CHIUNQUE HA IL DIRITTO DI SENTIRSI BELLO?

Sembra che non sia proprio così. Da una parte il canone estetico della società esclude chiunque non abbia determinate caratteristiche fisiche e dall’altra chi ce le ha si trova come costretto in una “gabbia dell’immaginazione”: vincolato a un’immagine che se garantisce dei vantaggi esige pure un mantenimento di certe aspettative.


Ultimamente come protesta troviamo immagini di persone famose solitamente “perfette” che si mostrano in particolari momenti di imperfezione: coi brufoli, con qualche kg in più, senza trucco, ecc.

Questo modo riesce davvero a minare il canone estetico o non fa che riaffermarlo in altra veste? Non rischia di passare come una richiesta di tregua, come un “sono sempre perfetto/a, ma oggi lasciami essere un po’ meno al top, perché tanto domani tornerò a essere lo splendore che hai sempre visto?”.

Esiste un’alternativa? Il nostro problema riguarda questo preciso canone (iperestetico, performativo, patinato), oppure il fatto stesso di conferire un attributo di valore alla bellezza? Dovremo quindi rinunciare, ma anche più semplicemente dare meno importanza, al bello?