#8 Un cervello in salute è un cervello allenato: neuroplasticità e mindfulness
Dec 24, 2022 ·
9m 55s
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Hai mai sentito parlare della neuroplasticita cerebrale? Il cervello, secondo alcuni, possiederebbe la capacità di attuare mutamenti anatomo funzionali in base all’attività attuata. Celebre fu l’esperimento dei tassisti londinesi del...
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Hai mai sentito parlare della neuroplasticita cerebrale?
Il cervello, secondo alcuni, possiederebbe la capacità di attuare mutamenti anatomo funzionali in base all’attività attuata. Celebre fu l’esperimento dei tassisti londinesi del quale abbiamo già parlato in una delle scorse puntate del podcast.
Una delle attività di allenamento mentale che viene spesso accostata alla neuroplasticità cerebrale è la meditazione.
Alcuni studi scientifici mostrano che attività meditative mindfluenss based promuoverebbero la plasticità del cervello, ampliando alcune aree specifiche. Se è vero che i pensieri meditativi possono influenzare direttamente le nostre aree cerebrali, è altrettanto vero che ogni esperienza, sia essa positiva negativa, proveniente dall’interno o dall’esterno, può avere tale effetto.
Lo stress, l’ansia e altri stati d’animo potrebbero agire in modo negativo, portando a stati depressivi a meno che la persona non possieda le conoscenze per gestire al meglio situazioni difficili.
In particolare, lo stress tenderebbe ad aumentare il volume di alcuni settori dell’amigdala, diminuendo invece il volume dell’ippocampo e della corteccia prefrontale.
Devi però sapere che praticare mindfulness permetterebbe mantenere “allenate” le aree più importanti, contrastando in maniera attiva l’effetto dirompente dello stress.
Tecniche simili sono quindi un’ottima risorsa che, inserita con raziocinio all’interno di una strategia, può portare a ottimi risultati.
Attenzione però: ho detto “ottima risorsa” e non “soluzione per ogni male”. Scopri di più nella puntata di oggi!
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Il cervello, secondo alcuni, possiederebbe la capacità di attuare mutamenti anatomo funzionali in base all’attività attuata. Celebre fu l’esperimento dei tassisti londinesi del quale abbiamo già parlato in una delle scorse puntate del podcast.
Una delle attività di allenamento mentale che viene spesso accostata alla neuroplasticità cerebrale è la meditazione.
Alcuni studi scientifici mostrano che attività meditative mindfluenss based promuoverebbero la plasticità del cervello, ampliando alcune aree specifiche. Se è vero che i pensieri meditativi possono influenzare direttamente le nostre aree cerebrali, è altrettanto vero che ogni esperienza, sia essa positiva negativa, proveniente dall’interno o dall’esterno, può avere tale effetto.
Lo stress, l’ansia e altri stati d’animo potrebbero agire in modo negativo, portando a stati depressivi a meno che la persona non possieda le conoscenze per gestire al meglio situazioni difficili.
In particolare, lo stress tenderebbe ad aumentare il volume di alcuni settori dell’amigdala, diminuendo invece il volume dell’ippocampo e della corteccia prefrontale.
Devi però sapere che praticare mindfulness permetterebbe mantenere “allenate” le aree più importanti, contrastando in maniera attiva l’effetto dirompente dello stress.
Tecniche simili sono quindi un’ottima risorsa che, inserita con raziocinio all’interno di una strategia, può portare a ottimi risultati.
Attenzione però: ho detto “ottima risorsa” e non “soluzione per ogni male”. Scopri di più nella puntata di oggi!
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Author | Andrea Martinetti |
Organization | Andrea Martinetti |
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