162 - I santi Cirillo e Metodio e la Russia cattolica
Jul 9, 2022 ·
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I santi Cirillo e Metodio e la Russia cattolica Il 7 luglio la liturgia tradizionale della Chiesa celebra i santi Cirillo (815-869) e Metodio (826-885). Il nuovo calendario ha spostato...
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I santi Cirillo e Metodio e la Russia cattolica
Il 7 luglio la liturgia tradizionale della Chiesa celebra i santi Cirillo (815-869) e Metodio (826-885). Il nuovo calendario ha spostato la loro festa a febbraio, ma io vorrei ricordarli in questi giorni per affidare anche alla loro intercessione la guerra tra la Russia e l’Ucraina. Essi infatti evangelizzarono l’antica Russia a cui diedero la lingua e la liturgia.
Cirillo e Metodio erano greci, figli d’un alto magistrato di Tessalonica. Prima di essere sacerdoti, furono uomini di grande rilievo pubblico. Metodio divenne governatore di una provincia in Macedonia, mentre Cirillo fu un rinomato professore, si fece monaco e fu inviato in missione presso i Khazari, nella Russia meridionale, che riuscì a portare alla fede cristiana. Avendo il principe di Moravia chiesto a Bisanzio dei missionari che parlassero la lingua del paese, il patriarca Fozio gli inviò i due fratelli. Essi insegnarono ai Moravi a scrivere e composero per essi un nuovo alfabeto, poi conosciuto come cirillico, e tradussero in lingua slava la Bibbia, e la liturgia cristiana. A Cherson sui bordi del Mar Nero, in Crimea, trovarono miracolosamente le reliquie del papa martire Clemente (88-97) che tra l’88 e il 97, aveva subito il martirio, affogato con un’ancora al collo. Una parte delle sue reliquie furono portate a Roma, ma una parte, compresa la testa, furono raccolte nella Chiesa della Dormizione della Vergine a Kyiv, fatta costruire dal principe Vladimir.
La venerazione di san Clemente romano, come protettore di Kyiv è uno degli elementi che permette di provare l’origine apostolica della Chiesa della Ru’s, che attraverso questo Papa si collegava alla antica tradizione della Chiesa di Roma.
Cirillo e Metodio portarono personalmente a Roma le reliquie di san Clemente. Durante il viaggio si fermarono a Venezia, dove ebbero un’animata discussione con i sostenitori della cosiddetta “eresia trilingue”, i quali ritenevano che vi fossero solo tre lingue in cui si poteva lecitamente lodare Dio: l’ebraica, la greca e la latina e contestavano la liturgia slava.
A Roma Cirillo e Metodio furono ricevuti dal Papa Adriano II, che andò loro incontro in processione per accogliere degnamente le reliquie di san Clemente. Il Papa aveva anche compreso la grande importanza del loro apostolato e non esitò ad approvare la missione dei due Fratelli accogliendo l’uso della lingua slava nella liturgia.
Cirillo morì a Roma il 14 febbraio dell’anno 869, all’età di 42 anni. E’ sepolto nella basilica di San Clemente al Laterano, che raccoglie le reliquie del santo papa martire.
Metodio nell’870 fu consacrato da Adriano II, arcivescovo di Moravia e Pannonia, con sede in Sirmio, nella Serbia, dove si formò contro di lui un’opposizione. I suoi nemici lo fecero mettere in prigione, ma il Papa intervenne parecchie volte in suo favore e lo fece liberare.
Dopo aver convertito alla fede cattolica Borzivoio, Principe dei Boemi, e Ludmilla, sua moglie, Metodio si adoperò per introdurre la luce del Vangelo in Galizia, dove fondò la sede episcopale di Leopoli. Successivamente, recatosi nella Moscovia propriamente detta, fondò il trono pontificale di Kyiv. Morì il 6 aprile 885 rimpianto da tutti; i suoi magnifici funerali furono celebrati in greco, in latino e in slavo.
Pio IX autorizzò nel 1863 il culto dei santi Cirillo e Metodio. Nel 1880 Leone XIII con l’enciclica Grande Munus ricordò a tutta la Chiesa gli straordinari meriti dei SS. Cirillo e Metodio ed estese il loro culto alla Chiesa universale, ricordando che “i popoli Slavi, grazie alla loro premura e al loro impegno, conobbero la luce del Vangelo, e da una vita selvatica furono condotti ad una società umana e civile”.
