10° - Montfort - Il segreto meraviglioso del Santo Rosario - Rif. 49-56

Jun 22, 2022 · 11m 7s
10° - Montfort - Il segreto meraviglioso del Santo Rosario - Rif. 49-56
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Rosa Diciassettesima 49. Tra le mirabili cose rivelate dalla Santa Vergine al beato Alano della Rupe – e noi sappiamo che questo grande devoto di Maria confermò sotto giuramento le...

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Rosa Diciassettesima

49. Tra le mirabili cose rivelate dalla Santa Vergine al beato Alano della Rupe – e noi sappiamo che questo grande devoto di Maria confermò sotto giuramento le rivelazioni avute – ve ne sono tre particolarmente notevoli: la prima, che è segno probabile e prossimo di dannazione eterna la negligenza, la tiepidezza e l’avversione per il saluto angelico, che ha restaurato il mondo; la seconda, che i devoti di tale saluto divino portano un gran segno di predestinazione; la terza, che quanti hanno ricevuto dal cielo la grazia di amare la Santa Vergine e di servirla con affetto, devono essere estremamente solleciti a continuare ad amarla e a servirla, finché suo Figlio per mezzo di lei non li abbia fatti cittadini del cielo, nel grado di gloria proporzionato ai loro meriti.

50. Gli eretici, tutti figli del demonio che portano segni evidenti della loro riprovazione, hanno in orrore l’Ave Maria. Imparano bensì il Padre nostro, ma l’Ave Maria no: preferirebbero portare addosso un serpente piuttosto che la corona del Rosario. Tra i cattolici coloro che recano il marchio della riprovazione non si curano del Rosario, ne trascurano la recita oppure lo dicono con tiepidezza e in fretta.
Quand’anche non prestassi fede alcuna alle rivelazioni fatte al beato Alano della Rupe, basterebbe la mia personale esperienza per convincermi di questa terribile e dolce verità. Io non so, e nemmeno vedo chiaramente come una devozione così piccola in apparenza, possa essere segno infallibile di eterna salvezza e il non averla sia segno di riprovazione. Tuttavia, nulla di più vero.
Vediamo anche i seguaci delle nuove dottrine condannate nei nostri tempi dalla Chiesa, trascurare assai, nonostante tutta la loro pietà apparente, la devozione al Rosario e adoperarsi con i più speciosi pretesti a levarla dalla mente e dal cuore delle persone che li avvicinano. Certo, essi si guardano bene dal condannare apertamente, come fanno i calvinisti, la corona, il Rosario, lo scapolare, ma il loro modo di procedere è tanto più dannoso quanto è più sottile. Ne parleremo in seguito.

51. La mia Ave Maria, il mio Rosario o la mia corona è la mia preghiera, è la mia più sicura
pietra di paragone per distinguere quelli che sono condotti dallo Spirito di Dio da quelli che sono nell’illusione dello spirito maligno. Ho conosciuto anime che sembrava volassero come aquile fino alle nubi con la loro sublime contemplazione, ed erano invece disgraziatamente ingannate dal demonio. Ed ho potuto scoprire la loro illusione soltanto con l’Ave Maria e il Rosario che rigettavano come al di sotto di loro.
L’Ave Maria è una rugiada celeste e divina che cadendo nell’anima di un predestinato, le comunica una fecondità meravigliosa per produrre ogni sorta di virtù. E più l’anima è irrigata da questa preghiera, più diviene illuminata nello spirito, infiammata nel cuore e fortificata contro ogni suo nemico.
L’Ave Maria è una freccia penetrante e infuocata: se un predicatore la unisce alla parola di Dio che annuncia, acquista la forza di trafiggere, commuovere e convertire i cuori più induriti, anche se non ha molto talento naturale per la predicazione. Fu questa la saetta segreta che la Vergine santa – come ho già detto – insegnò a san Domenico e al beato Alano per convertire gli eretici e i peccatori.
Da qui è nata l’abitudine dei predicatori di dire un’Ave Maria all’inizio dei loro discorsi, come assicura sant’Antonino.

