Paolo Linetti "Mnemosyne. Il teatro della memoria"
Jan 20, 2023 ·
16m 22s
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Description
Paolo Linetti "Mnemosyne. Il teatro della memoria" Castello Visconteo di Pavia, fino al 26 marzo 2023 L’esposizione,in corso sino al 26 marzo 2023, ricostruisce nella Sala del Collezionista dei Musei...
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Paolo Linetti
"Mnemosyne. Il teatro della memoria"
Castello Visconteo di Pavia, fino al 26 marzo 2023
L’esposizione,in corso sino al 26 marzo 2023, ricostruisce nella Sala del Collezionista dei Musei Civici pavesi, una delle cosiddette Wunderkammer, le “camere delle meraviglie” che si diffusero, soprattutto in Europa, tra il XV e il XVIII secolo.
Mnemosyne era, per i Greci, la personificazione della funzione mnemonica, ed è a questa antica divinità che è dedicato il titolo dell’esposizione. Le wunderkammer, antenate dei moderni musei, poi scomparse con l’avvento dell’Illuminismo, erano le stanze da collezione rinascimentali in cui monarchi, principi, aristocratici, scienziati e persino artisti collezionavano gli oggetti più diversi, cercando di raccogliere in un unico ambiente tutto lo scibile umano. Queste collezioni, create per fini di studio, per diletto personale e per suscitare ammirazione e prestigio, erano composte da esemplari di storia naturale, strumenti, invenzioni meccaniche, carte geografiche, rarità archeologiche, monete, cammei e quanto di più curioso si potesse trovare.
La mostra ripercorre l’intera storia del collezionismo a partire dagli studioli rinascimentali, quegli ambienti nati nei monasteri medievali che divennero d’uso nella Firenze quattrocentesca, grazie soprattutto a Lorenzo il Magnifico. In questi ambienti, destinati ad attività intellettuali, gli sfondi e le pareti erano importantissimi, perché avevano la funzione di ambientare le opere e gli oggetti esposti, mettendoli in dialogo come attori su un palco, da qui il titolo dell’esposizione: Il teatro della memoria.
Ma come sarebbe stata la wunderkammer o lo studiolo di un collezionista del XVII secolo se fosse vissuto fino ai giorni nostri, sempre attento a mostrare l'evoluzione del mondo e dei nuovi confini? Lo spettacolare allestimento della mostra, studiato per suscitare lo stesso stupore che provocavano le “camere delle meraviglie” di qualche secolo fa, vuole proprio rispondere a questa domanda.
Accanto agli “Artificialia”, ovvero le creazioni dell'uomo, come opere d'arte, statue, gioielli, quadri, reperti archeologici, ai “Naturalia”, come conchiglie, coralli, animali esotici, ma anche elementi bizzarri e mostruosità della natura, le “Scientifica”, strumenti e opere dell’ingegno umano, e le “Exotica”, manufatti provenienti dal lontano Oriente oppure dalle terre al di là delle Colonne d'Ercole - si trovano in mostra anche meraviglie di oggi, come le bellissime creazioni del collettivo R.E.M.I.D.A., che ripropongono in chiave contemporanea lo splendore e la simbologia delle vanitassecentesche, gli stupefacenti mobili e lampadari della designer Valentina Giovando, straordinari esempi di “artificialia” moderni per la maniacale perizia nella cura dei dettagli e per lo stupore d'insieme che suscitano o le opere di Elena Carozzi, carte da parati e tappezzerie di lusso dipinte a mano, che decorano le pareti della wunderkammer del Castello Visconteo e, proprio come accadeva nelle “camere delle meraviglie”, hanno il ruolo fondamentale di ambientare le opere esposte, mettendole in dialogo tra loro come attori su un palco. Visitando l’esposizione, si avrà infatti l’impressione di assistere ad una messa in scena teatrale vera e propria. I
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Castello Visconteo di Pavia, fino al 26 marzo 2023
L’esposizione,in corso sino al 26 marzo 2023, ricostruisce nella Sala del Collezionista dei Musei Civici pavesi, una delle cosiddette Wunderkammer, le “camere delle meraviglie” che si diffusero, soprattutto in Europa, tra il XV e il XVIII secolo.
Mnemosyne era, per i Greci, la personificazione della funzione mnemonica, ed è a questa antica divinità che è dedicato il titolo dell’esposizione. Le wunderkammer, antenate dei moderni musei, poi scomparse con l’avvento dell’Illuminismo, erano le stanze da collezione rinascimentali in cui monarchi, principi, aristocratici, scienziati e persino artisti collezionavano gli oggetti più diversi, cercando di raccogliere in un unico ambiente tutto lo scibile umano. Queste collezioni, create per fini di studio, per diletto personale e per suscitare ammirazione e prestigio, erano composte da esemplari di storia naturale, strumenti, invenzioni meccaniche, carte geografiche, rarità archeologiche, monete, cammei e quanto di più curioso si potesse trovare.
La mostra ripercorre l’intera storia del collezionismo a partire dagli studioli rinascimentali, quegli ambienti nati nei monasteri medievali che divennero d’uso nella Firenze quattrocentesca, grazie soprattutto a Lorenzo il Magnifico. In questi ambienti, destinati ad attività intellettuali, gli sfondi e le pareti erano importantissimi, perché avevano la funzione di ambientare le opere e gli oggetti esposti, mettendoli in dialogo come attori su un palco, da qui il titolo dell’esposizione: Il teatro della memoria.
Ma come sarebbe stata la wunderkammer o lo studiolo di un collezionista del XVII secolo se fosse vissuto fino ai giorni nostri, sempre attento a mostrare l'evoluzione del mondo e dei nuovi confini? Lo spettacolare allestimento della mostra, studiato per suscitare lo stesso stupore che provocavano le “camere delle meraviglie” di qualche secolo fa, vuole proprio rispondere a questa domanda.
Accanto agli “Artificialia”, ovvero le creazioni dell'uomo, come opere d'arte, statue, gioielli, quadri, reperti archeologici, ai “Naturalia”, come conchiglie, coralli, animali esotici, ma anche elementi bizzarri e mostruosità della natura, le “Scientifica”, strumenti e opere dell’ingegno umano, e le “Exotica”, manufatti provenienti dal lontano Oriente oppure dalle terre al di là delle Colonne d'Ercole - si trovano in mostra anche meraviglie di oggi, come le bellissime creazioni del collettivo R.E.M.I.D.A., che ripropongono in chiave contemporanea lo splendore e la simbologia delle vanitassecentesche, gli stupefacenti mobili e lampadari della designer Valentina Giovando, straordinari esempi di “artificialia” moderni per la maniacale perizia nella cura dei dettagli e per lo stupore d'insieme che suscitano o le opere di Elena Carozzi, carte da parati e tappezzerie di lusso dipinte a mano, che decorano le pareti della wunderkammer del Castello Visconteo e, proprio come accadeva nelle “camere delle meraviglie”, hanno il ruolo fondamentale di ambientare le opere esposte, mettendole in dialogo tra loro come attori su un palco. Visitando l’esposizione, si avrà infatti l’impressione di assistere ad una messa in scena teatrale vera e propria. I
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