#181 - Tlon racconta Romaeuropa - #6 Una cosa enorme - con Antonella Lattanzi
Nov 29, 2021 ·
17m 57s
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Description
In questa puntata, Maura Gancitano e Andrea Colamedici raccontano Una cosa enorme, spettacolo andato in scena al Teatro Vascello per la XXXVI edizione di Roma Europa Festival. Il desiderio di...
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In questa puntata, Maura Gancitano e Andrea Colamedici raccontano Una cosa enorme, spettacolo andato in scena al Teatro Vascello per la XXXVI edizione di Roma Europa Festival.
Il desiderio di essere madre e il suo contrario, la capacità di prendersi cura sono il cuore del lavoro. In scena, una donna con una pancia enorme si muove nel suo spazio fatto di pochi oggetti tra i quali riesce ancora a essere se stessa: un frigorifero, una macchina del gas, una poltrona, una pianta morta. La donna è in costante e paranoico ascolto di una minaccia che incombe dall’alto.
È incinta da un tempo indefinito e da un tempo infinito cerca di tenere dentro di sé il proprio pargolo, di impedirgli di venire al mondo.
Che peso ha nelle viscere di una donna l’essere e il non essere madre? Che forma o che resistenza accanita assumiamo nel riconoscerci, nel ritrovarci a doverci prendere cura? Che peso ha un/a figlia/o, una madre, un padre?
In una lentezza serrata, senza scampo, Una cosa enorme parte dal confronto aperto con l’essere generativ_ e lo declina con l’essere generat_. Fabiana Iacozzilli declina le interviste audio e le parole di Orna Donath e di Sheila Heti sull’essere madri, nel silenzio, fino a dissolvere la scena in una dimensione installativa. L’ordine naturale si mescola, lentamente si svuotano i simboli e la realtà aderisce a se stessa mentre i performer continuano a cercare sui propri corpi, un centimetro alla volta, un’appartenenza che continua a trasformarsi.
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Il desiderio di essere madre e il suo contrario, la capacità di prendersi cura sono il cuore del lavoro. In scena, una donna con una pancia enorme si muove nel suo spazio fatto di pochi oggetti tra i quali riesce ancora a essere se stessa: un frigorifero, una macchina del gas, una poltrona, una pianta morta. La donna è in costante e paranoico ascolto di una minaccia che incombe dall’alto.
È incinta da un tempo indefinito e da un tempo infinito cerca di tenere dentro di sé il proprio pargolo, di impedirgli di venire al mondo.
Che peso ha nelle viscere di una donna l’essere e il non essere madre? Che forma o che resistenza accanita assumiamo nel riconoscerci, nel ritrovarci a doverci prendere cura? Che peso ha un/a figlia/o, una madre, un padre?
In una lentezza serrata, senza scampo, Una cosa enorme parte dal confronto aperto con l’essere generativ_ e lo declina con l’essere generat_. Fabiana Iacozzilli declina le interviste audio e le parole di Orna Donath e di Sheila Heti sull’essere madri, nel silenzio, fino a dissolvere la scena in una dimensione installativa. L’ordine naturale si mescola, lentamente si svuotano i simboli e la realtà aderisce a se stessa mentre i performer continuano a cercare sui propri corpi, un centimetro alla volta, un’appartenenza che continua a trasformarsi.
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