ma in ciascuna di queste opere
come mi avvenne per la Sonata di Vinteuil si
percepiscono per prime le parti meno preziose
dimodoché non solo m'ingannavo pensando che
l'opera ormai non mi riserbasse più nulla ragione
per cui passò molto tempo senza che cercassi di
ascoltarla dal momento che la signora Swann me
ne aveva suonata la frase più famosa ero stupido
in ciò come coloro che non sperano più di provare
sorpresa davanti a San Marco a Venezia perché la
fotografia ha mostrato loro la forma delle sue
cupole ma per di più anche quando ebbi ascoltato
la suonata dal principio alla fine essa mi restò
quasi interamente invisibile come un monumento
di cui la distanza o la nebbia lascino scorgere
solo labili parti di qui la malinconia che si
accompagna alla conoscenza di simili opere come
di tutto quello che si attua nel tempo quando il
senso più nascosto della sonata di Vinteuil si
scoperse già trascinato dall'abitudine fuori
dalla portata della mia sensibilità quel che
vi avevo distinto e preferito a tutta prima
cominciava a svanire a sfuggirmi non avendo
potuto amare che in tempi successivi tutto quanto
quella sonata mi dava non la possedetti mai per
intero rassomigliava la vita ma meno ingannevoli
della vita questi grandi capolavori non cominciano
col darci quanto hanno di meglio nella sonata di
Vinteuil le bellezze che prime si scoprono sono
anche quelle di cui ci stanchiamo più presto
e senza dubbio per la stessa ragione vale a
dire perché differiscono meno da quel che già
ci era noto ma quando queste bellezze si sono
dileguate ci rimane da amare una certa frase che
il suo ordine troppo nuovo per offrire al nostro
spirito qualcosa oltre la confusione ci aveva reso
indiscernibile e conservata intatta allora essa
dinanzi a cui passavamo ogni giorno senza saperlo
e che si era tenuta in serbo che per il solo
potere della sua bellezza era divenuta invisibile
e rimasta sconosciuta viene a noi per ultima
ma anche noi la lasceremo per ultima e l'ameremo
più a lungo delle altre perché avremmo messo più
tempo ad amarla del resto il tempo necessario ad
un individuo come fu necessario a me per la sonata
per intendere un'opera un po' profonda è solo
il compendio è come il simbolo degli anni dei
secoli a volte che devono trascorrere prima che
al pubblico possa piacere un capolavoro veramente
nuovo quindi l'uomo di genio per risparmiarsi
le incomprensioni della folla si dice forse
che i contemporanei mancano della necessaria
prospettiva che le opere scritte per i posteri
dovrebbero essere lette solo da loro come certe
pitture che si giudican male troppo da vicino
ma in realtà ogni vile precauzione per evitare
giudizi falsi è inutile essi sono inevitabili
la ragione per cui un'opera di genio difficilmente
è ammirata subito è che chi l'ha scritta è un uomo
straordinario e che pochi gli somigliano sarà la
sua stessa opera fecondando i rari ingegni capaci
di comprenderla a farli crescere e moltiplicare i
quartetti di Beethoven (i quartetti 12 13 14 e
15) hanno messo 50 anni a far nascere a ingrossare
il pubblico dei quartetti di Beethoven attuando
così come tutti i capolavori un progresso
se non nel valore degli artisti almeno nella
società degli spiriti largamente composta oggi
di quel che era introvabile quando il capolavoro
apparve ossia di esseri capaci di amarlo quel che
chiamano la posterità è la posterità dell'opera
bisogna che prescindendo per semplificare
dai geni che nello stesso tempo possono
parallelamente preparare per l'avvenire un
pubblico migliore da cui altri geni trarranno
beneficio l'opera si crei da sè la propria
posterità se dunque l'opera fosse tenuta
in serbo non fosse conosciuta che dai posteri
questi per quell'opera non sarebbero i posteri
ma un'assemblea di contemporanei
vissuti semplicemente 50 anni dopo
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Author | Andrea Russo |
Organization | Andrea Russo |
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