Mente veloce o mente lenta?
Mar 2, 2022 ·
6m 56s
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Menti veloci o menti lente: gli stili percettivi-cognitivi è un capitolo all’interno del testo Oltre Sé Stessi, scienza e arte della performance, di Giorgio Nardone e Stefano Bartoli, ed è...
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Menti veloci o menti lente: gli stili percettivi-cognitivi è un capitolo all’interno del testo Oltre Sé Stessi, scienza e arte della performance, di Giorgio Nardone e Stefano Bartoli, ed è il punto da cui sono partita, insieme a tutto il gruppo con il quale faccio formazione per diventare consulente professionista strategica all’interno del corso di Counsel-Coaching di Nardone Group ed ideato dalla nostra docente Maria Cristina Nardone.
L’attività all’interno di questo percorso rientra in quella conoscenza di sé che ci permette di continuare a° migliorare noi stessi, di superare i nostri limiti, di prendere coscienza delle nostre credenze e dei nostri autoinganni con l’obiettivo di restare pragmatici ossia avere consapevolezza di come noi operiamo nella realtà.
Questa riflessione sul mio sistema percettivo-cognitivo si è quindi espansa in me con tutta e in tutta la sua complessità. Mi sono per questo posta alcune domande, che tutto sommato possono essere utili per tutti:
Sono una persona intuitiva o riflessiva?
Le mie percezioni sono globali o analitiche?
Elaboro poco gli stimoli e le informazioni o li/le analizzo?
Visivamente percepisco la globalità di un’immagine o i suoi dettagli?
Quando parlo e descrivo le cose o le situazioni li esprimo con concetti molto o poco dettagliati?
Manifesto giudizi immediati o rifletto prima di rispondere?
Ho un’attenzione estesa o un’attenzione focalizzata?
E da queste domande si è mosso il mio pensare che ha oscillato dalla mia modalità di apprendimento, alla mia modalità operativa come docente ma, soprattutto, ciò che mi ha illuminata è stato il ripercorrere la mia esperienza fotografica e il rivedere l’agito del mio oggi.
Come modalità di apprendimento sono convinta di basarmi sempre sull’evidenziare le parole-calde di un argomento che poi mi permettono di riordinare ed esprimere concetti, mettendo in evidenza, a mio parere, la caratteristica riflessiva del mio sistema percettivo-cognitivo.
La mia modalità operativa è stata caratterizzata, come docente, dalla non frammentarietà del sapere, ma dalla possibilità di offrire una visione il più ampia possibile della conoscenze che sono mosse in me dal principio di unità della cultura di base. Questo, sulla base delle domande precedentemente poste, mette in evidenza più una caratteristica intuitiva e globale del mio sistema percettivo-cognitivo-reattivo rispetto all’obiettivo che avevo, ovvero che i miei alunni fossero, come affermava Plutarco, fuochi da accendere e si innamorassero del sapere nella sua forma più vasta e trasversale a tutte le conoscenze.
A questo punto il fatto di aver messo sulla bilancia questi due aspetti: uno caratterizzato da mente lenta, l’altro caratterizzato da mente veloce, ha fatto sì che io abbia trovato nelle mie modalità e nel mio stile percettivo-cognitivo, un equilibrio.
Equilibrio ben presto rotto poiché rimesso totalmente in gioco dalla mia esperienza fotografica che mi ha fatto capire altro/oltre.
Ho quindi riguardato, nella mia iper vasta cartella/file tutte le immagini che ho realizzato (rispolverandone tra l’altro alcune che avevo dimenticato!) e ne ho fatta un’attenta lettura considerando i vari progetti che ho realizzato sia relativi all’autoritratto come espressione della poetica del Sé, sia sulla dimensione femminile nei suoi tratti di bellezza, di sofferenza, di comunicazione, di dialogo, di dolore e di gioia, sia nella ricerca paesaggistiche che altro non era se non l’espressione della mia interiorità.
Da questa lettura è emerso che la mia attenzione era assolutamente focalizzata sui dettagli, il che fa pendere la bilancia sul sistema percettivo-cognitivo riflessivo tipico di una mente lenta.
E mente lenta emerge anche dal mio agito di oggi quando cerco e scrivo aforismi da associare a una mia immagine che poi pubblico per Nardone Group sui vari social.
E mente lenta emerge quando, come adesso, come podcaster, mi metto in gioco con l’espressione, per me dettagliata, di situazioni e di concetti.
Nonostante ritenga di essere ancora in divenire sono comunque arrivata ad una conclusione, ovviamente aperta poiché difficilmente riesco a chiudere con qualcosa nella conoscenza, ma direi forse di saper dare la mia risposta alla domanda iniziale posta nel sottotitolo:
Il mio sistema percettivo-cognitivo è caratterizzato da mente lenta, quindi la mia caratteristica è riflessiva. Generalmente però faccio uso anche delle mie qualità intuitive, maggiormente tipiche di una mente veloce, per poter agire nella maniera che mi è più funzionale, lasciandomi andare a ciò che sono, avendone la consapevolezza. Non cerco forzatamente una risposta nell’uno o nell’altro senso (lenta/veloce) ma continuo a imparare nel gestire e non subire i miei limiti e le mie difficoltà.
