I forzieri della filibusta fiscale
Jun 12, 2021 ·
2m 38s
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Description
Nei fondamentali della liberalismo inglese il fatto di pagare le tasse diventa una parte dei binomi fondativi della appartenenza alla comunità data da tasse e cittadinanza, tasse e responsabilità sociale,...
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Nei fondamentali della liberalismo inglese il fatto di pagare le tasse diventa una parte dei binomi fondativi della appartenenza alla comunità data da tasse e cittadinanza, tasse e responsabilità sociale, tasse e giustizia. Oggi si parla invece di “erosione della base imponibile”, il trucco legale che permette alle grandi multinazionali di trasferire all’estero i profitti onde evitare la tassazione nei paesi dove gli stessi profitti sono stati generati.
Secondo un report di Citizen for Tax Justice, le principali 500 aziende statunitensi avrebbero parcheggiato in paradisi fiscali 2100 miliardi di dollari che, se dovessero rientrare negli Usa, lascerebbero allo stato 600 miliardi di dollari; la pratica innocentemente chiamata “di ottimizzazione fiscale” è a portata soltanto delle grandi multinazionali. Per un produttore locale europeo, questo vuol dire avere un gap rispetto al suo concorrente pari a circa il 30-35 per cento sul guadagno atteso. Evidente concorrenza sleale alla base della globalizzazione che ha moltiplicato le opportunità di produrre e di vendere a un mercato sempre più grande, senza ridistribuire i proventi.
Raccogliamo le analisi sulla globalizzazione di @alfredosomoza per farne dei tasselli di un discorso di "attivismo geopolitico" che illustra processi, prassi, strategie e ideologie che hanno trasformato i rapporti di forza tra oligarchie e multinazionali da un lato contro comunità e lavoratori dall'altro.
https://www.produzionidalbasso.com/project/siamo-gia-oltre-partecipa-al-progetto-di-attivismo-geopolitico/
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Secondo un report di Citizen for Tax Justice, le principali 500 aziende statunitensi avrebbero parcheggiato in paradisi fiscali 2100 miliardi di dollari che, se dovessero rientrare negli Usa, lascerebbero allo stato 600 miliardi di dollari; la pratica innocentemente chiamata “di ottimizzazione fiscale” è a portata soltanto delle grandi multinazionali. Per un produttore locale europeo, questo vuol dire avere un gap rispetto al suo concorrente pari a circa il 30-35 per cento sul guadagno atteso. Evidente concorrenza sleale alla base della globalizzazione che ha moltiplicato le opportunità di produrre e di vendere a un mercato sempre più grande, senza ridistribuire i proventi.
Raccogliamo le analisi sulla globalizzazione di @alfredosomoza per farne dei tasselli di un discorso di "attivismo geopolitico" che illustra processi, prassi, strategie e ideologie che hanno trasformato i rapporti di forza tra oligarchie e multinazionali da un lato contro comunità e lavoratori dall'altro.
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Author | OGzero - Orizzonti geopolitici |
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