Omelia IV Domenica di Avvento - Anno B (Lc 1,26-38)
Dec 15, 2020 ·
5m 49s
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6363 OMELIA IV DOMENICA AVVENTO - ANNO B (Lc 1,26-38) da Il settimanale di Padre Pio La quarta domenica d'Avvento la possiamo definire come la "Domenica di Maria",...
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6363
OMELIA IV DOMENICA AVVENTO - ANNO B (Lc 1,26-38)
da Il settimanale di Padre Pio
La quarta domenica d'Avvento la possiamo definire come la "Domenica di Maria", in quanto il brano del Vangelo ci fa riflettere sul compito importantissimo svolto dalla Madonna nel mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Quest'anno ci viene presentato il brano dell'evangelista Luca riguardante l'Annunciazione, allorquando l'Angelo Gabriele portò il grande annuncio a Maria, rivelandole il progetto di Dio su di Lei.
San Bernardo, in una sua celebre opera, descrive molto bene questa scena, dicendo che tutto il creato pendeva dalla bocca di questa umile fanciulla: dal suo "sì" dipendevano le sorti di questo mondo, dipendeva la salvezza dell'umanità. Il Signore ha voluto legare il suo progetto d'amore al "sì" di una ragazza, facendoci comprendere che Egli ama servirsi della libera collaborazione delle sue creature. Dunque, il nostro grazie, oltre che a Dio, deve essere rivolto anche a Lei, all'umile Ancella del Signore, la quale, con la sua umiltà e docilità, contribuì alla nostra salvezza.
Il brano evangelico di oggi è molto ricco di spunti per la nostra riflessione. Prima di tutto, colpisce il saluto dell'Angelo: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28). San Gabriele indica il nome proprio di Maria: Ella è la "Piena di Grazia", fin dal suo primo istante. Ella è l'Immacolata. Era già "Piena di Grazia", ma, con la discesa dello Spirito Santo e con il dono della Maternità divina Ella ricevette una pienezza ancora più grande.
L'angelo Gabriele disse a Maria: «Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc 1,31). La Madonna credette alle parole dell'Angelo, ma, umilmente, domandò il modo in cui ciò si poteva realizzare: «Come avverrà questo, perché non conosco uomo?» (Lc 1,34). Da queste parole comprendiamo che la Madonna aveva il fermo proposito di rimanere vergine, e così pure san Giuseppe. Sarebbe stata infatti assurda questa risposta, se Maria e Giuseppe non avessero avuto l'intenzione di vivere verginalmente il loro matrimonio. Quando l'angelo Gabriele portò l'annuncio, Maria era già «promessa sposa» (Lc 1,27). Diversi Padri della Chiesa hanno visto, in questa risposta di Maria all'Angelo, il segno che Lei aveva fatto, fin dalla sua fanciullezza, un vero e proprio voto di verginità.
A questa domanda della Vergine Maria, l'Angelo risponde: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra» (Lc 1,35). Queste parole ci fanno comprendere che Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria. Si tratta quindi di un concepimento miracoloso e verginale, al quale è seguito un parto anch'esso verginale, secondo la celebre profezia di Isaia: «La vergine concepirà e partorirà un figlio» (Is 7,14). La Verginità di Maria, prima, durante e dopo il parto, è il segno luminoso – come si esprimono diversi Padri della Chiesa – della divinità di Gesù. Era necessario che il Dio fatto uomo nascesse in questo modo prodigioso.
Il dialogo tra Maria e l'arcangelo Gabriele si conclude con delle stupende parole uscite dalla bocca e soprattutto dal cuore di quella umile fanciulla: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). A queste parole la salvezza entrò nel mondo. L'obbedienza di Maria alle parole dell'Angelo sciolse il nodo provocato dalla disobbedienza di Eva, la quale diede ascolto all'angelo delle tenebre. Maria riscattò Eva e il Redentore del mondo salvò l'umanità peccatrice. Da una donna, Eva, venne la rovina; da un'altra donna, Maria, venne la salvezza. La prima fu ingannata dal serpente tentatore, disobbedì e fu causa della rovina; la seconda ascoltò le parole dell'Angelo buono, obbedì a Dio, e diede al mondo il Salvatore.
Con il "sì" della Vergine Maria ebbero compimento le profezie dell'Antico Testamento, in modo particolare, oltre a quella accennata prima, anche quella riportata nella prima lettura di oggi, ove il profeta Natan disse al re Davide che sarebbe sorto un suo discendente il cui regno durerà per sempre. Questo discendente di Davide, secondo la carne, è proprio Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria.
Con il "sì" della Vergine risuonò nel mondo il lieto annuncio della salvezza, e il Vangelo, «avvolto nel silenzio per secoli eterni – come afferma san Paolo nella seconda lettura – fu annunciato a tutte le genti» (Rm 16,25-26).
Sull'esempio della Vergine Maria, anche noi dobbiamo dire il nostro "sì" a Dio, dobbiamo dirlo con gioia e con perseveranza, ogni giorno della nostra vita. La Madonna aderì alla Volontà di Dio in ogni momento, anche sul Golgota, quando vide il suo Figlio morire per noi. Anche noi dobbiamo ripetere il nostro "sì", anche quando ciò comporta sacrificio. Così il Signore, per mezzo della nostra umile collaborazione, realizzerà delle meraviglie, a beneficio di tutta la Chiesa e del mondo intero.