Quindi continuo ad imparare, come adesso, cose su di me e ne vado fiera poiché, come diceva Gandhi: “un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso”.
E tu? A che punto sei?
Buona vita, Paola
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L’attività all’interno di questo percorso rientra in quella conoscenza di sé che ci permette di continuare a° migliorare noi stessi, di superare i nostri limiti, di prendere coscienza delle nostre credenze e dei nostri autoinganni con l’obiettivo di restare pragmatici ossia avere consapevolezza di come noi operiamo nella realtà.
Questa riflessione sul mio sistema percettivo-cognitivo si è quindi espansa in me con tutta e in tutta la sua complessità. Mi sono per questo posta alcune domande, che tutto sommato possono essere utili per tutti:
Sono una persona intuitiva o riflessiva?
Le mie percezioni sono globali o analitiche?
Elaboro poco gli stimoli e le informazioni o li/le analizzo?
Visivamente percepisco la globalità di un’immagine o i suoi dettagli?
Quando parlo e descrivo le cose o le situazioni li esprimo con concetti molto o poco dettagliati?
Manifesto giudizi immediati o rifletto prima di rispondere?
Ho un’attenzione estesa o un’attenzione focalizzata?
E da queste domande si è mosso il mio pensare che ha oscillato dalla mia modalità di apprendimento, alla mia modalità operativa come docente ma, soprattutto, ciò che mi ha illuminata è stato il ripercorrere la mia esperienza fotografica e il rivedere l’agito del mio oggi.
Come modalità di apprendimento sono convinta di basarmi sempre sull’evidenziare le parole-calde di un argomento che poi mi permettono di riordinare ed esprimere concetti, mettendo in evidenza, a mio parere, la caratteristica riflessiva del mio sistema percettivo-cognitivo.
La mia modalità operativa è stata caratterizzata, come docente, dalla non frammentarietà del sapere, ma dalla possibilità di offrire una visione il più ampia possibile della conoscenze che sono mosse in me dal principio di unità della cultura di base. Questo, sulla base delle domande precedentemente poste, mette in evidenza più una caratteristica intuitiva e globale del mio sistema percettivo-cognitivo-reattivo rispetto all’obiettivo che avevo, ovvero che i miei alunni fossero, come affermava Plutarco, fuochi da accendere e si innamorassero del sapere nella sua forma più vasta e trasversale a tutte le conoscenze.
A questo punto il fatto di aver messo sulla bilancia questi due aspetti: uno caratterizzato da mente lenta, l’altro caratterizzato da mente veloce, ha fatto sì che io abbia trovato nelle mie modalità e nel mio stile percettivo-cognitivo, un equilibrio.
Equilibrio ben presto rotto poiché rimesso totalmente in gioco dalla mia esperienza fotografica che mi ha fatto capire altro/oltre.
Ho quindi riguardato, nella mia iper vasta cartella/file tutte le immagini che ho realizzato (rispolverandone tra l’altro alcune che avevo dimenticato!) e ne ho fatta un’attenta lettura considerando i vari progetti che ho realizzato sia relativi all’autoritratto come espressione della poetica del Sé, sia sulla dimensione femminile nei suoi tratti di bellezza, di sofferenza, di comunicazione, di dialogo, di dolore e di gioia, sia nella ricerca paesaggistiche che altro non era se non l’espressione della mia interiorità.
Da questa lettura è emerso che la mia attenzione era assolutamente focalizzata sui dettagli, il che fa pendere la bilancia sul sistema percettivo-cognitivo riflessivo tipico di una mente lenta.
E mente lenta emerge anche dal mio agito di oggi quando cerco e scrivo aforismi da associare a una mia immagine che poi pubblico per Nardone Group sui vari social.
E mente lenta emerge quando, come adesso, come podcaster, mi metto in gioco con l’espressione, per me dettagliata, di situazioni e di concetti.
Nonostante ritenga di essere ancora in divenire sono comunque arrivata ad una conclusione, ovviamente aperta poiché difficilmente riesco a chiudere con qualcosa nella conoscenza, ma direi forse di saper dare la mia risposta alla domanda iniziale posta nel sottotitolo:
Il mio sistema percettivo-cognitivo è caratterizzato da mente lenta, quindi la mia caratteristica è riflessiva. Generalmente però faccio uso anche delle mie qualità intuitive, maggiormente tipiche di una mente veloce, per poter agire nella maniera che mi è più funzionale, lasciandomi andare a ciò che sono, avendone la consapevolezza. Non cerco forzatamente una risposta nell’uno o nell’altro senso (lenta/veloce) ma continuo a imparare nel gestire e non subire i miei limiti e le mie difficoltà.
Quindi continuo ad imparare, come adesso, cose su di me e ne vado fiera poiché, come diceva Gandhi: “un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso”.
E tu? A che punto sei?
Buona vita, Paola
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Author | Paola Camiciottoli |
Organization | Paola Camiciottoli |
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