Rosa Diciottesima
52. Questo divino saluto attira su di noi la benedizione abbondante di Gesù e di Maria. È un principio infallibile, infatti, che Gesù e Maria ricompensano in modo magnifico chi li glorifica; essi ricambiano al centuplo le benedizioni ricevute. «Io amo coloro che mi amano... per dotare di beni quanti mi amano e riempire i loro tesori». È quanto esclamano Gesù e Maria: «Amiamo quelli che ci amano, li arricchiamo e riempiamo i loro tesori». «Chi semina benedizioni, raccoglierà benedizioni». Orbene, recitare devotamente il saluto angelico non è forse amare, benedire e glorificare Gesù e Maria?
In ogni Ave Maria rivolgiamo una doppia benedizione, una a Gesù e una a Maria: «Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù». Con ogni Ave Maria rendiamo a Maria lo stesso onore che Dio le rese salutandola per bocca dell’arcangelo Gabriele. Ora, chi potrebbe pensare che Gesù e Maria, i quali tante volte fanno del bene a chi li maledice, rispondano con maledizioni a quelli e quelle che li benedicono e li onorano con l’Ave Maria? Sarebbe forse la Regina del cielo – si chiedono san Bernardo e san Bonaventura – meno riconoscente e onesta delle persone di qualità elevata in questo mondo? Tutt’altro: ella le supera anche in questa virtù come in tutte le altre perfezioni; perciò non consentirà mai che noi l’onoriamo con rispetto e che ella non ci renda il centuplo. «Maria – dice san Bonaventura – ci saluta con la grazia se noi la salutiamo con l’Ave Maria».
Chi potrà comprendere le grazie e le benedizioni che operano in noi il saluto e lo sguardo benigno della Santa Vergine?
Nel momento in cui intese il saluto rivoltole dalla Madre di Dio, santa Elisabetta fu piena di Spirito Santo e il bambino che portava in seno trasalì di gioia. Se ci rendiamo degni del saluto e della benedizione reciproci della Santa Vergine, senza dubbio saremo riempiti di grazia e un torrente di consolazioni spirituali si riverserà nella nostra anima.

Rosa Diciannovesima
53. Sta scritto: «Date e vi sarà dato». Prendiamo il paragone del beato Alano: «Se io ti dessi ogni giorno centocinquanta diamanti, quand’anche tu fossi mio nemico non mi perdoneresti? e come amico non mi faresti ogni favore possibile? Vuoi arricchirti dei beni della grazia e della gloria? Saluta la Vergine santa, onora la tua buona Madre». Chi onora la madre è come chi accumula tesori.
Offrile ogni giorno almeno cinquanta Ave Maria ciascuna delle quali contiene quindici pietre
preziose, a lei più gradite di tutte le ricchezze della terra. Che cosa non potrai aspettarti dalla sua liberalità? Ella è nostra Madre e nostra amica; è l’imperatrice dell’universo e ci ama più di quanto tutte insieme le madri e le regine abbiano amato un uomo mortale, perché – dice sant’Agostino – la carità della Vergine SS. sorpassa tutto l’amore naturale di tutti gli uomini e di tutti gli angeli.

54. Un giorno Nostro Signore apparve a santa Gertrude contando delle monete d’oro. La santa osò chiedergli che cosa contava. «Conto – rispose Gesù – le tue Ave Maria, è la moneta con cui si acquista il mio paradiso».
Il pio e dotto Suarez, della Compagnia di Gesù, stimava talmente il merito del saluto angelico che diceva: «Darei volentieri tutta la mia scienza per il valore di un’Ave Maria detta bene».

55. Il beato Alano così si rivolge alla Vergine: «Colui che ti ama, o Maria, ascolti e si rallegri. Il cielo è nell’esultanza, la terra nell’ammirazione quando dico: Ave Maria. Satana fugge, l’inferno trema quando dico: Ave Maria. Ho in orrore il mondo, l’amore di Dio nel mio cuore quando dico: Ave Maria.
Il mio torpore svanisce, le mie passioni si spengono quando dico: Ave Maria. Cresco nella devozione, provo dolore per i miei peccati quando dico: Ave Maria. La mia speranza si consolida, la mia consolazione aumenta quando dico: Ave Maria. Si allieta il mio spirito, scompare la mia tristezza quando dico: Ave Maria.
È tanto grande la dolcezza di questo amabile saluto, che parola d’uomo non riesce ad esprimerla. E dopo averne detto meraviglie, esso rimane così nascosto e così profondo che sfugge ad ogni indagine. È breve nelle parole ma grande nei misteri. È più dolce del miele, più prezioso dell’oro.
Bisogna averlo di continuo nel cuore per meditarlo, sulle labbra pure per ripeterlo devotamente». Lo stesso beato Alano riferisce, nel capitolo 69 del suo De Dignitate Psalterii, che una religiosa devotissima del Rosario apparve dopo morte a una consorella e le disse: «Se potessi tornare in vita per dire una sola Ave Maria, anche senza molto fervore, per avere il merito di questa preghiera soffrirei volentieri di nuovo tutti i dolori che ho sofferto prima di morire». Si noti che ella aveva sofferto atrocemente per anni.
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Author L'Oratorio di Exsurge
Organization Exsurge Christianitas!
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