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OMELIA IV DOMENICA AVVENTO - ANNO B (Lc 1,26-38)
da Il settimanale di Padre Pio
La quarta domenica d'Avvento la possiamo definire come la "Domenica di Maria", in quanto il brano del Vangelo ci fa riflettere sul compito importantissimo svolto dalla Madonna nel mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Quest'anno ci viene presentato il brano dell'evangelista Luca riguardante l'Annunciazione, allorquando l'Angelo Gabriele portò il grande annuncio a Maria, rivelandole il progetto di Dio su di Lei.
San Bernardo, in una sua celebre opera, descrive molto bene questa scena, dicendo che tutto il creato pendeva dalla bocca di questa umile fanciulla: dal suo "sì" dipendevano le sorti di questo mondo, dipendeva la salvezza dell'umanità. Il Signore ha voluto legare il suo progetto d'amore al "sì" di una ragazza, facendoci comprendere che Egli ama servirsi della libera collaborazione delle sue creature. Dunque, il nostro grazie, oltre che a Dio, deve essere rivolto anche a Lei, all'umile Ancella del Signore, la quale, con la sua umiltà e docilità, contribuì alla nostra salvezza.
Il brano evangelico di oggi è molto ricco di spunti per la nostra riflessione. Prima di tutto, colpisce il saluto dell'Angelo: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28). San Gabriele indica il nome proprio di Maria: Ella è la "Piena di Grazia", fin dal suo primo istante. Ella è l'Immacolata. Era già "Piena di Grazia", ma, con la discesa dello Spirito Santo e con il dono della Maternità divina Ella ricevette una pienezza ancora più grande.
L'angelo Gabriele disse a Maria: «Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc 1,31). La Madonna credette alle parole dell'Angelo, ma, umilmente, domandò il modo in cui ciò si poteva realizzare: «Come avverrà questo, perché non conosco uomo?» (Lc 1,34). Da queste parole comprendiamo che la Madonna aveva il fermo proposito di rimanere vergine, e così pure san Giuseppe. Sarebbe stata infatti assurda questa risposta, se Maria e Giuseppe non avessero avuto l'intenzione di vivere verginalmente il loro matrimonio. Quando l'angelo Gabriele portò l'annuncio, Maria era già «promessa sposa» (Lc 1,27). Diversi Padri della Chiesa hanno visto, in questa risposta di Maria all'Angelo, il segno che Lei aveva fatto, fin dalla sua fanciullezza, un vero e proprio voto di verginità.
A questa domanda della Vergine Maria, l'Angelo risponde: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra» (Lc 1,35). Queste parole ci fanno comprendere che Gesù è stato concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria. Si tratta quindi di un concepimento miracoloso e verginale, al quale è seguito un parto anch'esso verginale, secondo la celebre profezia di Isaia: «La vergine concepirà e partorirà un figlio» (Is 7,14). La Verginità di Maria, prima, durante e dopo il parto, è il segno luminoso – come si esprimono diversi Padri della Chiesa – della divinità di Gesù. Era necessario che il Dio fatto uomo nascesse in questo modo prodigioso.
Il dialogo tra Maria e l'arcangelo Gabriele si conclude con delle stupende parole uscite dalla bocca e soprattutto dal cuore di quella umile fanciulla: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). A queste parole la salvezza entrò nel mondo. L'obbedienza di Maria alle parole dell'Angelo sciolse il nodo provocato dalla disobbedienza di Eva, la quale diede ascolto all'angelo delle tenebre. Maria riscattò Eva e il Redentore del mondo salvò l'umanità peccatrice. Da una donna, Eva, venne la rovina; da un'altra donna, Maria, venne la salvezza. La prima fu ingannata dal serpente tentatore, disobbedì e fu causa della rovina; la seconda ascoltò le parole dell'Angelo buono, obbedì a Dio, e diede al mondo il Salvatore.
Con il "sì" della Vergine Maria ebbero compimento le profezie dell'Antico Testamento, in modo particolare, oltre a quella accennata prima, anche quella riportata nella prima lettura di oggi, ove il profeta Natan disse al re Davide che sarebbe sorto un suo discendente il cui regno durerà per sempre. Questo discendente di Davide, secondo la carne, è proprio Gesù, il Figlio di Dio e Figlio di Maria.
Con il "sì" della Vergine risuonò nel mondo il lieto annuncio della salvezza, e il Vangelo, «avvolto nel silenzio per secoli eterni – come afferma san Paolo nella seconda lettura – fu annunciato a tutte le genti» (Rm 16,25-26).
Sull'esempio della Vergine Maria, anche noi dobbiamo dire il nostro "sì" a Dio, dobbiamo dirlo con gioia e con perseveranza, ogni giorno della nostra vita. La Madonna aderì alla Volontà di Dio in ogni momento, anche sul Golgota, quando vide il suo Figlio morire per noi. Anche noi dobbiamo ripetere il nostro "sì", anche quando ciò comporta sacrificio. Così il Signore, per mezzo della nostra umile collaborazione, realizzerà delle meraviglie, a beneficio di tutta la Chiesa e del mondo intero.
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