5 - Atelier
Jun 12, 2024 ·
2m 38s
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Audioguida a cura di eArs 5 - ATELIER Ci troviamo nell’atelier di Franco Summa, dove era solito ricevere le visite di colleghi, collezionisti, committenti e curatori. Giriamo a sinistra delle...
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Audioguida a cura di eArs
5 - ATELIER
Ci troviamo nell’atelier di Franco Summa, dove era solito ricevere le visite di colleghi, collezionisti, committenti e curatori.
Giriamo a sinistra delle scale e soffermiamoci su uno dei progetti più imponenti di arte nel sociale realizzato dall’artista. A sua testimonianza, restano alcuni mattoni colorati ed una tela dove si vedono accatastati in una montagna. L’opera è Architettura del 1981.
In una prima fase, Summa radunò circa 15.000 mattoni nella pineta di Pescara, invitando i cittadini a dipingerli con i suoi caratteristici colori, producendo, in trenta giorni, questa gigantesca catasta. Dopo la pittura, nei mesi successivi i mattoni vennero impiegati dalle persone, soprattutto dai bambini, per creare liberamente delle costruzioni.
In queste operazioni, l’intento di Summa era liberare nelle persone la loro capacità di essere artefici del proprio contesto, di ridefinire i propri spazi attraverso la bellezza.
La consapevolezza di sé, dell’importanza di ciò che facciamo, sta alla base della maglia con il suo arcobaleno culturale. Donata ai propri colleghi artisti, indossarla significava da un lato diffondere l’arte e la bellezza nello spazio circostante, dall’altro prendere atto dell’importanza spirituale del proprio ruolo.
Il legame con la società si concretizzò per Summa anche nell’insegnamento al Liceo Artistico di Pescara e non era raro che i suoi studenti, affascinati dal suo metodo, si offrissero di partecipare ai suoi lavori. Muoviamoci nella stanza successiva, dove ci aspetta una grande tela con una ferrovia dalle traversine colorate.
È Railway Rainbow. In questa azione, Franco e i suoi studenti hanno portato l’arcobaleno culturale in un vecchio tratto ferroviario di Pescara, dove oggi c’è la Strada Parco.
Concludiamo il nostro percorso, dirigendoci ora nell’ultima sala, dove c’è una tela della serie Canto dell’Accoglienza, ancora sul cavalletto… Come se Franco avesse posato il pennello e si fosse alzato per un attimo, prima di tornare nuovamente a dipingere.
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5 - ATELIER
Ci troviamo nell’atelier di Franco Summa, dove era solito ricevere le visite di colleghi, collezionisti, committenti e curatori.
Giriamo a sinistra delle scale e soffermiamoci su uno dei progetti più imponenti di arte nel sociale realizzato dall’artista. A sua testimonianza, restano alcuni mattoni colorati ed una tela dove si vedono accatastati in una montagna. L’opera è Architettura del 1981.
In una prima fase, Summa radunò circa 15.000 mattoni nella pineta di Pescara, invitando i cittadini a dipingerli con i suoi caratteristici colori, producendo, in trenta giorni, questa gigantesca catasta. Dopo la pittura, nei mesi successivi i mattoni vennero impiegati dalle persone, soprattutto dai bambini, per creare liberamente delle costruzioni.
In queste operazioni, l’intento di Summa era liberare nelle persone la loro capacità di essere artefici del proprio contesto, di ridefinire i propri spazi attraverso la bellezza.
La consapevolezza di sé, dell’importanza di ciò che facciamo, sta alla base della maglia con il suo arcobaleno culturale. Donata ai propri colleghi artisti, indossarla significava da un lato diffondere l’arte e la bellezza nello spazio circostante, dall’altro prendere atto dell’importanza spirituale del proprio ruolo.
Il legame con la società si concretizzò per Summa anche nell’insegnamento al Liceo Artistico di Pescara e non era raro che i suoi studenti, affascinati dal suo metodo, si offrissero di partecipare ai suoi lavori. Muoviamoci nella stanza successiva, dove ci aspetta una grande tela con una ferrovia dalle traversine colorate.
È Railway Rainbow. In questa azione, Franco e i suoi studenti hanno portato l’arcobaleno culturale in un vecchio tratto ferroviario di Pescara, dove oggi c’è la Strada Parco.
Concludiamo il nostro percorso, dirigendoci ora nell’ultima sala, dove c’è una tela della serie Canto dell’Accoglienza, ancora sul cavalletto… Come se Franco avesse posato il pennello e si fosse alzato per un attimo, prima di tornare nuovamente a dipingere.
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