Pio XI con la Lettera apostolica Quod Sanctum Cyrillum, qualificò i due fratelli, come "figli dell‟Oriente, di patria bizantini, d’origine greci, per missione romani, per i frutti apostolici slavi”. Giovanni XXIII dedicò a loro l'epistola apostolica Magnifici eventus dell'11 maggio 1963 e Giovanni Paolo II li celebrò con l’enciclica Slavorum Apostoli del 2 giugno 1985. Lo stesso pontefice, con la lettera apostolica Egregiae virtutis del 31 dicembre 1980, proclamò i santi Cirillo e Metodio compatroni d'Europa.
I santi Cirillo e Metodio sono citati talvolta come patroni di un ponte ecumenico tra la Chiesa cattolica e quella greco-russa, sulla base di una metafora di Giovanni Paolo II relativa ai due “polmoni” spirituali dell’Europa. Ma lo stesso Giovanni Paolo II chiarì che quando parlò di un’Europa che potesse respirare con due polmoni: quello dell’Occidente e quello dell’Oriente, non si riferiva alla Chiesa cattolica e a quella ortodossa, ma al metodo di evangelizzazione dei santi Cirillo e Metodio, i quali, mossi dall’ideale di unire in Cristo i nuovi credenti, adattarono alla lingua slava i testi liturgici e alle consuetudini dei nuovi popoli il diritto greco-romano (Angelus del 15 febbraio 2004).
Come ha scritto Giovanni Paolo II nella Enciclica Slavorum Apostoli, i santi Cirillo e Metodio, anche se consapevoli della superiorità culturale e teologica della eredità greco-bizantina che portavano con sè, ebbero tuttavia il coraggio, per il bene dei popoli slavi, di servirsi di un'altra lingua ed anche di un'altra cultura per l'annuncio della fede. In tal modo la lingua paleoslava costituì nel Battesimo della Rus' un importante strumento, anzitutto per la evangelizzazione e, in seguito, per l'originale sviluppo del futuro patrimonio culturale di quei popoli.
La Russia nacque cattolica e, con l’aiuto di Dio e l’intercessione dei santi Cirillo e Metodio, tornerà un giorno pienamente cattolica. La Madonna a Fatima ha trasformato questa speranza in un’infallibile certezza.
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Il 7 luglio la liturgia tradizionale della Chiesa celebra i santi Cirillo (815-869) e Metodio (826-885). Il nuovo calendario ha spostato la loro festa a febbraio, ma io vorrei ricordarli in questi giorni per affidare anche alla loro intercessione la guerra tra la Russia e l’Ucraina. Essi infatti evangelizzarono l’antica Russia a cui diedero la lingua e la liturgia.
Cirillo e Metodio erano greci, figli d’un alto magistrato di Tessalonica. Prima di essere sacerdoti, furono uomini di grande rilievo pubblico. Metodio divenne governatore di una provincia in Macedonia, mentre Cirillo fu un rinomato professore, si fece monaco e fu inviato in missione presso i Khazari, nella Russia meridionale, che riuscì a portare alla fede cristiana. Avendo il principe di Moravia chiesto a Bisanzio dei missionari che parlassero la lingua del paese, il patriarca Fozio gli inviò i due fratelli. Essi insegnarono ai Moravi a scrivere e composero per essi un nuovo alfabeto, poi conosciuto come cirillico, e tradussero in lingua slava la Bibbia, e la liturgia cristiana. A Cherson sui bordi del Mar Nero, in Crimea, trovarono miracolosamente le reliquie del papa martire Clemente (88-97) che tra l’88 e il 97, aveva subito il martirio, affogato con un’ancora al collo. Una parte delle sue reliquie furono portate a Roma, ma una parte, compresa la testa, furono raccolte nella Chiesa della Dormizione della Vergine a Kyiv, fatta costruire dal principe Vladimir.
La venerazione di san Clemente romano, come protettore di Kyiv è uno degli elementi che permette di provare l’origine apostolica della Chiesa della Ru’s, che attraverso questo Papa si collegava alla antica tradizione della Chiesa di Roma.
