Libri da fine gravidanza, fine stagione, fine epoca, fine del mondo...
Feb 1, 2021 ·
5m 42s
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Description
Eccomi, sono ancora qui. Agnese, giornalista, 40esima settimana di gravidanza ormai a conclusione. Le - giovani - colleghe del corso preparto stanno cominciando a postare le foto dei loro neonatini....
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Eccomi, sono ancora qui. Agnese, giornalista, 40esima settimana di gravidanza ormai a conclusione.
Le - giovani - colleghe del corso preparto stanno cominciando a postare le foto dei loro neonatini.
A me mancano due giorni al termine, ho preso 10 kg, giusto il minimo, ma ogni passo mi diventa più pesante e ogni notte più lunga. Le passo già moooolto spesso in bianco. Figuriamoci dopo eh?
E intanto leggo perché, si sa, le notti sono lunghe, non passano mai e chissà poi perché.
Quindi ecco, letture da fine gravidanza. Questa settimana ho divorato diverse cose. Un po’ perché durante il giorno sono sola a casa e mail e telefono, che fino a qualche settimana fa traboccavano di cose da fare e quesiti ai quali rispondere presto, se ne stanno miseramente in silenzio. Un po’ perché dormo poco; un po’ perché faccio la giornalista e non posso stare senza leggere (o almeno sfogliare) qualcosa.
E insomma, intanto due novità prese in libreria. Due romanzi. Il primo “La spinta”: come si legge in copertina: “una discesa negli abissi dell’anima di una donna”. Brividi, per una storia a tratti terrificante che parla di due maternità, entrambe molto, molto penose.
Il secondo, “Chiaroscuro”, del quale ho letto in pratica su tutti i giornali e periodici delle ultime settimane. Un ritmo strepitoso per ¾ buoni del libro. Sulla fine mi ha un po’ annoiata.
Non mancano i libri legati alla gravidanza: soliti manualetti che in pratica conosco a memoria, a furia di ripassare il ritmo delle contrazioni o i sintomi della partenza del travaglio. Ma anche il libro dei nomi, perché alla fine siamo riusciti a decidere anche il nome della terza figlia.
Si chiamerà Ortensia, dal latino hortus, con il significato di “giardiniere, coltivatore”. Un nome poco diffuso, per un significato che mi piace pensare semplice e attento alle cose concrete e belle della vita di tutti i giorni. Peraltro ho un pessimo pollice verde. Magari Ortensia mi darà due lezioni di giardinaggio.
La cosa formidabile di questo periodo è l’attrazione che sento verso i giornali di viaggio. Ho sempre amato viaggiare, come tutti credo!, ma non son mai stata una patita dei viaggi intercontinentali o per forza agli antipodi dai miei posti. Per esempio ho sempre fatto trekking, con gli scout e non solo, amo andare per mostre e per città, adoro l’Europa. Eppure in questo periodo sono affascinata dalle lunghe distanze: non a caso giro portandomi dietro il periodico di Lonely Planet, che apre con le Mauritius, per poi portarmi un po’ ovunque nel mondo. Qualcosa di più vicino anche in un giornale tascabile trovato per caso in edicola “Itinerari e luoghi”, che racconta anche le Vie di Dante tra Toscana e Romagna. Sarà l’effetto lockdown prolungato: da un anno in pratica i nostri spostamenti sono ultracentellinati, controllati, confinanati, al punto che quasi quasi abbiamo perso il gusto di prendere e partire per posti vicini o lontani che non conosciamo già. Per me, per noi poi, adesso con una neonata in arrivo, si prevede un altro periodo di clausura, giustamente, per rispondere ai ritmi suoi e alle nuove esigenze familiari.
Beh, intanto sognare di partire un po’ costa poco, pochissimo, giusto gli euro dei giornali e un po’ di tempo perso online, saltellando da una foto all’altra, tra capitali europee, spiagge, sentieri e montagne. Chissà, magari l’estate prossima me la metto in marsupio e torno a Santiago.
Nelle mie notti insonni ultimamente mi ha fatto compagnia anche una raccolta di testi di Jovanotti, un libro che mi ero persa qualche anno fa e che mi ha regalato mia sorella per Natale. Gratitude. Intanto amo questo titolo, perché sono una che non può fare a meno di dire GRAZIE almeno cento volte al giorno, per qualunque cosa, anche la minima sciocchezza. Sono fatta così. E poi dentro ci ho trovato uno spirito che mi appartiene, anche se fuori probabilmente non si intuisce, quello dell’energia, a volte scatenata, a volta incanalata, comunque sempre positiva. Vi leggo la chiusura del testo, che mi sprona anche verso il travaglio, ormai imminente, verso questa nuova, terza maternità e in generale nei confronti di ogni azione che posso fare.
