Nostos, ma dov'è la vera casa?
Oct 30, 2021 ·
14m 3s
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Description
Nostos sarebbe ritornare ancora a Kabul per ricongiungersi con moglie, madre, sorella, amici, oppure Nostos è rientrare dove si è messa su casa, si lavora, si vive? Il rientro di...
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Nostos sarebbe ritornare ancora a Kabul per ricongiungersi con moglie, madre, sorella, amici, oppure Nostos è rientrare dove si è messa su casa, si lavora, si vive?
Il rientro di Seyf a Ciriè, casa canavesana, vicino al lavoro, dove lo aspettavano trepidanti, perché è un tipo capace... non hanno cercato sostituti e lo hanno aiutato nei 2 mesi trascorsi nelle pastoie afgane. Momenti di terrore, rabbia, panico, scelte dolorose. Abbandoni, ancora una volta costretto a lasciare gli affetti per potersi sottrarre almeno lui al lento giro di vite taliban sulla società afgana e al pugno di ferro contro la comunità hazara. Si prefigura una nuova enorme frattura insanabile con le componenti della società non pashtun, con l'esplosione delle frontiere tracciate dal colonialismo europeo con la Durand Line. Seyf, con voce dolente, è convinto che si arriverà o prima o dopo a una nuova guerra civile.
I primi giorni è stato spaventoso, ci racconta... e la data era decisa, c'era la netta convinzione che fosse tutto predisposto.
E le prospettive sono azzerate e stanno creando un Pashtunistan, né di studio, né di lavoro: non ci sono i diritti, quindi nemmeno possibilità di studio, o di lavoro.
Chi non ha alcun documento, e sono i più, e non ha speranze per il futuro, perché ha perso il lavoro che in qualche modo aveva trovato, non ha possibilità di uscire dall'Afghanistan. Non esistono corridoi umanitari ancora attivati e i ricongiungimenti non sono praticabili; i paesi limitrofi non rilasciano visti e hanno blindato le frontiere; non esistono nemmeno campi profughi al di là delle frontiere in attesa di riconoscimento di eventuali fuggitivi che siano riusciti a superare i blocchi di confine.
Fa molto freddo ormai a Kabul e i molti che non hanno avuto modo di uscire dalla trappola si trovano senza mezzi di sussistenza, tantissimi ancora accampati nei parchi, in tende dove muoiono di stenti e di fame. E l'economia del paese va a rotoli, con i finanziamenti bloccati e i traffici che arricchiscono soltanto pochi signori dell'oppio e poco altro. E in Occidente ormai non si ricorda già più lo scempio di questo paese.
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Il rientro di Seyf a Ciriè, casa canavesana, vicino al lavoro, dove lo aspettavano trepidanti, perché è un tipo capace... non hanno cercato sostituti e lo hanno aiutato nei 2 mesi trascorsi nelle pastoie afgane. Momenti di terrore, rabbia, panico, scelte dolorose. Abbandoni, ancora una volta costretto a lasciare gli affetti per potersi sottrarre almeno lui al lento giro di vite taliban sulla società afgana e al pugno di ferro contro la comunità hazara. Si prefigura una nuova enorme frattura insanabile con le componenti della società non pashtun, con l'esplosione delle frontiere tracciate dal colonialismo europeo con la Durand Line. Seyf, con voce dolente, è convinto che si arriverà o prima o dopo a una nuova guerra civile.
I primi giorni è stato spaventoso, ci racconta... e la data era decisa, c'era la netta convinzione che fosse tutto predisposto.
E le prospettive sono azzerate e stanno creando un Pashtunistan, né di studio, né di lavoro: non ci sono i diritti, quindi nemmeno possibilità di studio, o di lavoro.
Chi non ha alcun documento, e sono i più, e non ha speranze per il futuro, perché ha perso il lavoro che in qualche modo aveva trovato, non ha possibilità di uscire dall'Afghanistan. Non esistono corridoi umanitari ancora attivati e i ricongiungimenti non sono praticabili; i paesi limitrofi non rilasciano visti e hanno blindato le frontiere; non esistono nemmeno campi profughi al di là delle frontiere in attesa di riconoscimento di eventuali fuggitivi che siano riusciti a superare i blocchi di confine.
Fa molto freddo ormai a Kabul e i molti che non hanno avuto modo di uscire dalla trappola si trovano senza mezzi di sussistenza, tantissimi ancora accampati nei parchi, in tende dove muoiono di stenti e di fame. E l'economia del paese va a rotoli, con i finanziamenti bloccati e i traffici che arricchiscono soltanto pochi signori dell'oppio e poco altro. E in Occidente ormai non si ricorda già più lo scempio di questo paese.
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Author | OGzero - Orizzonti geopolitici |
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