il birraio di preston; 00 - Introduzione

Dec 8, 2020 · 5m 41s
il birraio di preston; 00 - Introduzione
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E’ chiaro che l’autore si è molto divertito a scrivere questo libro. Da piccolo (sono nato e cresciuto in un paesino dell’entroterra siciliano), ricordo il cantastorie, che periodicamente arrivava e...

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E’ chiaro che l’autore si è molto divertito a scrivere questo libro.
Da piccolo (sono nato e cresciuto in un paesino dell’entroterra siciliano), ricordo il cantastorie, che periodicamente arrivava e montava il suo piccolo teatrino nella piazza del paese, un telo grande come un lenzuolo da letto, riquadrato; in ogni riquadro c’era la rappresentazione a disegni di quanto si apprestava a raccontare.
La storia, anzi, le storie che ci racconta Camilleri hanno origine da fatti di cronaca, in qualche caso da documenti storici. Come quelle del cantastorie. che partendo da fatti incidentali, per quanto cruenti e pieni di intrecci e intrighi, riesce a farli diventare poesia, o sarebbe meglio dire poemi, utili a definire e a tramandare la memoria e l’identità di un popolo, di una civiltà.
Camilleri interpreta con arguzia ed efficacia lo spirito e l’animo, la forza e le debolezze, degli esseri umani. Anche lui utilizzando il lenzuolo della pagina bianca del libro, dividendola in riquadri, disegnati con cura, con gli stessi colori decisi e gli stessi toni forti, gli stessi profili marcati, dei cantastorie suoi omologhi. Anche se lui, forse per modestia, si schermisce definendosi piuttosto un conta-storie.
Dispone nel suo lessico di una quantità enorme di vocaboli, ma non gli bastano, e perciò utilizza anche altre migliaia di termini, presi “a prestito” da dialetti, vernacoli, di tutta Italia. E lo fa con una maestria e una accuratezza degna di un miniaturista, per non dire di un entomologo.
Intreccia frasi, parole, sillabe; le colora e ce le rende musicali.

Non ci sono protagonisti, ovvero lo sono tutti. E quindi non si trovano antagonisti. Ci saranno senz’altro personaggi a noi più simpatici e personaggi assolutamente insopportabili. Gaspàno Inclima, temerario e sensuale; Concetta Riguccio vedova Lo Russo, timida e curiosa; Emanuele Ferraguto, u zù Memé, viscido e feroce; il prefetto, fiorentino, Bortuzzi cavalier dottor Eugenio; e tanti tanti altri; tutti i soci del circolo cittadino di Vigàta, ad esempio, ognuno dei quali permetterebbe all’autore un paio di capitoli a parte. E l’umile falegname, don Ciccio che ci racconta in due pregevoli paginette, la sua fortuita conoscenza dell’opera lirica alla tenera età di sei anni; è, a mio parere, il momento più tenero e commovente di tutto il libro.

“potete scombinare l’ordine dei quadri, ognuno di voi può stabilire una sua personale sequenza”, ci suggerisce in calce al testo l’autore. E in effetti, per come è strutturato il libro, ciò è possibile, senza inficiare o intaccare il valore e il significato del testo. … non ve n’è bisogno!! Ma ci piace pensare che potremmo farlo.
Efficace e divertente il gioco degli incipit per ogni capitolo. Ma questa non la spiego, perché chi ha letto sa,chi non ha letto … è ora che lo faccia!!
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Author Giovanni Lanieri
Organization Giovanni Lanieri
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