La geopolitica di Sedat Peker: camion pieni di... traffici, droni, appalti
Jun 11, 2021 ·
22m 28s
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Dopo mesi a bagnomaria finalmente Biden dà udienza all'imbelle Erdoǧan, @muratcinar lo racconta poco prima dell'altro incontro con l'avversario Putin, in un campo neutro che è la cornice del G7...
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Dopo mesi a bagnomaria finalmente Biden dà udienza all'imbelle Erdoǧan, @muratcinar lo racconta poco prima dell'altro incontro con l'avversario Putin, in un campo neutro che è la cornice del G7 e preparato attraverso la visita di due donne potentissime (Wendy Sherman, la vice di Blinken e Linda Thomas Greenfield, ambasciatrice permanente all'Onu degli Usa), che con parole taglienti hanno imposto il calendario al presidente anatolico, a cominciare dalla memoria della Convenzione di Istanbul per finire con l'imposizione di affrontare la questione immigrazione in modo umanitario.
Blinken intanto si aggira per il MedioOriente senza mettere piede ad Ankara, ma a sua volta ha dettato l'agenda: diritti umani e stigmatizzazione americana dei traffici di armi in teatri internazionali sensibili (Siria, Nagorno Karaback, Azerbaigian) o di alleati della Nato, come la Polonia. In questa contingenza storica si inquadrano i video di Sedat Peker, che ora vanno occupando sempre di più la scena internazionale... compresa la Palestina, che nell'immaginario panturchista del mafioso avrebbe bisogno degli stessi aiuti prodotti per la Libia, o per il regime azero; e la vendita di droni dovrebbe essere più occhiuta (e diffusa nel delirio nazionalista del trafficante).
Ma un personaggio come il narcotrafficante è in grado di fornire dati sugli affari – improntati alla corruzione – che l'imprenditoria vicina alla famiglia del presidente turco sta monopolizzando per esempio a Baku lavori di imprenditori che nel racconto di Peker – e nei leaks a disposizione – investono poi in paradisi fiscali come quelli nell'isola di Man. Si assiste persino al predicozzo del mafioso sull'ipocrisia di Erdoǧan riguardo al conflitto e agli appalti taroccati in Azerbaigian. Ma nei video di Peker trovano spazio anche il Marocco, e i droni svenduti; giornalisti uccisi d'inchiesta su traffici. Ma c'entra anche l'itinerario venezuelano.
Ma il punto più dolente è quello siriano, in particolare quei famosi camion intercettati carichi di armi e di agenti dell'intelligence (Sadat) che misero in imbarazzo il regime preso in castagna... nessun imbarazzo invece in Peker che asserisce di aver caricato su quei camion aiuti umanitari, a cui gli 007 di Ankara sostituirono o mescolarono armi... in entrambi i casi si trattava di forniture esclusive per brigate armate jihadiste turkomanne [e su questo il mafioso non ha da eccepire], ma sicuramente non potevano ottenere il plauso di Blinken, che comunque era responsabile durante l'era Obama, quando si crearono brigate di miliziani contro Pkk, Ypg Ypj
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Blinken intanto si aggira per il MedioOriente senza mettere piede ad Ankara, ma a sua volta ha dettato l'agenda: diritti umani e stigmatizzazione americana dei traffici di armi in teatri internazionali sensibili (Siria, Nagorno Karaback, Azerbaigian) o di alleati della Nato, come la Polonia. In questa contingenza storica si inquadrano i video di Sedat Peker, che ora vanno occupando sempre di più la scena internazionale... compresa la Palestina, che nell'immaginario panturchista del mafioso avrebbe bisogno degli stessi aiuti prodotti per la Libia, o per il regime azero; e la vendita di droni dovrebbe essere più occhiuta (e diffusa nel delirio nazionalista del trafficante).
Ma un personaggio come il narcotrafficante è in grado di fornire dati sugli affari – improntati alla corruzione – che l'imprenditoria vicina alla famiglia del presidente turco sta monopolizzando per esempio a Baku lavori di imprenditori che nel racconto di Peker – e nei leaks a disposizione – investono poi in paradisi fiscali come quelli nell'isola di Man. Si assiste persino al predicozzo del mafioso sull'ipocrisia di Erdoǧan riguardo al conflitto e agli appalti taroccati in Azerbaigian. Ma nei video di Peker trovano spazio anche il Marocco, e i droni svenduti; giornalisti uccisi d'inchiesta su traffici. Ma c'entra anche l'itinerario venezuelano.
Ma il punto più dolente è quello siriano, in particolare quei famosi camion intercettati carichi di armi e di agenti dell'intelligence (Sadat) che misero in imbarazzo il regime preso in castagna... nessun imbarazzo invece in Peker che asserisce di aver caricato su quei camion aiuti umanitari, a cui gli 007 di Ankara sostituirono o mescolarono armi... in entrambi i casi si trattava di forniture esclusive per brigate armate jihadiste turkomanne [e su questo il mafioso non ha da eccepire], ma sicuramente non potevano ottenere il plauso di Blinken, che comunque era responsabile durante l'era Obama, quando si crearono brigate di miliziani contro Pkk, Ypg Ypj
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Author | OGzero - Orizzonti geopolitici |
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