Cirillo e Metodio portarono personalmente a Roma le reliquie di san Clemente. Durante il viaggio si fermarono a Venezia, dove ebbero un’animata discussione con i sostenitori della cosiddetta “eresia trilingue”, i quali ritenevano che vi fossero solo tre lingue in cui si poteva lecitamente lodare Dio: l’ebraica, la greca e la latina e contestavano la liturgia slava.
A Roma Cirillo e Metodio furono ricevuti dal Papa Adriano II, che andò loro incontro in processione per accogliere degnamente le reliquie di san Clemente. Il Papa aveva anche compreso la grande importanza del loro apostolato e non esitò ad approvare la missione dei due Fratelli accogliendo l’uso della lingua slava nella liturgia.
Cirillo morì a Roma il 14 febbraio dell’anno 869, all’età di 42 anni. E’ sepolto nella basilica di San Clemente al Laterano, che raccoglie le reliquie del santo papa martire.
Metodio nell’870 fu consacrato da Adriano II, arcivescovo di Moravia e Pannonia, con sede in Sirmio, nella Serbia, dove si formò contro di lui un’opposizione. I suoi nemici lo fecero mettere in prigione, ma il Papa intervenne parecchie volte in suo favore e lo fece liberare.
Dopo aver convertito alla fede cattolica Borzivoio, Principe dei Boemi, e Ludmilla, sua moglie, Metodio si adoperò per introdurre la luce del Vangelo in Galizia, dove fondò la sede episcopale di Leopoli. Successivamente, recatosi nella Moscovia propriamente detta, fondò il trono pontificale di Kyiv. Morì il 6 aprile 885 rimpianto da tutti; i suoi magnifici funerali furono celebrati in greco, in latino e in slavo.
Pio IX autorizzò nel 1863 il culto dei santi Cirillo e Metodio. Nel 1880 Leone XIII con l’enciclica Grande Munus ricordò a tutta la Chiesa gli straordinari meriti dei SS. Cirillo e Metodio ed estese il loro culto alla Chiesa universale, ricordando che “i popoli Slavi, grazie alla loro premura e al loro impegno, conobbero la luce del Vangelo, e da una vita selvatica furono condotti ad una società umana e civile”.
Pio XI con la Lettera apostolica Quod Sanctum Cyrillum, qualificò i due fratelli, come "figli dell‟Oriente, di patria bizantini, d’origine greci, per missione romani, per i frutti apostolici slavi”. Giovanni XXIII dedicò a loro l'epistola apostolica Magnifici eventus dell'11 maggio 1963 e Giovanni Paolo II li celebrò con l’enciclica Slavorum Apostoli del 2 giugno 1985. Lo stesso pontefice, con la lettera apostolica Egregiae virtutis del 31 dicembre 1980, proclamò i santi Cirillo e Metodio compatroni d'Europa.
I santi Cirillo e Metodio sono citati talvolta come patroni di un ponte ecumenico tra la Chiesa cattolica e quella greco-russa, sulla base di una metafora di Giovanni Paolo II relativa ai due “polmoni” spirituali dell’Europa. Ma lo stesso Giovanni Paolo II chiarì che quando parlò di un’Europa che potesse respirare con due polmoni: quello dell’Occidente e quello dell’Oriente, non si riferiva alla Chiesa cattolica e a quella ortodossa, ma al metodo di evangelizzazione dei santi Cirillo e Metodio, i quali, mossi dall’ideale di unire in Cristo i nuovi credenti, adattarono alla lingua slava i testi liturgici e alle consuetudini dei nuovi popoli il diritto greco-romano (Angelus del 15 febbraio 2004).
Come ha scritto Giovanni Paolo II nella Enciclica Slavorum Apostoli, i santi Cirillo e Metodio, anche se consapevoli della superiorità culturale e teologica della eredità greco-bizantina che portavano con sè, ebbero tuttavia il coraggio, per il bene dei popoli slavi, di servirsi di un'altra lingua ed anche di un'altra cultura per l'annuncio della fede. In tal modo la lingua paleoslava costituì nel Battesimo della Rus' un importante strumento, anzitutto per la evangelizzazione e, in seguito, per l'originale sviluppo del futuro patrimonio culturale di quei popoli.
La Russia nacque cattolica e, con l’aiuto di Dio e l’intercessione dei santi Cirillo e Metodio, tornerà un giorno pienamente cattolica. La Madonna a Fatima ha trasformato questa speranza in un’infallibile certezza.
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