Panico
Feb 17, 2023 ·
15m 39s
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Description
Hello terza stagione! Il tema della salute mentale, se ci fate caso, è più che riccorente: di fatto, ogni tot se ne parla. E io, che sono, un po' come...
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Hello terza stagione!
Il tema della salute mentale, se ci fate caso, è più che riccorente: di fatto, ogni tot se ne parla. E io, che sono, un po' come molti di noi, legata al tema sono sempre curiosa di sapere come venga declinato l'argomento. Se penso a quando ero al liceo, nessuno diceva di andare dallo psicologo, perchè era vista come qualcosa di cui vergognarsi. Oggi, almeno nella mia bolla, ci si è evoluti molto in tal senso.
But.
Purtroppo in questo costante parlare, soprattutto sui vari social media, di tematiche così delicate, fa sempre sorgere un dubbio (almeno, a me): quando è sano e giusto parlarne, e quando è troppo?
Mi spiego. La wave del "it's ok not to be ok" (=va bene non stare bene) è virtualmente sacrosanta quando mira alla consapevolezza che la perfezione non esiste, e che tutti, prima o poi, pure con una certa frequenza, sperimentiamo la tristezza, il non sentirci abbastanza, la frustrazione, la peer pressure eccetera; ultimamente, però, mi sembra che si stia tendendo a virare verso un altro messaggio, cioè: va bene stare male. So che sembra non esserci differenza, ma vi chiedo un piccolo sforzo: analizziamo i seguenti statement.
Grazie a Ester, per il supporto.
Grazie a Vito, per la grafica.
Grazie a Gabriele per la sigla.
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Il tema della salute mentale, se ci fate caso, è più che riccorente: di fatto, ogni tot se ne parla. E io, che sono, un po' come molti di noi, legata al tema sono sempre curiosa di sapere come venga declinato l'argomento. Se penso a quando ero al liceo, nessuno diceva di andare dallo psicologo, perchè era vista come qualcosa di cui vergognarsi. Oggi, almeno nella mia bolla, ci si è evoluti molto in tal senso.
But.
Purtroppo in questo costante parlare, soprattutto sui vari social media, di tematiche così delicate, fa sempre sorgere un dubbio (almeno, a me): quando è sano e giusto parlarne, e quando è troppo?
Mi spiego. La wave del "it's ok not to be ok" (=va bene non stare bene) è virtualmente sacrosanta quando mira alla consapevolezza che la perfezione non esiste, e che tutti, prima o poi, pure con una certa frequenza, sperimentiamo la tristezza, il non sentirci abbastanza, la frustrazione, la peer pressure eccetera; ultimamente, però, mi sembra che si stia tendendo a virare verso un altro messaggio, cioè: va bene stare male. So che sembra non esserci differenza, ma vi chiedo un piccolo sforzo: analizziamo i seguenti statement.
- hai una famiglia, una casa, un lavoro, un partner, degli amici eppure a volte ti senti triste: va bene, la tristezza è un sentimento che, per quanto brutto da sperimentare, è normale provare.
- hai una famiglia, una casa, un lavoro, un partner, degli amici eppure soffri di ripetuti attacchi depressivi e pensieri intrusivi: va bene, un sacco di altra gente sta come te, ora ti allego un grafico che mostra l'incidenza della depressione sulla nostra generazione + un report a caso sui suicidi per le cause xyz –che, casualmente, riguardano situazioni in cui di sicuro ti sarai trovato o ti troverai.
Grazie a Ester, per il supporto.
Grazie a Vito, per la grafica.
Grazie a Gabriele per la sigla.
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Author | Grazia |
Organization | Grazia |
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