[… cit. da Jovanotti]
Alla prossima settimana e iscrivetevi al canale Telegram su t.me/mamma40anni
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Le - giovani - colleghe del corso preparto stanno cominciando a postare le foto dei loro neonatini.
A me mancano due giorni al termine, ho preso 10 kg, giusto il minimo, ma ogni passo mi diventa più pesante e ogni notte più lunga. Le passo già moooolto spesso in bianco. Figuriamoci dopo eh?
E intanto leggo perché, si sa, le notti sono lunghe, non passano mai e chissà poi perché.
Quindi ecco, letture da fine gravidanza. Questa settimana ho divorato diverse cose. Un po’ perché durante il giorno sono sola a casa e mail e telefono, che fino a qualche settimana fa traboccavano di cose da fare e quesiti ai quali rispondere presto, se ne stanno miseramente in silenzio. Un po’ perché dormo poco; un po’ perché faccio la giornalista e non posso stare senza leggere (o almeno sfogliare) qualcosa.
E insomma, intanto due novità prese in libreria. Due romanzi. Il primo “La spinta”: come si legge in copertina: “una discesa negli abissi dell’anima di una donna”. Brividi, per una storia a tratti terrificante che parla di due maternità, entrambe molto, molto penose.
Il secondo, “Chiaroscuro”, del quale ho letto in pratica su tutti i giornali e periodici delle ultime settimane. Un ritmo strepitoso per ¾ buoni del libro. Sulla fine mi ha un po’ annoiata.
Non mancano i libri legati alla gravidanza: soliti manualetti che in pratica conosco a memoria, a furia di ripassare il ritmo delle contrazioni o i sintomi della partenza del travaglio. Ma anche il libro dei nomi, perché alla fine siamo riusciti a decidere anche il nome della terza figlia.
Si chiamerà Ortensia, dal latino hortus, con il significato di “giardiniere, coltivatore”. Un nome poco diffuso, per un significato che mi piace pensare semplice e attento alle cose concrete e belle della vita di tutti i giorni. Peraltro ho un pessimo pollice verde. Magari Ortensia mi darà due lezioni di giardinaggio.
La cosa formidabile di questo periodo è l’attrazione che sento verso i giornali di viaggio. Ho sempre amato viaggiare, come tutti credo!, ma non son mai stata una patita dei viaggi intercontinentali o per forza agli antipodi dai miei posti. Per esempio ho sempre fatto trekking, con gli scout e non solo, amo andare per mostre e per città, adoro l’Europa. Eppure in questo periodo sono affascinata dalle lunghe distanze: non a caso giro portandomi dietro il periodico di Lonely Planet, che apre con le Mauritius, per poi portarmi un po’ ovunque nel mondo. Qualcosa di più vicino anche in un giornale tascabile trovato per caso in edicola “Itinerari e luoghi”, che racconta anche le Vie di Dante tra Toscana e Romagna. Sarà l’effetto lockdown prolungato: da un anno in pratica i nostri spostamenti sono ultracentellinati, controllati, confinanati, al punto che quasi quasi abbiamo perso il gusto di prendere e partire per posti vicini o lontani che non conosciamo già. Per me, per noi poi, adesso con una neonata in arrivo, si prevede un altro periodo di clausura, giustamente, per rispondere ai ritmi suoi e alle nuove esigenze familiari.
Beh, intanto sognare di partire un po’ costa poco, pochissimo, giusto gli euro dei giornali e un po’ di tempo perso online, saltellando da una foto all’altra, tra capitali europee, spiagge, sentieri e montagne. Chissà, magari l’estate prossima me la metto in marsupio e torno a Santiago.
Nelle mie notti insonni ultimamente mi ha fatto compagnia anche una raccolta di testi di Jovanotti, un libro che mi ero persa qualche anno fa e che mi ha regalato mia sorella per Natale. Gratitude. Intanto amo questo titolo, perché sono una che non può fare a meno di dire GRAZIE almeno cento volte al giorno, per qualunque cosa, anche la minima sciocchezza. Sono fatta così. E poi dentro ci ho trovato uno spirito che mi appartiene, anche se fuori probabilmente non si intuisce, quello dell’energia, a volte scatenata, a volta incanalata, comunque sempre positiva. Vi leggo la chiusura del testo, che mi sprona anche verso il travaglio, ormai imminente, verso questa nuova, terza maternità e in generale nei confronti di ogni azione che posso fare.
[… cit. da Jovanotti]
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Author | Agnese Fedeli |
Organization | Agnese Fedeli |
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