L’amore di Dio si è manifestato in questo (1Gv 4,9): in cosa? con Maurizio Marcheselli
Jul 1, 2024 ·
55m 27s
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Festival Biblico, sede di Vicenza Incontro del 26 maggio 2024 con Maurizio Marcheselli (professore Nuovo Testamento Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna) conduce Ilenya Goss Nel c 4 di 1Gv il lessico dell’agapē...
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Festival Biblico, sede di Vicenza
Incontro del 26 maggio 2024
con Maurizio Marcheselli (professore Nuovo Testamento Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna)
conduce Ilenya Goss
Nel c 4 di 1Gv il lessico dell’agapē è assolutamente straripante. Per valutare il significato che questo termine ha per l’autore della lettera occorre, anzitutto, tenere conto del fatto che, secondo 1Gv 3,23, l’amare è, insieme al credere, il contenuto del «suo comandamento», cioè del comandamento di Dio. Ma, soprattutto, il significato che Giovanni attribuisce al motivo dell’agapē si ricava in relazione alla vicenda di Gesù, come egli la racconta nel suo vangelo. Le notissime formulazioni che risuonano in 1Gv 4 («l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio», «Dio è amore») altro non sono che la sintesi estrema di quello che Giovanni ha «visto» nella vicenda terrena del Verbo fatto carne. Esse scaturiscono dalla contemplazione di Gesù innalzato sulla croce, dove però la croce è il sigillo di tutta l’esistenza di Gesù. Per Giovanni la croce è essenzialmente un evento di rivelazione e ciò che in essa si rivela è il volto del Dio altrimenti invisibile (Gv 1,18; 1Gv 4,12), che proprio in quell’evento si fa conoscere come agapē.
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Incontro del 26 maggio 2024
con Maurizio Marcheselli (professore Nuovo Testamento Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna)
conduce Ilenya Goss
Nel c 4 di 1Gv il lessico dell’agapē è assolutamente straripante. Per valutare il significato che questo termine ha per l’autore della lettera occorre, anzitutto, tenere conto del fatto che, secondo 1Gv 3,23, l’amare è, insieme al credere, il contenuto del «suo comandamento», cioè del comandamento di Dio. Ma, soprattutto, il significato che Giovanni attribuisce al motivo dell’agapē si ricava in relazione alla vicenda di Gesù, come egli la racconta nel suo vangelo. Le notissime formulazioni che risuonano in 1Gv 4 («l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio», «Dio è amore») altro non sono che la sintesi estrema di quello che Giovanni ha «visto» nella vicenda terrena del Verbo fatto carne. Esse scaturiscono dalla contemplazione di Gesù innalzato sulla croce, dove però la croce è il sigillo di tutta l’esistenza di Gesù. Per Giovanni la croce è essenzialmente un evento di rivelazione e ciò che in essa si rivela è il volto del Dio altrimenti invisibile (Gv 1,18; 1Gv 4,12), che proprio in quell’evento si fa conoscere come agapē.
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