22 - La farfalla - «Morimondo» di Paolo Rumiz
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Description
Respirando a pieni polmoni, sapevamo che l'ammirabile geometria delle verdi risaie Vercellesi e della Lomellina, conteneva i veleni che li avevano resi uno sterminato camposanto per pesci, uccelli, piccoli mammiferi...
show moreEscluse le nuove specie invasive come lo storno o i corvi di generale, nel nord il resto del mondo alato era ridotto al lumicino, con situazioni disperate per passeri e allodole, per verdoni, cardellini, fanelli, verzellini e ciuffolotti.
Specie comunissime solo trent'anni prima erano quasi scomparse, non se ne pronunciava più nemmeno il nome.
Prima del nostro viaggio sul grande fiume, un alessandrino di Bosio, Egidio Gola, mi aveva scritto una lettera sconvolgente, nella quale parlava solo di una farfalla, eppure la descrizione che mi aveva fatto dei suoi fantastici voli nuziali in primavera e a settembre - danze di gioia in onore del creato - mi aveva lasciato nell'anima un indelebile impronta di angoscia.
Quell'insetto dal bellissimo nome - lycaena dispar -, dagli sfavillanti colori aranciati e rossi, era quasi estinto in Europa salvo che in quel tratto del Po e della Sesia, come nelle risaie del Casalese-Vercellese.
Ma poi anche lì erano arrivati i pesticidi contro il punteruolo, un parassita del riso.
La gente dice: chi se ne frega.
Si può vivere anche senza la lycaena e col barracuda in mare.
Non si capisce che, senza più barriere climatiche, le nuove specie possono portarsi dietro virus tropicali e attaccarci.
Information
Author | Giuseppe Cocco |
Organization | Giuseppe Cocco |
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